Con la doppia vittoria ottenuta circa un mese fa sulle Albanesi del Vllaznia, le Juventus Women hanno ottenuto, come ben saprete, la storica qualificazione ai gruppi di Champions League. Le bianconere sono state inserite nel gruppo A insieme al Chelsea, al Wolfsburg e al Servette.
Conosciamo meglio per prime avversarie di Gama e compagne.
SERVETTE CHÊNOIS
Chi è? E’ una squadra Svizzera del Canton Ginevra fondata nello stesso anno delle Juventus Women, nell’estate del 2017 grazie alla fusione fra il Chênois che militava nella B Svizzera femminile e la società maschile del Servette che ne ha rilevato il titolo sportivo.
Nella prima stagione il Servette vince il proprio campionato conquistando un posto della Women’s Super League, il massimo campionato svizzero femminile.
Dopo un anno di ambientamento alla massima serie dove giunge 4°, il Servette è in testa nel campionato 19/20 prima che il torneo venga annullato per l’arrivo della pandemia ed il titolo non assegnato. Il primo successo nazionale è però solo rimandato e arriva già nella scorsa stagione dopo aver dominato il campionato avendo la meglio sullo Zurigo, (squadra che il Milan ha battuto nella primo turno di questa champions).
“Les Granat” sono alla loro seconda partecipazione in Champions: nella scorsa edizione, l’anno di esordio, sono uscite subito dal torneo ai sedicesimi contro l’Atletico Madrid con un risultato di 9-2 complessivo.
I colori ufficiali sono granata con bordi e pantaloncini blu mentre la divisa da trasferta è bianca. Le partite casalinghe si giocheranno nello “Stade de Genève” a Ginevra.
Nei turni di qualificazione, il Servette ha avuto la meglio sul Glentoran (1-0) e l’Åland United (1-0) mentre nei 180 minuti ha battuto le quotate scozzesi del Glasgow City (1-1 in casa, vittoria per 2-1 in Scozia).
Con il peggior ranking delle 16 squadre qualificate, le svizzere sono state inserite in 4 fascia nel sorteggio.
Sono almeno 3 le giocatrici chiave e/o sono pedine fondamentali per la squadra di Ginevra:
- La numero 19 Jade Boho Sayo è senz’altro la stella della formazione allenata da Eric Severac. L’attaccante spagnola della Guinea Equatoriale, classe 1986, è arrivata quest’anno al Servette dopo 5 anni in patria fra Madrid e Logrono.
Gioca come ala a sinistra ma tende a rientrare dentro il campo più che cercare il fondo, per sfruttare il suo piede forte ovvero il destro. E’ dotata di buona tecnica, ottima corsa ed ha una discreta confidenza con il gol.
Infatti nelle quattro partite fin qui disputate in questa edizione della UWCL, ha realizzato 3 delle 5 reti della sua squadra. - Sandy Maendly, classe 1988, è una vecchia conoscenza del campionato italiano. Ha infatti militato 4 anni in Italia fra Verona e Torres vincendo 3 scudetti, 1 con le veronesi e 2 con le sarde. Con quest’ultima squadra è arrivata anche ai quarti di questa competizione.
Gioca al centro del campo davanti alla difesa insieme al capitano Serrano. Il suo gol a Glasgow ha consentito al Servette di raggiungere questa storica qualificazione ai gironi.
E’ dotata di bel tiro da fuori area e di grande personalità. Il piede forte è il destro ma non ha problemi ad usare anche il piede teoricamente più debole. E’ l’organizzatrice di gioco del Servette e probabilmente la giocatrice con più personalità. - Monica Medes, classe 1993, è l’altra giocatrice che ha militato in Italia per 2 anni e mezza fra Brescia e Milan. E’ una giocatrice che può ricoprire più ruoli sia in difesa che a centrocampo. Nel Servette viene impiegata principalmente come terzino sinistro. Davanti si ritroverà Barbara Bonansea, non il cliente più semplice anche per una calciatrice affidabile come lei.
