Juventus e Spezia non si sono mai affrontate prima a Torino in gare di Serie A. I 3 precedenti disputati in altrettanti stadi diversi e con i bianconeri mai vittoriosi. Nel 2007, contro i liguri, fine dell’incubo Serie B.
Un altro piccolo tassello vicino a essere riempito. Juventus e Spezia pronte ad affrontarsi per la prima volta a Torino in un match del campionato di Serie A. Prima di questa sfida infrasettimanale, bianconeri e liguri si sono incontrati nel torneo di Prima Divisione (2 volte, quasi un secolo fa) e una nell’ormai celebre Serie B 2006/07. Anzi, quella sfida fu l’ultima prima del ritorno sul palcoscenico principale.
In principio fu corso Sebastopoli
Come anticipato, il confronto tra Juventus e Spezia ha una particolarità. Le 3 gare ufficiali in casa bianconera sono state disputate in altrettanti impianti diversi.
Per il primo, bisogna tornare indietro di quasi un secolo. È il 30 ottobre 1921, la Juventus è a 2 giorni dal suo 25° compleanno. Venticinque anni in cui il club ha vissuto qualche alto e basso ma ora sta trovando la sua stabilità. Tanto da aver già in cantiere la nuova casa: uno stadio tutto suo.
Il campo di corso Marsiglia è in costruzione e il campionato di Prima Divisione 1920/21 è l’ultimo da affrontare nel vecchio impianto. Quello di corso Sebastopoli (zona Piazza d’Armi a pochi passi dall’area che sarà scelta per il Comunale) dove la squadra gioca fin dal 1908.
È la Juve di Carlo Bigatto, il primo storico capitano. Ma in quel pomeriggio di autunno è un altro il personaggio che inizia a far parlare di sé. È un quasi 19enne che si schiera tra i pali. Il suo nome è Giampiero Combi e difende la porta juventina per la prima di 370 partite ufficiali.
Non è un esordio indimenticabile, i 2 gol spezzini costringono i padroni di casa al pareggio. E anche la festa di compleanno è rimandata. Ma quel ragazzino avrà modo entrare nel cuore dei tifosi. E non solo per le tante vittorie che contribuisce a portare a casa.
Un anno dopo, tutti in in corso Marsiglia
Juventus e Spezia si ritrovano di fronte un anno dopo. Sempre a Torino, sempre in autunno (questa volta è il 5 novembre). Ma il teatro della sfida è cambiato. Il nuovo stadio di corso Marsiglia è pronto ed è stato inaugurato un paio di settimane prima con un successo a spese del Modena.
In attesa che nel destino entri la famiglia Agnelli (è questione di mesi), il club è già nel futuro. Lo stadio è di proprietà, costruito in muratura e avrà l’impianto di illuminazione. Anche dal punto di vista della squadra c’è una novità al passo coi tempi: un allenatore professionista quale il magiaro Jeno Karoly. Sarà lui a riportare lo Scudetto a Torino nel 1926, anche se non potrà godersi l’impresa dei suoi ragazzi, stroncato da un infarto proprio pochi giorni prima del trionfo.
Curioso che a prendere il suo posto sarà colui che quel 5 novembre siede sulla panchina dello Spezia e contribuisce a strappare lo 0-0 finale: Josef Violak, anche lui ungherese e puro esempio di player-manager.
Il pareggio costituisce la prima mezza delusione dei tifosi juventini nel nuovo campo. Ma ci sarà modo di rifarsi. Proprio lì maturano il già citato Scudetto del 1926 e lo sbocciare di della squadra del Quinquennio.
In corso Marsiglia, il club rimarrà fino al 1933, quando Torino si doterà di un grande impianto al passo coi tempi: quel Comunale che sarà protagonista fino al 1990. E anche qualche anno dopo.
