Per la 15a giornata di Serie A l’Allianz Stadium è teatro del derby d’Italia: Juventus e Inter si affrontano in un match che, classifica sottomano, conta maggiormente per la storica rivalità che per i punti in palio. I bianconeri staccano gli ospiti di ben 11 punti e hanno comunque un margine di 8 sulla seconda, il Napoli di Ancelotti. E’ diverso anche il peso del match di Champions League che attende le due squadre tra Martedì e Mercoledì: la Juventus va in Svizzera per ottenere contro il modestissimo Young Boys i 3 punti che le darebbero la certezza del primo posto nel girone; i nerazzurri hanno il dovere di vincere a San Siro contro il PSV Eindhoven per poter sperare di ottenere la qualificazione agli ottavi che però dipenderà dall’esito di Barcellona – Tottenham. Allegri deve fare i conti con l’assenza di Alex Sandro e dell’ormai lungodegente Khedira. La formazione pare quindi quasi obbligata: Szczęsny tra i pali; Cancelo, Bonucci, Chiellini e De Sciglio per la cerniera difensiva; Bentancur (in dubbio per un dolore alla schiena), Pjanić e Matuidi nei tre di centrocampo, Dybala come trequartista a sostegno di Cristiano Ronaldo e Mandžukić . Spalletti opta per il 4-3-3, modulo che già si è visto più volte nel corso della stagione. A sorpresa Gagliardini e João Mário accompagnano Brozović nel terzetto di centrocampo; davanti Perišić Icardi e Politano.
Il piano gara dell’Inter è di facile intuizione fin dai primi minuti: innanzitutto un pressing molto alto con Icardi che ha il compito di ballare tra i due difensori centrali, le mezz’ali che salgono o sul portatore di palla oppure per attaccare Pjanić ai fianchi mentre gli esterni hanno il compito di coprire l’ampiezza.
Con questo atteggiamento i nerazzurri cercano di far pesare la loro elevata fisicità col fine di recuperare il pallone alto e ripartire con grande rapidità. L’Inter, oltre a essere una delle squadre più fisiche del nostro campionato, ha la qualità di saper ripartire con tanti uomini velocemente e così facendo è riuscita a sfruttare a proprio vantaggio il nuovo modo di difendere della Juventus. Ormai siamo abituati in questa stagione a vedere la squadra di Massimiliano Allegri difendere in 7 con i tre davanti che rimangono alti per poter essere maggiormente pericolosi in transizione. Se nei match precedenti questo atteggiamento aveva destato preoccupazione solo nel primo quarto d’ora contro il Napoli, la partita con l’Inter è la prima in cui l’avversario riesce a creare problemi con continuità da un punto di vista tattico sfruttando sia la scollatura tra i reparti sia la fatica del centrocampo a coprire l’ampiezza con puntualità. Non a caso sono stati concessi più volte cross a palla scoperta dal lato sinistro bianconero mentre sul lato opposto in un paio di circostanze si sono sofferti i tagli verso l’esterno di Perišić alle spalle del terzino. In fase di possesso è stato senza dubbio importante il contributo di Icardi che più volte ha operato con grande sapienza tattica e accuratezza tecnica il ruolo di regista offensivo. Il numero 9 nerazzurro in più di una circostanza è riuscito a liberarsi dalla marcatura dei centrali difensivi juventini e di prima o al limite a due tocchi ha effettuato cambi di gioco di pregevole fattura. Per la fase di non possesso è risultata fondamentale la posizione di Brozović che ha giocato sostanzialmente a uomo su Dybala. La partita più che positiva del croato ha impedito alla Juventus, soprattutto nella fase centrale del primo tempo, di sviluppare l’azione per vie centrali. Il numero 10 bianconero ha fatto fatica a trovare tempi e spazi di gioco e una volta in possesso del pallone è stato poco lucido nelle giocate con parecchi passaggi sbagliati, anche per via della pressione portata dal mediano interista.
La Juventus dal canto suo ha iniziato discretamente bene la partita controllando il match per i primi 15 minuti. Non riuscendo a pescare Dybala libero tra le linee la manovra si è sviluppata perlopiù sulle fasce, in particolare quella sinistra, dove Ronaldo, De Sciglio e Matuidi hanno spesso combinato assieme alla ricerca del cross basso o alto verso Mandžukić o verso l’accorrente Dybala. Nei primi minuti i bianconeri sono anche riusciti con destrezza a eludere il pressing nerazzurro riuscendo a trovare superiorità numerica e posizionale sul lato sinistro. Con maggiore lucidità e pazienza la Juventus avrebbe potuto sfruttare meglio la notevole quantità di spazio lasciata dalle mezz’ali nerazzurre alle proprie spalle.