Benché non esistano precedenti in gare ufficiali, Juventus e Servette si sono affrontate recentemente in un’amichevole pre campionato questa estate vinta dalle bianconere 4-1 (reti di 2 Bonansea, Girelli, Berti. Di Hurni il gol per le Svizzere).
Le due squadre che si affronteranno in questo girone sono ben diverse rispetto a quella amichevole e per la Juve saranno due partite da non sottovalutare.
Come gioca?
Il Servette gioca con un 4-2-3-1 ben organizzato, corto e compatto senza palla. Anche con squadre più forti, le svizzere mantengono un atteggiamento coraggioso anche aspettando le avversarie nella propria metà campo.
L’idea è quella di congestionare gli spazi centrali con i due mediani che seguono a uomo le mezzali e la prima linea composta dalle 4 calciatrici offensive che cercano di giocare sulle linee di passaggio verticali concedendo spesso solo lo scarico orizzontale.
In alcuni tratti della partita, però, il pressing può essere più aggressivo, ricercando l’errore della difesa avversaria e la successiva ripartenza veloce sfruttando le qualità soprattutto di Jade e Marta Peirò.
Le ripartenze infatti sono una delle armi più importanti della squadra di Eric Severac: il Glasgow City ne sa qualcosa.
Con la palla, invece, il Servette cerca spesso l’ampiezza su Jade e Bourma per l’uno contro uno (soprattutto con Jade) mentre l’area di rigore viene riempita da almeno 3 giocatrici. Attenzione anche ai tiri da fuori soprattutto di Maendly e Lagonia.
Se dal centrocampo in su le elvetiche sono squadra di discreto/buon livello, non si può dire altrettanto della linea difensiva, portiere compreso.
Contro l’Åland United, per esempio, hanno sofferto più volte le palla lunghe alle spalle della linea difensiva per i tagli delle punte e vanno molto in difficoltà se viene saltata la prima linea di pressing.
Nell’amichevole citata in precedenza contro le bianconere, una volta trovata Bonansea fra le linee di centrocampo e difesa, bastava un semplice passaggio verticale a ricercare Cernoia a sinistra o Girelli aperta a destra per arrivare comodamente a calciare verso la porta o crossare pericolosamente in mezzo all’area di rigore.
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Trovata Girelli fra le linee, la difesa si trova in una situazione di palla scoperta e con un pericoloso 5 vs 4
Sempre in quella partita la doppia soluzione Girelli Staskova come coppia d’attacco, ha creato più di qualche grattacapo alle centrali che hanno dovuto spesso ricorrere al fallo per fermare le nostre attaccanti. Rispetto a quella partita ci sarà in più Laura Felber che è l’unica calciatrice del reparto arretrato ad avere una fisicità adeguata per contrastare attaccanti della stazza di Girelli e/o Staskova.
Cosa deve fare la Juve?
La parola d’ordine, come lo è stato con il Vllaznia è la pazienza. L’impegno non è da sottovalutare ma la Juve parte decisamente favorita anche in questa occasione.
In generale le svizzere sono una delle poche squadre rimaste che hanno, in generale, meno fisicità delle bianconere e questo dovrà essere sfruttato soprattutto nelle palle da fermo dove la Juve è sempre pericolosa.
Il Servette non lascia molti spazi quando si chiude ma il saper aspettare il varco giusto per cercare fra le linee Bonansea o la centrocampista smarcata per poi essere cinici negli ultimi 25 metri sarà la chiave per scardinare la difesa di Severac.
Inoltre va prestata molto attenzione durante la costruzione del gioco a non forzare i passaggi per non lasciare campo alle ripartenze elvetiche.
Prezioso sarà il lavoro senza palla di Bonansea e Hurtig dall’altra parte come fatto nell’amichevole di fine luglio.
Potrà essere produttiva anche la pressione sul portiere, Ines Pereira, che in più di una occasione ha manifestato qualche incertezza di troppo sia fra i pali che nel gioco con i piedi.