La campagna europea della Juventus ha un ruolo cruciale non solo sul versante sportivo, ma anche su quello economico. I risultati europei influenzeranno in modo rilevante l’entità del “rosso” a bilancio previsto a giugno 2020 oltre ovviamente il valore del brand, uno degli ambiti sui quali l’amministrazione Agnelli è più impegnata.
Se consideriamo i premi di partecipazione, il market pool fisso, la classifica decennale UEFA e i risultati sportivi delle prime sei partite disputate, finora la Champions 2019-20 ha fruttato a Juventus FC un bottino che si aggira sugli 80 milioni di euro. Se ci aggiungiamo gli incassi dell’Allianz Stadium, la cifra cresce di altri 8,8 milioni a cui si aggiungeranno quelli per la gara di ritorno degli ottavi. Il tutto senza considerare una fetta derivante dal totale delle partite disputate da tutte le italiane nella Champions in corso, il cosiddetto “market pool variabile”. Riassumendo, possiamo dire che a oggi la Champions League 2019-20 ha fruttato alla Juventus poco meno di 90 milioni. Che supereranno i 100 in caso di approdo ai quarti.
La quota legata alla classifica decennale
UEFA divide i premi in denaro in varie voci. Una di quelle più impattanti del triennio 2018-2021 è la classifica storica, calcolata sulla base dei risultati ottenuti in Europa negli ultimi dieci anni.
Per la stagione 2019-20 Juventus è collocata al sesto posto della classifica decennale dietro a Real Madrid, Barcellona, Bayern, Atletico e Chelsea. L’anno scorso aveva davanti anche il Manchester United, scivolato poi al settimo posto. Questa classifica stabilisce il numero di quote che ogni squadra ha il diritto di intascarsi: 32 quote alla prima, 31 alla seconda, 30 alla terza, è così via. Per la Juve sesta le quote sono 27 e ogni quota vale 1,108 milioni di euro. Juventus ha quindi incassato 29,9 milioni derivanti da questa classifica decennale, introdotta da UEFA nella stagione 2018-19 con l’obiettivo di rafforzare le squadre più prestigiose e assicurarsi la partecipazione al massimo torneo continentale delle squadre più blasonate al fine di aumentare il valore commerciale della competizione. Ovviamente, proseguire nella Champions anno dopo anno contribuirebbe ad alzare il posizionamento della Juventus in questa classifica, aumentando di conseguenza il guadagno ad essa legato.
La quota legata alla partecipazione e ai risultati nel girone
L’UEFA prevede poi un premio di partecipazione ai gironi di Champions uguale per tutte e 32 le qualificate dii 15,25 milioni (acconto di 14,5 milioni e saldo di 750 mila euro).
Ogni partita dei gironi, poi, ha un valore in denaro: una vittoria vale 2,7 milioni, un pareggio 900 mila euro. La vittoria di Leverkusen, quindi, sebbene ininfluente sul piano strettamente sportivo, non era certo da sottostimare per il suo valore economico. Chiudendo il girone a 16 punti, frutto di 5 vittorie e 1 pareggio, la Juventus ha incassato dai risultati 14,4 milioni di euro. L’anno scorso i risultati nel girone avevano fruttato 10,8 milioni.
C’è anche da considerare un piccolo surplus derivante dalla redistribuzione dei premi non assegnati per via dei pareggi, che finivano per destinare 1,8 milioni a partita (900 mila euro per squadra) contro i 2,7 totali previsti in caso di partita finita con un vincitore. I soldi non assegnati per via dei 22 pareggi della fase a girone sono 19,8 milioni, di cui 1,3 milioni circa dovrebbero spettare alla Juventus (5 vittorie portano 5 quote da 260 mila euro ciascuna).
I premi legati ai risultati delle partite non sono più previsti dagli ottavi in avanti: conta solo esserci. Giocare gli ottavi ha garantito alla Juve 9,5 milioni. I quarti valgono 10,5 milioni di premio d’accesso, le semifinali 12, giocare la finale 15, vincere la finale 19 a cui vanno aggiunti anche 3,5 milioni per l’accesso alla Supercoppa Europea, la cui vittoria varrebbe 1 milione aggiuntivo.
Il market pool
Il market pool è legato al valore del mercato televisivo e commerciale delle singole federazioni e, per l’Italia, dovrebbe assegnare circa 50 milioni. La quota di market pool fissa è di circa 25 milioni e viene distribuita sulla base dei piazzamenti nelle leghe domestiche dell’anno 2018-19: il 40% ai campioni d’Italia, il 30% ai vicecampioni, il 20% ai terzi classificati, il 10% ai quarti. Alla Juve sono arrivati quindi 10 milioni, al Napoli 7,5, all’Atalanta 5 e all’Inter 2,5.
Gli altri 25 milioni verranno distribuiti in base a quante partite verranno giocate complessivamente dalle squadre di una stessa nazione. Solo alla fine della competizione per tutte e 4 le squadre italiane avremo una cifra definitiva. Fin qui alla Juve spetterebbero circa 6,67 milioni. Vediamo perché. Dopo i gironi sono state giocate dalle squadre di A 24 partite divise esattamente in parti uguali (6 per ciascuna, ovvero ogni squadra ha giocato un 25% del totale e i 25 milioni vanno divisi sulla base della percentuale delle partite giocate). L’eliminazione dell’Inter rompe l’equilibrio a favore delle tre superstiti, che dopo gli ottavi, comunque vada, avranno giocato 8 partite contro le 6 dei nerazzurri. Juve, Napoli e Atalanta saliranno quindi al 26,7%, l’Inter scenderà al 20%. Più una squadra va avanti e contemporaneamente una connazionale esce più quella squadra che prosegue incassa. Al momento, quindi, l’eliminazione dell’Inter è costata ai nerazzurri circa 900 mila euro: il bottino della squadra di Suning si è abbassato da 6,25 a 5,3 milioni e ciò che è stato perso dall’Inter va diviso in parti uguali tra le altre tre, che da 6,25 salgono a 6,67 milioni. Questa cifra è soggetta sia ad aumentare sia a calare e secondo Calcio e Finanza oscillerebbe tra un minimo di 5 milioni e un massimo di 9,3.