La parentesi Olimpico e il purgatorio della B
Nel 2006 è già previsto che il Delle Alpi, costruito in occasione dei Mondiali del 1990, cessi la sua breve esistenza. Pronto per diventare la nuova casa della Juventus. Di nuovo un impianto di proprietà, come quello di corso Marsiglia.
Per questo è previsto almeno un lustro da trascorrere nel vecchio Comunale. Nel frattempo ribattezzato Olimpico dopo aver ospitato le cerimonie di apertura e chiusura dei Giochi Olimpici invernali.
Quello che i tifosi di Madama però non si aspettano è che nel teatro di grande vittorie, bisogna conquistare un traguardo impensabile: la promozione dalla B alla A. Questa è l’eredità che ha lasciato Calciopoli.
Missione compiuta come da previsione, suggellata proprio in un match casalingo contro lo Spezia. Che chiude un calvario durato 42 partite.
Quando la sfida va in scena è il 10 giugno 2007, a quasi un anno dal trionfo Mondiale di Germania. I bianconeri hanno già scritto la parola “BASTA” il 19 maggio, battendo 5-1 l’Arezzo di Antonio Conte. Ma prima di chiudere in passerella contro i liguri c’è un altro colpo di scena. Didier Deschamps, allenatore della cavalcata juventina, rassegna le dimissioni a compito portato a termine. Le ultime 2 partite le guiderà il suo vice Giancarlo Corradini.
Conquistato l’obiettivo, c’è modo di far riposare alcuni protagonisti e dare spazio al resto del gruppo. Compresi i tanti giovani che si sono messi in luce. Nella prima delle 2 gare, l’esperimento va maluccio e la squadra torna sconfitta da Bari.
Per la gara contro lo Spezia ci si attende di meglio. Se non altro perché è l’ultima occasione di salutare i tifosi che, mai come in questa stagione, sono stati uomo in più per Nedved e compagni. Olimpico esaurito in attesa della premiazione finale e pomeriggio aperto dallo show del tifoso doc Paolo Belli. Tutti vogliono chiudere questa parentesi al meglio, prima di tornare sul territorio più conosciuto della massima serie.
Da Trezeguet… a Padoin
Se per la Juventus gli ultimi 90 minuti sono di pura passerella, per lo Spezia valgono una stagione. I liguri sono in piena corsa per evitare la retrocessione in C, duellando proprio con l’Arezzo di Conte, impegnato a Treviso.
Quella guidata da mister Soda è squadra ostica, come dimostrato all’andata. Solo un gol di Nedved a tempo scaduto evitò un ko al Picco dopo 90 minuti ad alta tensione.
Stavolta il ceko non c’è. Così come Buffon, Camoranesi e Chiellini. In campo ci vanno invece sia Del Piero che Trezeguet. Il capitano deve difendere la vetta della classifica marcatori, forte dei suoi 20 gol. Il francese ha ancora voglia di lasciare segni. E lo farà. Oh se lo farà…
Gli ospiti arrivano all’Olimpico con un certo Davide Nicola in campo, oltre a un paio di ex ragazzi del Combi quali Marco Gorzegno e Tomas Guzman. Ma senza timori reverenziali, provando a far valere le maggiori motivazioni.
La chiave è tutta qui. Lo Spezia deve vincere e si gioca la stagione. E passa al 26’ con Pecorari che insacca a due passi da Mirante. I padroni di casa la riacchiappano subito. Trezeguet si libera in area mette dentro il 15° gol stagionale. E lo fa presente a tutti, soprattutto a chi siede in tribuna. Pochi gesti che non richiedono l’intervento di un perito. “Segno 15 gol e volete mandarmi via”: parola più, parola meno, il concetto di David non sfugge. Tanto per mettere altro pepe su un finale di stagione che tutti avrebbero sperato più tranquillo.
Mentre le immagini di Trezegol iniziano già a fare il giro del web, a diventare protagonista è Antonio Mirante. Un altro ragazzo del Combi che, dopo un anno a fianco di Buffon, dimostra i miglioramenti: 3 interventi da campione e il risultato resta 1-1 all’intervallo.
