Dopo l’andata in Portogallo, Juventus e Porto pronti ad affrontarsi anche in Italia. A Torino, doppio successo bianconero nei 2 precedenti. Nel 2001, tris firmato da Del Piero, Montero e Trezeguet che valse il passaggio alla seconda fase di Champions.
Juventus-Porto atto secondo. A 3 settimane dal match d’andata giocato a in Portogallo, ecco il momento del ritorno. In palio un posto nei quarti di finale della Champions League 2020/21. E un nuovo capitolo della finora breve storia dei confronti tra Vecchia Signora e Dragoni lusitani.
Atto terzo a Torino
Juventus-Porto atto terzo, se prendiamo in considerazioni le sole gare giocate a Torino. Il match del 16 maggio 1984, finale di Coppa delle Coppe, è entrato nel mito. Dando vita a un duello fino a quel momento inedito. E che negli anni a seguire si è riproposto di rado, nonostante le 2 rivali siano ospiti fissi della Champions League.
Prima della doppia sfida in corso, bianconeri e lusitani si sono incrociati 2 volte nella massima competizione europea. Con il fattore campo sempre decisivo nelle gare giocate sotto la Mole.
Se quello del 2017 è stato di fatto una formalità, considerato il 2-0 strappato dalla squadra di Allegri al Dragao, ben altro valore ha avuto il confronto diretto del 2001. Il primo di sempre a Torino.
2001, obiettivo secondo turno
Nella stagione 2001/02, Juventus e Porto si trovano per la prima volta nello stesso girone di Champions League. In compagnia dei norvegesi del Rosenborg e degli scozzesi del Celtic.
Un raggruppamento da non sottovalutare per la squadra di Marcello Lippi. Con il Rosenborg c’erano stati un paio di incroci pericolosi nel primo ciclo vincente del viareggino. I britannici hanno la carica in più di una finale programmata nella loro Glasgow. E con i lusitani basta ripescare il ricordo di 17 anni prima, in una finale continentale.
Ma le incognite maggiori, la Signora ce le ha in casa. La rivoluzione estiva sarà stata digerita in tempo per fare subito la voce grossa anche in Europa?
Juventus-Porto è in programma alla 5a giornata. In calendario martedì 23 ottobre. Sfida decisiva per entrambe, alla ricerca del lasciapassare con 90 minuti di anticipo. Alla vigilia, la classifica del Gruppo E è cortissima. Bianconeri avanti con 8 punti (frutto di 2 successi in casa e 2 pareggi, tra cui quello di Oporto), Porto a seguire con 7 e Celtic a ruota a 6. Rosenborg tagliato fuori con un solo punto, tra l’altro strappato in rimonta a Del Piero e soci nel match in Norvegia.
Operazione riscatto
Ma come ci arriva la Juventus al 23 ottobre? Se in Europa il cammino è stato lineare – da perfetta media inglese secondo un vecchio dettame -, in patria le cose non sono andate altrettanto bene.
Dopo le 3 vittorie iniziali in campionato, tra cui quella in rimonta con la rivelazione Chievo Verona, i bianconeri hanno iniziato a perdere colpi. Di fatto all’indomani dell’11 settembre e del match non disputato a Oporto. Nelle successive 4 uscite, spiccano 3 pareggi (tra cui il clamoroso 3-3 nel derby) e il ko interno contro la Roma Campione d’Italia. In più l’ultima gara, al Dall’Ara di Bologna, si è portata dietro anche la grana Salas: rottura dei legamenti e stagione finita per il Matador.
Dopo 7 partite, il distacco è già di 4 punti dalla vetta, occupata proprio dal Chievo di Gigi Delneri. Ma anche di 2 da Milan e Inter che si sono appena affrontate nel derby.
L’operazione Lippi bis fatica a ingranare. Soprattutto faticano i nuovi. Pavel Nedved su tutti, ancora alle prese con la ricerca di se stesso e di un ruolo in cui essere determinante.
Il ko del cileno, che si unisce all’infortunio che per un mese ha lasciato fuori Nick Amoruso, ha fatto mugugnare più un tifoso.
La spinta di Umberto Agnelli
Juventus-Porto non è e non può essere considerata una finale. Ma di sicuro una tappa importante. Quanto meno per l’opportunità di qualificazione anticipata, con spostamento di attenzione tutta sul campionato.
C’è di parla di frizioni tra Lippi e Moggi per la rosa troppo corta, soprattutto in attacco (vi ricorda qualcosa?) A tranquillizzare l’ambiente ci pensa Umberto Agnelli. Il Dottore ha la fama di uno capace di distribuire serenità e lo fa anche a migliaia di chilometri di distanza. Direttamente da Tokyo, lancia il suo proclama: «Non si può negare che la squadra stia faticando, anche se i conti si fanno sempre alla fine. Comunque ci sembra che abbia ancora un grande potenziale. Vedremo se riuscirà finalmente a esprimerlo».
