Juventus sempre a rischio quando ha di fronte la Sampdoria al Ferraris. Stadio in cui sono anche maturate vittorie fondamentali. Come quella del febbraio 1995 firmata dall’ex Vialli e da dedicare ad Andrea Fortunato.
Riparte dallo stadio Ferraris di Genova Marassi il girone di ritorno della Juventus. La squadra di Andrea Pirlo è chiamata a una delle trasferte più ostiche, su un campo dove in passato sono stati festeggiati degli Scudetti (quello del 1977 e più recentemente quello del 2015). O superati esami chiave. Come quello della stagione 1994/95, quando i grandi ex Marcello Lippi e Gianluca Vialli confezionarono un successo fondamentale sulla via del tricolore. Con una dedica speciale.
Missione: chiudere bene febbraio
Sampdoria-Juventus è in calendario alla 4a giornata di ritorno, in programma nell’ultima domenica di febbraio del 1995. Si gioca in posticipo e la Liguria si regala un’altra serata di gala dopo una settimana di Festival di Sanremo. La 45a edizione della kermesse canora ha appena incornato Giorgia nuova regina: “Come saprei” sarà uno dei brani più ricordati di sempre.
In quel momento della stagione, Marcello Lippi forse non sa ancora come si vince uno Scudetto. Ma sta lavorando per quello. In compenso conosce molto bene Marassi e tutto l’ambiente. Compresa un’ostilità sportiva verso la Juve. In quella famosa domenica del 1977, mentre i bianconeri festeggiavano lo Scudetto dei 51 punti, lui e i suoi compagni blucerchiati si rammaricavano per la retrocessione in Serie B.
Ma ora non c’è tempo per far riaffiorare quel passato e il tecnico viareggino ha una missione da compiere. Intanto confermare il buon momento della squadra. Presa la testa del campionato dopo l’exploit di Parma a inizio gennaio, i suoi hanno avuto un paio di sbandate rumorose (un 3-0 patito a Cagliari e un ko nel recupero del derby). Ma sono anche reduci dai successi su Brescia, Bari e Napoli. Tanto che il distacco sui gialloblu è attestato su 6 punti.
La visita di Fortunato: che carica per il gruppo!
A stemperare la tensione nel ritiro genovese, ci pensa un evento che tira su il morale di tutta la comitiva. Vialli e soci ricevono una visita speciale: quella di Andrea Fortunato. Il ragazzo salernitano non vede la squadra da mesi, in pratica da quando gli è stata diagnosticata la leucemia.
Da allora è stata una battaglia dietro l’altra. Sempre lontano dai compagni che, in campo, giocano anche per lui. E in quella domenica di fine febbraio, nella Genova che conosce bene, Andrea può riabbracciare per un pomeriggio i suoi amici. E dare loro una spinta in più verso il traguardo.
Una domenica spensierata. Ma nessuno sa in che ruolo giocherà il destino con Fortunato, da lì in avanti. Destino che 2 mesi dopo, il 25 aprile, se lo porterà via. Lasciando un vuoto incolmabile in tutto il mondo bianconero. E non solo.
In campo seguendo l’esempio di Andrea
La gradita visita di Andrea Fortunato fa passare in secondo piano anche le notizie arrivate dagli altri campi. Una su tutte, quella da Parma dove la squadra di Scala ha vinto lo scontro diretto con la Lazio. E ora si candida più che mai a unica inseguitrice dei bianconeri.
I gialloblu si riportano per qualche ora a -3 mettendo ulteriore pressione al gruppo. Che a Genova si presenta senza Roberto Baggio, Conte e Paulo Sousa. E con Del Piero recuperato in extremis dopo un’influenza che lo ha debilitato in settimana.
Lippi matte questo 11: Peruzzi in porta, difesa con Ferrara, Torricelli, Kohler e Carrera, Deschamps, Marocchi e Di Livio a centrocampo, davanti Del Piero, Ravanelli e l’altro grande ex Gianluca Vialli.
