di Luca Rossi
Uno degli uomini più pericolosi di cui l’arsenale Tottenham può disporre è Christian Eriksen. Conosciamo meglio questo giocatore di cui si è parlato in ottica mercato due estati fa
[mks_dropcap style=”square” size=”52″ bg_color=”#F2F2F2″ txt_color=”#000000″]C[/mks_dropcap]hristian Eriksen nasce il 14 Febbraio del 1992 a Middelfart, cittadina danese di circa ventimila abitanti. È proprio nella squadra locale a muovere i primi passi nel mondo del calcio addirittura dall’età di tre anni, come wikipedia riporta nella pagina a lui dedicata. Il primo cambio di casacca giunge nel 2005 quando si sposta nella terza città più popolosa della Danimarca, Odense. Nell’Odense BK gioca per tre anni poiché tanto gli basta per mettersi in luce, attirare su di sé le attenzioni dei migliori club europei e ricevere anche le prime convocazioni nell’under 17 della nazionale. Gira mezza Europa facendo provini: Chelsea, Milan e Barcellona si dimostrano interessate al ragazzo ma non rimangono pienamente convinte dalle sue potenzialità e alla fine è l’Ajax, conosciuto per il suo settore giovanile particolarmente produttivo di talenti, ad aggiudicarsi le prestazioni del giovane danese per un milione di euro. Qui incontra una recente conoscenza del calcio italiano che si dimostra particolarmente importante per la sua crescita: Frank De Boer. Nel 2008 ottiene il riconoscimento di miglior talento danese under 17. Dopo poco più di un anno esordisce in prima squadra contro il NAC Breda e inizia stabilmente a occupare un posto in rosa in prima squadra. Proprio contro la Juventus, in una delle stagioni infauste della squadra bianconera, trova l’esordio in Europa: sono i sedicesimi dell’edizione 2010-2011 d’Europa League e trova spazio sia nel match di andata che in quello di ritorno. Nel corso della sua esperienza in quel di Amsterdam colleziona 163 presenze, 32 gol e 66 assist e il 31 Agosto 2013 il Tottenham lo acquista per circa 13 milioni di euro. Con gli Spurs arriva la consacrazione a livello internazionale risultando il faro e uno dei giocatori chiave della squadra di Pochettino. Vince per tre anni consecutivi (il primo a riuscirci) il premio come giocatore danese dell’anno. Al momento con gli inglesi ha realizzato 50 gol e confezionato 64 assist. Per quanto concerne il percorso con la nazionale Eriksen viene convocato per la prima volta con la nazionale maggiore a 18 anni e verrà portato nella spedizione in Sud Africa per i mondiali del 2010. Per gli amanti delle curiosità è interessante notare che Eriksen è stato il giocatore più giovane a partecipare ai mondiali di quell’anno. Inoltre, sempre perseguendo il filo delle curiosità, sua sorella Louise, anche lei calciatrice, è stata convocata a 21 anni per la prima volta in nazionale e gioca nella stessa zona di campo del fratello. Lo score attuale con la nazionale recita 75 presenze e 21 gol.
Ruolo in campo
Eriksen va configurato come il classico numero 10, ossia quel tipo di giocatore estremamente tecnico in grado di far girare la squadra dalla trequarti in su. Durante la sua parentesi all’Ajax ha ricoperto il ruolo di mezz’ala sinistra in un 4-3-3. De Boer utilizzava un sistema di gioco tutto sommato rigido in cui i centrocampisti avevano il compito di consolidare il possesso palla più che inserirsi e muoversi senza palla. Come mezz’ala Eriksen va catalogata sostanzialmente come mezz’ala di possesso in grado di assumersi compiti di regia. In Inghilterra il talento danese trova un sistema completamente diverso, meno rigido in cui la sua posizione viene spostata di circa 20 metri più avanti. Pochettino nel 4-2-3-1 (modulo d’ordinanza. Qui Charles Onwuakpa spiega egregiamente che tipo di squadra sia il Tottenham di Pochettino) lo schiera in uno qualsiasi dei tre giocatori dietro le punte. Essendo destro Eriksen predilige giocare al centro oppure sulla sinistra per poter venire dentro il campo ma le sue grandi doti tecniche e di visione lo rendono perfettamente spendibile anche come terzo di destra sulla trequarti. Nell’esperienza londinese è stato utilizzato molto meno come centrocampista e solo raramente come seconda punta.