Così però non è stato perché il pressing e i ritmi degli ospiti hanno iniziato a dettare la partita e la Juventus, complice la staticità dei giocatori offensivi, ha fatto sempre più fatica a uscire in maniera pulita dalla propria metà campo. Inoltre l’inversione di fascia tra De Sciglio e Cancelo ha senza ombra di dubbio aumentato esponenzialmente la pericolosità sul lato sinistro grazie alle qualità nell’1vs1 del portoghese ma ha reso maggiormente prevedibile l’uscita palla al piede. Inoltre l’ex Inter ha concesso qualche lettura sbagliata sui lanci verso Politano che più volte è riuscito a crearsi lo spazio per crossare a palla scoperta. Anche il pressing non è stato portato dalla Juventus con la necessaria armonia consentendo all’Inter di uscire palla al piede e di sfruttare l’eccessiva distanza tra i reparti, situazione in cui gli uomini di Spalletti sguazzano più che volentieri. Dal 15° in poi l’Inter vive il suo momento migliore del match e crea anche le occasioni più importanti. La Juventus avrebbe dovuto palleggiare maggiormente per smorzare l’impeto avversario ma sia per meriti ospiti sia per demeriti propri non vi è riuscita. Nelle situazioni in cui la Juventus subisce cross o concede spazi in transizione Chiellini è stato clamorosamente decisivo trovando sempre il tempo e il modo giusto per chiudere le azioni avversarie. Per quanto riguarda le prestazioni dei singoli merita qualche riga anche Pjanić. Il bosniaco quest’anno da regista ha alzato notevolmente il suo rendimento rispetto all’anno scorso complice una Juventus maggiormente padrona del campo che gli consente di giocare sulla trequarti avversaria con fronte alla porta, zona del campo in cui si trova a suo agio. Nel match dello Stadium, per alcuni tratti il numero 5 bianconero è stato costretto a giocare molti palloni col baricentro di squadra molto basso e sono emersi alcuni limiti già visti l’anno scorso nella gestione del pallone a squadra schiacciata. Nel video sottostante la giocata su Matudi non è la migliore sia per la disposizione avversaria sia per il destinatario del pallone che soffre cronicamente nello scaricare di prima
Sul finale di primo tempo i bianconeri riprendono campo sopratutto con un sontuoso Cancelo sulla fascia sinistra che, oltre a creare il panico, costringe Politano a restare più basso. Nonostante qualche rischio da ambo le parti il primo tempo si chiude sullo 0-0.
Il secondo tempo segue la falsariga de finale del primo con una Juventus maggiormente prestante da un punto di vita fisico (in particolare Matuidi e Bentancur sono saliti in cattedra) e un’Inter più in difficoltà nel gestire il pallone. Ha senza dubbio aiutato anche la posizione di Mandžukić che in fase di non possesso si è abbassato a fare il quarto di centrocampo dando quindi un elevato supporto al centrocampo. Vedendo la sua squadra in difficoltà nel tenere il pallone Spalletti inserisce Borja Valero per Politano in modo tale da avere un giocatore più bravo nel palleggio rinunciando però alla pericolosità che Politano può garantire. La sensazione è che Spalletti abbia ritenuto ormai passato il miglior momento dei suoi e abbia cercato di abbassare i ritmi inserendo Borja Valero e molto probabilmente rinunciando alla ricerca della vittoria. Da qui in poi Joao Mario si sposta sul lato destro e prende il posto di Politano mentre il neo entrato, ex Fiorentina, oscilla tra le linee per aiutare la circolazione della palla. La Juventus però ormai ha preso le misure e riesce a gestire il pallone con relativa tranquillità effettuando pericolose sortite offensive sul lato sinistro. Ed è proprio da un’azione sulla sinistra che al minuto 66 la Juventus si porta in vantaggio: grande giocata di Cancelo che serve nell’area piccola Mandzukic il quale sovrasta fisicamente Asamoah e spinge di testa il pallone in rete.
Per gli ultimi 25 minuti l’Inter conferma la sensazione di non averne più e a nulla giovano gli ingressi di Keita e Lautaro Martinez. I bianconeri con gli ingressi di Douglas Costa e del rientrante Emre Can blindano la propria area di rigore senza concedere alcunché agli avversari.
Si è trattato senza dubbio di un match complicato per la compagine di Massimilano Allegri che ha rischiato di andare sotto nel risultato soffrendo per buona parte del primo tempo da un punto di vista tattico. Come però spesso capita nelle partite equilibrate i campioni fanno la differenza e quest’oggi Cacnelo si è dimostrato senza dubbio decisivo oltre al sempre presente Mandžukić. L’Inter ha giocato la partita fin quando ne ha avuto da un punto di vista fisico ma nel secondo tempo non riuscendo ad andare a ritmi elevatissimi si è vista la differenza di qualità tra le due squadre. Senza dubbio la Juventus dovrà lavorare sui problemi emersi nel primo tempo ma va considerato il logorio di un centrocampo che ha giocato tantissime partite nell’ultimo periodo. Intanto 43 punti in 15 partite. Non male.
Classe 1996, di Novara, aspirante magistrato, allenatore alle prime armi, appassionato (anche) di tennis e tifoso juventino fin da piccolo.