Ramsey è ancora recuperabile?

Le recenti dichiarazioni di Aaron Ramsey hanno generato un vespaio di polemiche intorno al centrocampista della Juventus. Il gallese, affermando che “con la giusta gestione posso restare in forma a lungo e giocare tante partite”, ha di fatto accusato il club torinese di non avergli garantito una corretta gestione, soprattutto a livello fisico (Ramsey ha parlato anche di metodi di allenamento).

Finora in stagione il 30enne di Caerphilly è apparso in appena tre partite di campionato, per un totale di 97 minuti giocati. In totale, Champions compresa, le presenze di Ramsey sono quattro, delle quali soltanto una da titolare. Nelle tre sfide di serie A durante le quali è sceso in campo (contro Udinese, Napoli e Sampdoria), l’ex giocatore dell’Arsenal è stato impiegato da mezzala in un centrocampo a cinque o da secondo mediano in una linea a quattro, cioè in linea con quanto affermato in estate da Allegri (“può giocare sia da play sia da mezzala”).

In queste uscite (media di 36’ a partita), Ramsey non ha convinto del tutto. Di per sé definibile come un attacking midfielder (centrocampista d’attacco), il gallese ha dato del suo meglio in carriera quando utilizzato prettamente in zone offensive, specialmente se lasciato libero di risalire campo in avanti. Questo è anche quello che accade nel Galles dove il c.t. Rob Page lo utilizza da no.10 col compito di scompaginare l’assetto difensivo avversario. La questione però non è tanto relativa al posizionamento in campo quanto piuttosto alle funzioni da svolgere che vengono richieste al gallese.

Ramsey infatti appare più come un giocatore di rottura (come in nazionale) che uno al quale affidare dei compiti precisi in campo, men che meno di gestione. La Juve è in grado di supportare un elemento del genere? Ad oggi queste funzioni nella squadra di Allegri sono ricoperte da Dybala, libero in possesso di spaziare sul fronte offensivo per cucire il gioco. Il gallese, con altre caratteristiche, potrebbe perciò riciclarsi come sostituto dell’argentino, diventando difficile una sua collocazione in altre zone del campo con compiti simili a quelli che ha in nazionale.

Detto questo, restano anche se non soprattutto le problematiche fisiche a spiegare il sottoutilizzo del no.8 bianconero. Ramsey come detto ha parlato di “corretta gestione” ma è chiaro come in nazionale possa essere utilizzato anche dopo aver fatto pochi allenamenti leggeri e con impegni che sono saltuari nel corso dell’annata. Nel club, invece, si gioca una o due volte a settimana. Può la Juventus pensare di dispensare il calciatore dai primi allenamenti della settimana e limitarlo ai lavori di rifinitura della vigilia? Potrebbe il club diminuire i carichi e il volume di lavoro complessivo del gallese, in modo da averlo più fresco per le partite di campionato?

Alla seconda domanda è praticamente impossibile dare una risposta, non conoscendo le tabelle di lavoro adottate alla Juventus. Sulla prima invece si può discutere. L’idea di tenere Ramsey più fresco in vista degli appuntamenti ufficiali potrebbe essere un’idea a mio parere percorribile, ma non risolverebbe la questione della collocazione in campo, né quella del minutaggio.

Di certo Ramsey ha ancora un anno e mezzo di contratto con i bianconeri. Al momento attuale, la scontentezza del ragazzo potrebbe portare più facilmente ad una cessione (a gennaio o in estate) che ad una permanenza fino a scadenza e, per questi problemi di difficile soluzione, nel caso in cui arrivasse un’offerta da fuori (Newcastle?) credo che la dirigenza juventina dovrebbe prenderla in seria considerazione.

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