Lo stesso di Treviso, dove però i padroni di casa sono già in 10. Conte ha in programma una ripresa a una porta sola per il suo Arezzo. E le notizie dal Veneto metteranno non poca pressione allo Spezia: altri 2 gol toscani e un altro rosso per i locali chiudono in fretta i giochi.
Corradini abbassa ancora l’età media mandando dentro Paolo De Ceglie e Raffaele Bianco. La concentrazione di casa Juve è tutta riassunta in quello che accade all’11. Il lancio lungo del portiere Santoni si trasforma in un assist per Guidetti che anticipa tutti e mette dentro il 2-1.
Come nel primo tempo, la Giovane Vecchia Signora reagisce ed è proprio Bianco a farsi trovare pronto per il 2-2. È l’ultimo gol del campionato, che chiude una striscia aperta all’esordio a Rimini da Matteo Paro. Il modo migliore per sottolineare il contributo dei tanti ragazzi del vivaio alla scalata verso la promozione.
Ma è un gol che non porterà punti. All’ultimo assalto è Padoin a lanciare il cuore oltre l’ostacolo e a insaccare il 3-2. Per la cronaca si tratta di Nicola Padoin e non di Simone, ma è un cognome che negli anni successivi sarà molto legato alla Juve di Conte.
Già, Antonio Conte. È lui a pagare il prezzo più alto del risultato dell’Olimpico. La Juve finisce il suo purgatorio in B con una figura non delle migliori. Ma l’Arezzo saluta la categoria e retrocede direttamente. Non così lo Spezia che si guadagna un surplus di speranza e se lo giocherà al meglio, mandando ko nel doppio playout il Verona. Che a 22 anni dallo Scudetto torna in C.
Spezia, tradizione favorevole a Torino
Il 3-2 finale vale allo Spezia un pezzo di salvezza. Ma anche un altro primato: quello di continuare la striscia di imbattibilità contro la Juventus.
Comprese le 4 gare degli anni ’20, i liguri fanno salire il bilancio a 2 vittorie e 4 pareggi. Ma soprattutto zero sconfitte. Una tradizione durata fino allo scorso 1 novembre, quando sul neutro di Cesena sono stati Morata, Rabiot e una doppietta di Cristiano Ronaldo a iniziare a rimettere le cose a posto. Con l’obiettivo di fare altrettanto martedì, in quello che sarà il primo Juventus-Spezia di sempre allo Stadium.
Gli ultimi verdetti
Domenica 10 giugno è giornata di verdetti. Oltre alla già citata retrocessione dell’Arezzo, ecco la promozione diretta di Napoli e Genoa. Basta uno 0-0 senza farsi male nello scontro diretto del Ferraris per tenere il +10 sulla quarta che non fa scattare i playoff.
La Juventus si gode la sua festa nonostante il ko. E mette una perla in più alla sua collezione: nonostante lo 0 dell’ultima giornata, Alessandro Del Piero porta a casa il titolo di capocannoniere. Il bolognese Claudio Bellucci ne segna 2 ma si ferma a 19, a un solo centro dal capitano. Che, tanto per gradire, concederà il bis nella stagione successiva, quella del ritorno in Serie A.
Giornata da fuoriclasse
Oltre a Del Piero, altri 2 fuoriclasse vivono un 10 giugno di festa. Rafa Nadal batte Roger Federer e vince gli Open di Francia confermandosi il migliore al mondo sulla terra rossa.
Dal Canada arriva la conferma della nascita di una nuova stella dell’automobilismo. Al suo 6° GP, Lewis Hamilton ottiene la prima vittoria. La prima di tante del pilota inglese che segnerà tutta la recente storia della F1.
Un destino che lo accomunerà proprio alla Juve che, con l’arrivo al timone di Andrea Agnelli, inizierà un periodo di nuove vittorie. Iniziato un po’ quel 10 giugno dopo una partita ininfluente contro lo Spezia.