di Fabio Ellena
Quiz per veri conoscitori della storia bianconera. Qual è l’unica squadra professionistica che è uscita imbattuta dalle prime 6 partite ufficiali contro la Juventus? Troppo facile. Basta leggere il titolo dell’articolo… Ebbene sì, lo Spezia non è mai uscito sconfitto da un match contro la Vecchia Signora.
Juventus-Spezia, storia nata un secolo fa
Necessario un passo indietro. Anzi, un gran bel passo indietro. A quasi un secolo fa. Inizio degli anni ’20 del 1900. Non c’è ancora il girone unico di Serie A (nascerà solo nel 1929) ma il campionato di Prima Divisione suddiviso in gironi. Juventus e Spezia si trovano nello stesso raggruppamento per 2 stagioni consecutive: 1921/22 e 1922/23.
Il primo confronto si gioca a Torino esattamente 99 anni fa (30 ottobre 1921). In quel momento nessuno lo sa, ma entrerà nella storia bianconera. Non tanto per il confronto coi liguri: quel giorno esordisce tra i pali un certo Giampiero Combi, uno destinato a entrare nel mito. E non solo del club. Finisce 2-2, con il grande numero 1 che non può evitare il pari ospite a una manciata di minuti dalla fine. Sarà parità anche in Liguria, 1-1. A fine stagione, la Juventus arriverà davanti, ma senza ambizione di titolo. Lo Spezia non fa abbastanza punti per salvarsi, ma mantiene la categoria dopo che la fusione delle 2 squadre di Livorno che libera così un posto.
Un anno dopo, quasi stesso copione. Andata a Torino ed è di nuovo pari, senza neppure l’emozione del gol: 0-0. L’equilibrio si spezza al ritorno. La Juve non deve neppure lasciare il Piemont, la sfida si gioca a Casale Monferrato per la lunga squalifica che grava sul Comunale di La Spezia dopo gravi incidenti nel derby con il Genoa. Il lungo peregrinare non ferma i padroni di casa che si impongono 1-0 con gol di Amadesi. Quel giorno non c’è Combi, ma in campo ci sono il primo storico capitano Carlo Bigatto e Giuseppe Grabbi, il nonno di Ciccio. La gara è datata 11 marzo 1923. Segnatevi la data, soprattutto l’anno. Pochi mesi dopo per la Juve inizierà la vera svolta con l’approdo della famiglia Agnelli alla guida del club.
Juventus… più amichevole
In quel giorno di marzo del 1923 si interrompe la serie. Juventus e Spezia passeranno alcuni anni in gironi separati. i bianconeri inizieranno a dominare sotto la presidenza di Edoardo Agnelli mentre gli spezzini spariranno dai radar del grande calcio. Almeno fino al nuovo millennio, quando torneranno a incrociarsi con Madama nell’ormai celebrato campionato di B 2006/07, di cui si parlerà approfonditamente più avanti.
Ma in mezzo, ci sarà modo di organizzare alcune amichevoli. E la musica cambierà come per magia. O meglio, con la differenza di rango a farla da padrone. Quattro sfide e altrettante vittorie juventine. Con 2 che meritano un piccolo approfondimento.
Lo Spezia retrocede poco dopo e quando scatta il girone unico di Serie A non rientra nel novero delle big. Ma la voglia di calcio è sempre viva e nel 1932 lo stadio viene ammodernato e intitolato ad Alberto Picco (ex giocatore spezzino caduto durante la Prima Guerra Mondiale). L’evento merita una cornice speciale e viene invitata la Juventus Campione d’Italia, nel pieno del ciclo del Quinquennio. La squadra di Carcano vince 4-2 e sfata il tabù. Anche se non quello delle gare ufficiali.
Il Picco sarà teatro di altre 2 amichevoli in tempi più moderni. Una nel 1973 (0-2, in gol anche un giovanissimo Vincenzo Chiarenza) e una nel 1991. A pochi giorni dal ko di Marassi col Genoa che sancirà l’estromissione dalle coppe, la Juve di Maifredi si impone con Paolo Di Canio.
Estate 2006, l’ultima del Principe Igor
Non serviva vederlo coprire le spalle di Andrea Pirlo in panchina. I ricordi che Igor Tudor ha lasciato a tutti i tifosi della Juventus sono davvero tanti. Con il gol allo scadere del match con il Deportivo La Corona nel 2003 in cima a tutti.
Ebbene, il Principe Igor ha un conto in sospeso con lo Spezia. Risale all’estate 2006. Basta nominarla e si capisce tutto… Tudor viene richiamato da Deschamps per dare un po’ di esperienza al gruppo, ma quel campionato di Serie B non lo inizierà mai. Causa di un calvario iniziato proprio al termine di un test match contro i liguri.
La quarta amichevole della serie. Stavolta il teatro del match è il Trentino, regione che ospita i ritiri estivi di entrambe le squadre. L’occasione buona per organizzare un match per testare la condizione. È il 4 agosto, non sono ancora arrivati i Campioni del Mondo e neppure Ibrahimovic (ammutinato e già con la testa a Milano), ma a Rovereto c’è tanto entusiasmo per la Juve.
La sfida finisce 4-1 con reti di Chiellini, Bojinov, Nedved e Olivera. Ma di amichevole ha ben poco. L’arbitro tollera un po’ troppo la veemenza degli spezzini, decisi a fare bella figura. Gli animi si scaldano e il rientro negli spogliatoi è burrascoso. Tudor è una furia e ci vogliono 2 persone per provare a bloccarlo (uno dei 2 è chi sta scrivendo queste righe…)
Il croato ha rimediato una botta di cui neppure lui immagina la portata. In serata gli monta un febbrone da cavallo causato da un’infiammazione post traumatica. Un infortunio dei più bastardi, cui neppure un intervento chirurgico saprà porre rimedio. È il capolinea della sua esperienza a Torino: a fine stagione lascerà al termine della scadenza del contratto. Ma a 28 anni è di fatto la fine della carriera, che chiuderà poco dopo nella sua Spalato.