Caratteristiche fisiche e tecniche
Eriksen è alto 177 cm (come Dybala) per circa 70 chilogrammi. Ha delle gambe piuttosto potenti che lo rendono un giocatore esplosivo e estremamente rapido nello stretto. Soffre maggiormente in progressione e sullo scatto in allungo quindi non è particolarmente funzionale al contropiede. Non a caso Pochettino predilige in fase offensiva un recupero molto alto del pallone e cerca di esaltare le doti combinative (in cui Eriksen è maestro) degli uomini offensivi per trovare la rete. Sa usare discretamente il suo fisico nella protezione del pallone con spalle alla porta e proprio per questo, unitamente alle sue eccellenti doti nel dominio palla, risulta molto difficile per i difensori sradicare il pallone.
Il primo aspetto che va sottolineato di Eriksen è un’intelligenza che pochi giocatori possono vantare. In particolare il numero 23 danese vede il gioco 2-3 secondi prima di tutti gli altri e questo gli consente sostanzialmente di ricevere il pallone già consapevole della giocata giusta da fare. Inoltre è in grado di leggere i movimenti della difesa ed è abilissimo in base ad essi a farsi trovare tra le linee o negli half-spaces. A questo aspetto si lega una visione di gioco a 360 gradi che permette di identificare Eriksen come il vero regista della squadra che ha il compito di dettare i tempi e di distribuire gioco. A seconda delle esigenze del match può abbassare il suo raggio d’azione fino alla mediana per aiutare la risalita del pallone grazie alle sue ottime capacità nella verticalizzazione. Senza dubbio Kane deve gran parte dei meriti delle sue realizzazioni a Eriksen.
Queste indubbie capacità intellettive e di pensiero ovviamente sarebbero poco utili se non fossero accompagnate da doti tecniche egregie. Eriksen ha una eccezionale tecnica di base su entrambi i piedi, il dominio del pallone è ottimo ed è molto difficile vedere il pallone lontano dai suoi piedi in qualsiasi situazione di gioco. È bravissimo nel dosaggio dei passaggi sia sul corto che sul lungo ma è soprattutto abilissimo nel servire i tagli dei compagni alle spalle della difesa oppure Kane sul filo del fuorigioco.
Altra skill in cui il trequartista danese eccelle è il tiro dalla distanza. In particolare a seconda della situazione di gioco sa optare sia per la botta di collo dalla distanza sia per il tiro a giro di interno collo in cui punta maggiormente sulla precisione. Non a caso lui è il giocatore a cui sono affidati calci d’angolo e calci di punizione. La sensibilità del piede fa sì che il primo controllo sia spesso sufficiente per poter arrivare al tiro. Per quanto concerne questo fondamentale va evidenziata la grande coordinazione che gli consente di tenere il baricentro basso e il corpo in avanti e quindi di effettuare tiri precisi anche in corsa orizzontale, mentre molto spesso il tiro che segue una corsa orizzontale finisce alto poiché si tende a portare il corpo all’indietro.
Per quanto riguarda il dribbling Eriksen non è un giocatore che crea troppe volte la superiorità numerica col dribbling pur essendo bravissimo nello stretto (solo 1,3 dribbling a partita secondo whoscored, la metà di Dybala). Preferisce far muovere il pallone e servire i compagni piuttosto che portare avanti il pallone con azioni personali.
In fase di possesso pertanto Eriksen si configura come un giocatore davvero completo, temibile e con grandi qualità in tutti i fondamentali. Inoltre è noto per una grande dedizione al lavoro e quindi anche di disponibilità sul campo a svolgere compiti di ripiegamento. Ovviamente però i suoi difetti maggiori risiedono proprio in fase difensiva e anche per questo motivo in Inghilterra, dove i ritmi di gioco sono molto più alti che in Olanda, la sua posizione è stata spostata 20 metri più avanti esulandolo da compiti difensivi troppo gravosi. Avrebbe senza dubbio sofferto la grande fisicità dei centrocampisti inglesi e sarebbe potuto senza dubbio risultare un punto debole da questo punto di vista.
In definitiva possiamo tranquillamente definire Eriksen come uno dei giocatori più talentuosi e interessanti del panorama europeo, e soprattutto uno di coloro che andrà maggiormente tenuto d’occhio nella doppia sfida col Tottenham. Gli inglesi sono una squadra con degli ottimi meccanismi e eccellenti individualità, soprattutto nel reparto offensivo, ma arginare la creatività del numero 23 danese vorrebbe dire ridurre notevolmente la pericolosità degli Spurs.