Fra Höwedes e Kohler

di Michele Tossani


Un parallelo tra Benedikt Höwedes e il grande Jürgen Kohler.


[mks_dropcap style=”square” size=”52″ bg_color=”#F2F2F2″ txt_color=”#000000″]L[/mks_dropcap]’ultimissima mossa di mercato della Juventus ha visto la dirigenza bianconera puntare su Benedikt Höwedes dello Schalke 04 per irrobustire un reparto carente sugli esterni e bisognoso di un giocatore in grado anche di sostituire, almeno numericamente, Leonardo Bonucci (immagine, cortesia di squawka.com).

 

Il costo del cartellino – prestito annuale per 3,5 milioni di euro con diritto di riscatto a 13 milioni, obbligatorio se il ragazzo dovesse giocare almeno 25 partite, più altri 3 milioni di bonus per eventuali obiettivi raggiunti -rapportato alla qualità del giocatore, ne fanno un acquisto in prospettiva azzeccato.

Quali sono le caratteristiche ed il pedigree di Höwedes?

L’ex Schalke ha registrato 44 presenze per la Germania – dove ha debuttato nel 2011 – e ha anche fatto parte della rosa laureatasi campione nel mondo nel 2014. All’età di 29 anni, Höwedes ha ancora due, tre stagioni a disposizione da poter giocare ai massimi livelli. Livelli che per lui non sono sconosciuti dato che, esperienza in nazionale maggiore a parte, il tedesco ha assaggiato con lo Schalke e con la nazionale tedesca U21, dove ha giocato insieme ai vari Manuel Neuer, Jerome Boateng, Mats Hummels, Mesut Ozil e al suo nuovo compagno di squadra Sami Khedira, con cui ha condiviso l’esperienza di vincere il campionato europeo di categoria nel 2009.

Non velocissimo, Höwedes è un difensore centrale che all’occorrenza può essere impiegato anche sulle fasce come terzino destro o sinistro. Proprio questa duttilità lo rende particolarmente interessante in prospettiva juventina, dato che Massimiliano Allegri potrà disimpegnarlo come centrale o esterno in una difesa a quattro ma anche come centrale o braccetto in caso di riproposizione di uno schieramento a tre difensori. Da un punto di vista difensivo il tedesco ha mostrato buone capacità in carriera (tutte le competizioni incluse) sia nei tackles prodotti a partita (1.9) che negli intercetti (3.3).

La sua presenza in area si fa sentire (3.4 spazzate a partita) specialmente nel gioco aereo dove l’ex Schalke ha registrato un 61% di duelli vinti nella scorsa Bundesliga. Risultati discreti e prove difensive solide soprattutto se contestualizzate nella non buona stagione dello Schalke 2016/17, con i renani che hanno chiuso il campionato in decima posizione, risultato poco gradito ad una dirigenza che infatti, al termine della scorsa stagione, ha deciso di cambiare la guida tecnica della squadra passando da Markus Weinzierl al più giovane Domenico Tedesco.

Nonostante i risultati di squadra poco lusinghieri, Höwedes ha comunque contribuito, con le sue 31 presenze, ad un reparto difensivo che – nel gioco aperto – ha registrato un 2.93 di xGD (il differenziale fra gli expected goals pro e contro) e che ha permesso appena lo 0.11 di xGA/SH (expected goals contro per tiri). A questa capacità si uniscono le doti difensive che, al di là delle statistiche sopracitate, evidenziano la sua forza nell’uno contro uno difensivo e la sua predisposizione nell’avere un buon timing nei tackles. Riguardo proprio quest’ultimo mezzo difensivo, anche se Höwedes ha forse troppo spesso la tendenza a scivolare a terra, non si deve sottovalutare la sua capacità nel rialzarsi velocemente e recuperare la posizione difensiva.

La sua imponente struttura fisica lo limita in termini di velocità, per questo Höwedes in bianconero dovrà affinare la propria capacità di muoversi in anticipo per negare la profondità agli avversari, colmando così le sue lacune negli spostamenti, soprattutto in transizione:

Da un punto di vista fisico – 188cm per 77 kg – e per la sua capacità di ricoprire più ruoli, Höwedes ricorda l’ex Roma e Verona Thomas Berthold oppure, per restare in casa juventina, l’ex bianconero Jürgen Kohler.

Arrivato alla Juventus dal Bayern Monaco nell’estate del 1991 per la cifra di 8,5 miliardi delle vecchie lire, l’allora 26enne Kholer era già considerato uno dei difensori europei più affidabili.  Per forza fisica e capacità aeree, i due tedeschi si assomigliano anche se Kholer poteva vantare una maggior velocità di base che lo rendeva un implacabile marcatore tanto quando impiegato come terzino destro quanto quando utilizzato da stopper. E anche questa sua duttilità lo rendono non troppo dissimile dall’ultimo arrivato in casa Juve.

Chiaramente, rispetto a Kholer, Höwedes è un prodotto della sua epoca, cioè di un periodo storico nel quale ai difensori viene sempre più richiesta la capacità di impostare. Ed il nazionale tedesco è in grado di muovere la palla come testimonia l’86.3% di precisione nei passaggi registrato nell’ultimo campionato. Inoltre, sui lanci lunghi (4.1) Höwedes sembra in grado di poter fornire un valido contributo.

Nella Juventus di questo primo scorso di stagione, in fase di possesso palla, Allegri sembra prediligere l’abbassamento di uno dei due centrocampisti centrali (solitamente Miralem Pjanic) in fase di costruzione, non domandando più tanto ai centrali di difesa. Dovessero le cose cambiare in corso d’opera, la Juventus ha comunque acquisito un difensore che appare in grado di gestire situazioni di gioco più elaborate nel salir jugando.

Tuttavia, anche Kholer, pur non avendo un piede particolarmente educato, era in grado di far sentire il suo peso in fase offensiva non solo sui calci piazzati ma anche nelle sue sortite offensive, tanto è vero che ha chiuso la carriera in bianconero con 13 gol segnati in quattro stagioni disputate a Torino. Fra queste è da ricordare quella realizzata il 3 ottobre 1993, durante un derby della Mole quando il difensore tedesco risolse una partita fin lì ancorata sul 2-2 dopo le reti di Antonio Conte e Andy Möller per la Juventus e di Daniele Fortunato e Raffaele Sergio per i Granata.

Concentrato, efficace in marcatura e nell’anticipo, campione del mondo con la Germania nel 1990, Kholer ha vinto in maglia bianconera un campionato, una coppa Italia ed una Coppa UEFA, prima di tornare in patria e vincere la coppa Campioni col Borussia Dortmund, battendo in finale proprio la Juventus.

Le somiglianze quindi ci sono anche se Höwedes sembra dovere il buon esito dei suoi interventi difensivi – soprattutto l’anticipo – più alla sua intelligenza tattica e alla capacità di saper leggere la situazione che alle sue capacità atletiche, come invece era per Kholer.

 

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