La Sampdoria ha un potenziale enorme. Forse non all’altezza di quello dello Scudetto di 4 prima. Ma gli elementi a disposizione di Sven Goran Eriksson fanno paura: c’è Walter Zenga tra i pali, il faro continua a essere Roberto Mancini, ci sono Gullit e Mihajilovic, oltre a 3 futuri bianconeri quali Vierchowod, Lombardo e Jugovic. Manca invece David Platt, ex del match.
La forza della rosa si vede anche nella classifica. I blucerchiati sono in lotta con le romane per il terzo posto. E il ko della Lazio a Parma è un’iniezione di fiducia non da poco.
In più, c’è la gara d’andata a far alzare il livello di guardia di Lippi: a fine settembre c’erano voluti una giocata di Del Piero e un guizzo di Di Livio per risolvere una pratica ostica.
Una cosa è certa ancora prima di uscire dal tunnel di Marassi: ci sarà da soffrire. E da lottare, proprio come sta facendo Andrea Fortunato nella sua partita della vita.
Pericolo scampato
Infatti c’è da soffrire. E tanto. Eriksson ha preparato una partita d’attacco e vuole vincere. I suoi partono a spron battuto e mettono sotto i bianconeri dal punto di vista del gioco. Alla fine del primo tempo lo 0-0 è il risultato più giusto, anche se Peruzzi ci ha dovuto mettere una pezza.
Al ritorno dagli spogliatoi è invece un monologo blucerchiato. La Samp spinge e affonda quando vuole. Soprattutto a destra, dove Attilio Lombardo è una spina nel fianco e Torricelli fatica ad arginarlo. Per fortuna dei bianconeri, “Popeye” non è in gran serata in fase realizzativa: grazia 3 volte il Cinghialone con tiri ravvicinati, colpendo anche un palo clamoroso. E in un’altra occasione è Ciccio Marocchi a immolarsi su una botta a colpo sicuro di Claudio Bellucci.
Marcello Lippi è uomo di mare e sa come uscire dalle tempeste: dentro Jarni e fuori uno stremato Del Piero, non al meglio. Sembra la classica mossa per blindare il pari e portare a Torino un punto d’oro. E invece…
Il capolavoro di Vialli
Quando mancano 10 minuti alla fine, la Juve pesca il jolly. O meglio, lo fa Gianluca Vialli che inventa di sana pianta una delle sue giocate da fuoriclasse: riceve palla sulle tre quarti blucerchiata, con una finta di corpo mette fuori causa Vierchowod, tiene botta sulla carica di Mihajilovic, entra in area e spara un destro tutta potenza sul primo palo che non dà scampo a Zenga.
È sicuramente uno dei capolavori del bomber di Cremona. E uno dei più importanti per il cammino verso lo Scudetto. Una prodezza da dedicare all’amico Andrea Fortunato. A cui un paio di mesi dopo renderà omaggio, da vero capitano, durante la commovente cerimonia funebre.
Un’altra tappa superata
A fine partita, Lippi sa di aver superato un altro esame. Per sua stessa ammissione, la Samp ha dominato la prima parte della ripresa e avrebbe meritato di più. Ma il Marcello sa che questo modo di reggere l’urto è un’arma che i suoi stanno assimilando giorno dopo giorno. Forse perché abituati alle fatiche settimanali col “marine” Giampiero Ventrone.
La vittoria di Genova è di quelle che a fine campionato verranno cerchiate di rosso e catalogate come fondamentali. In quel momento, con la primavera che incalza, però c’è ancora tanto da fare.
Prima ancora di pensare al match di Milano con l’Inter (in calendario 7 giorni dopo), c’è da ributtassi in Europa. I bianconeri sono attesi dalla trasferta di Francoforte per i quarti di Coppa Uefa. L’Eintracht fa salire il grado di difficoltà dopo i 6 successi su 6 nei primi 3 turni, resi abbordabili con prestazioni autorevoli.
Intanto anche la Sampdoria attende la ripresa della Coppa delle Coppe. Dato che sarebbe di per sé trascurabile, se non fosse che i blucerchiati se la vedranno col Porto dell’ex juventino Rui Barros. Eliminandolo – nonostante il ko patito all’andata proprio a Marassi – e confermando così la tradizione favorevole delle italiane contro i dragoni di Portogallo.