Fino alla fine… del girone
In quella stagione 2006/07, Juventus e Spezia tornano quindi a dividere lo stesso campionato. E pensare che appena un anno prima i bianconeri erano pronti per l’ennesimo Scudetto e i liguri a tentare l’assalto alla B. Il divario è netto e non potrebbe essere diversamente. Ma il campo dirà esattamente l’opposto.
Per smaltire le tossine di Rovereto c’è tempo. Spezia-Juventus è finita in calendario all’ultima giornata. Prima al Picco e poi all’Olimpico Comunale. L’andata è a fine gennaio e quando arriva sembrano passati 2 anni e non pochi mesi. La Juventus ha demolito la penalizzazione (passata da -17 a -9 dopo l’ultimo appello) e come da pronostici ha recuperato tutte le avversarie, una dopo l’altra. Superando anche momenti duri, come la scomparsa dello storico magazziniere Francesco Romeo e la tragedia di Vinovo con la morte di Alessio Ferramosca e Riccardo Neri.
Il giorno della Memoria
Spezia-Juventus si gioca quindi sabato 27 gennaio. È il Giorno della Memoria, l’anniversario dell’ingresso dell’Armata Rossa nel campo di sterminio di Auschwitz nel 1945. Una data che appena di un anno e mezzo prima quel 2007 le Nazioni Unite hanno deciso di designare per ricordare tutte le vittime dell’Olocausto.
Ma nella testa di troppi dei giocatori d Juventus e Spezia c’è invece il ricordo della sfida di 5 mesi prima. Gli animi sono caldi anche se a fine gennaio fa freddo. A dispetto della vetta ritrovata, la squadra di Deschamps non sta vivendo il top della condizione. È da poco arrivata la prima sconfitta, a Mantova. E prima di Natale l’Arezzo di Maurizio Sarri ha rimontato 2 gol all’Olimpico. E la condizione non brillantissima si vede anche al Picco.
In palio c’è il titolo platonico di Campione d’Inverno e l’obiettivo è non toppare. Per questo il tecnico francese manda in campo i pezzi da 90. Buffon in porta, davanti i 4 assi Camoranesi, Nedved, Trezeguet e Del Piero. Non basta neppure iniziare a spron battuto, a passare sono i padroni di casa con un colpo di testa di Confalone.
Lo Spezia di mister Soda è in piena lotta per non retrocedere e gioca davanti al suo pubblico. A nessuno sugli spalti interessa allungare la striscia di imbattibilità, ma il tabù gioca la sua parte. Soprattutto quando la Juve resta in 10 per il rosso a Giannichedda. Nel finale entrano anche Palladino, Marchionni e De Ceglie per evitare il secondo stop di fila in trasferta.
Per metterci la pezza ci vuole Pallone d’Oro! Pavel Nedved scaglia una botta da fuori area a tempo scaduto. Una prodezza che ricorda tanto quella di Piacenza nel 2002 a 14 giorni dal 5 maggio. E anche l’esultanza non è da meno, con il ceko che zittisce con tutto lo stadio. Non serviva quello per ricordare gli strascichi trentini. E meno male che non c’era Tudor…
Tutto è bene quel che finisce bene
La Juventus porta a casa il punto, approfitta del pari tra Napoli e Genoa nello scontro diretto e mantiene la vetta: è titolo d’inverno. Non così scontato, almeno dopo Rimini.
Come finisce quel campionato lo sanno tutti. I bianconeri non staccano più il piede dell’acceleratore. Almeno fino al 5-1 in casa dell’Arezzo che ha richiamato Antonio Conte.
Proprio Conte, la Juventus e lo Spezia daranno luogo all’ultima giornata a un triangolo molto pericoloso. E anche brutto da ricordare. Già promossi e senza più Deschamps (Didier si è dimesso), i bianconerigiocano infarciti di ragazzi e perdono 3-2 contro i liguri. Liguri che agguantano i playout mandando all’inferno l’Arezzo. Conte che per un pomeriggio dimentica i trascorsi juventini e non le manda a dire ai suoi ex compagni.
Una vittoria fondamentale e storica per lo Spezia. Anche per le statistiche. Come detto in apertura, mai nessuna squadra aveva raggiunto le 6 gare di fila senza sconfitte contro la Juventus. Per la cronaca, Genoa e Casale si sono fermate a 5. Un motivo in più per mettere ancora un po’ di pepe al match di domenica a Cesena. Dove invece Madama è sempre di casa. Sarà così anche stavolta? Facendo una battuta, Pirlo potrebbe essere il primo allenatore a fermare il tabù. In tempo di magra si porta a casa tutto…
Un occhio extracalcio
Quel sabato 27 gennaio 2007 regala altre 2 emozioni sportive tutte al femminile. Carolina Kostner vince gli Europei di pattinaggio di figura a Varsavia, Mentre Serena Williams strapazza Maria Sharapova (6-1/6-2) e vince gli Australian Open.
Di tutt’altra natura ciò che succede in Calabria. Dovrebbe essere un pomeriggio di sport a Luzzi, in provincia di Cosenza. Invece il match di terza categoria tra Sanmartinese e Cancellese finisce in tragedia. Altro che la tensione di Spezia-Juventus, lì si arriva alle mani con tanto di invasione di facinorosi. Volano un paio di colpi di troppo e a farne le spese è Armando Licustri, 40enne dirigente accompagnatore della Sanmartinese che stramazza a terra privo di vita. Una brutta pagina per tutto il calcio italiano. E non solo!