Clima teso in tutto il mondo
Juventus e Porto si trovano di fronte a Torino per il 5° turno. Il primo match è stato un’odissea per i bianconeri, costretti a un doppio viaggio a Oporto. Dopo la choccante trasferta dell’11 settembre, c’è stata quella del 10 ottobre per il recupero finito a reti bianche.
L’eco degli attentati di New York non si è ancora spenta. E 40 giorni dopo il terrorismo continua a far paura con un nuovo attacco, meno televisivo ma altrettanto pericoloso: le lettere all’antrace. Ogni giorno giungono voci dagli USA di missive contenenti sostanze pericolose e si inizia a parlare di guerra batteriologica.
Anche in Italia l’attenzione è massima e ogni lettera sospetta fa sussultare. Per fortuna, ci si ingegna per distrarsi dai problemi. Internet è ancora agli albori: una ricerca di quei giorni indica in 11 milioni gli italiani che hanno navigato almeno una volta negli ultimi 3 mesi.
C’è ancora mamma tv a fare la voce grossa. O rassicurante. Così “La vita è bella”, il film da Oscar di Roberto Benigni, lunedì 22 incolla 16 milioni di spettatori davanti agli schermi. Ascolti quasi da Sanremo, una risposta di qualità al “Grande Fratello” che in quei giorni vive la sua seconda edizione.
Un tris che vale il pass
Martedì 23 ottobre il palinsesto dei tifosi bianconeri non ha opzioni. Tutti collegati sull’allora Stream per la sfida col Porto.
Juventus in completo total black. Oltre a Salas, Lippi non può contare neppure su Antonio Conte. Il viareggino punta su Buffon tra i pali, difesa con Tudor, Thuram, Montero e Paramatti, a centrocampo Tacchinardi e Davids centrali, Nedved a sinistra, Zambrotta a destra. Davanti con il bomber Trezeguet (già 3 volte a segno in Europa) e Del Piero, in campo con tanto di mano steccata.
Nel Porto gli occhi sono puntati su Deco e su una vecchia conoscenza come Costinha, mentre in difesa c’è quel Jorge Andrade la cui avventura in bianconero, nel 2007, durerà una manciata di partite. Prima dell’ultimo grave infortunio della sua carriera.
L’avvio bianconero non è proprio quello auspicato. Dopo poco più di 10 minuti, punizione di Deco da destra, Clayton spizza di testa quel tanto che basta per superare Buffon e portare avanti i suoi.
La reazione si fa attendere un po’ ma arriva intorno alla mezz’ora. Altro piazzato, ma questa volta in posizione centrale, praticamente sulla mattonella di Del Piero. Il capitano ha la mano sinistra fratturata, ma il piede destro funziona a meraviglia e la sua parabola pesca l’angolo giusto. Il numero 10 non segnava in Champions, al Delle Alpi, dalla tripletta nella semifinale del 1998 con il Monaco. Anche allora con una pennellata capolavoro. E anche allora con Costinha in campo come avversario (suo il gol monegasco nel 4-1 finale).
Al riposo si va sull’1-1 e le 2 squadre sono raggiunte da una notizia non del tutto prevista. In Norvegia, il Rosenborg sta sculacciano il Celtic grazie a una doppietta di Brattbakk. Ergo, con una vittoria si vola al turno successivo senza passare dal via.
L’occasione è ghiotta e l’approccio all’uscita degli spogliatoi è quello giusto. Dopo 2’, Del Piero ricama un corner da sinistra, a centro area spunta la testa di Paolo Montero in versione bomber: palla in buca e Juve avanti.
Anche per i lusitani la vittoria varrebbe il passaggio del turno e rimettono la testa fuori. Lippi nota segni di stanchezza e corre ai ripari: fuori Zambrotta e dentro Zenoni. La classica mossa conservativa, che un minuto dopo viene quasi meno perché il vantaggio cresce ancora. Nedved regala uno sprazzo di quel fuoriclasse che presto diventerà la normalità: il ceko ruba il tempo a Ibarra al limite dell’area portoghese e centra basso per Trezegol che insacca alla sua maniera. Poker in coppa per il francese e tris per la Juve che sbanca il tavolo.
È un 3-1 che regala un po’ di serenità. La missione Champions è superata, con qualificazione e vittoria nel girone con un turno di anticipo. E anche un po’ di fiducia in vista dello scontro diretto con l’Inter in programma 3 giorni dopo.
I conti si fanno alla fine
Nell’ultimo turno, il rocambolesco 4-3 subito a Glasgow (ancora doppietta di David e gol di Del Piero) non cambia la sostanza. Neppure per gli scozzesi a cui non riesce il sorpasso all’ultima curva sul Porto vittorioso sul Rosenborg. Purtroppo per Buffon e soci sarà l’ultimo viaggio stagionale in Scozia: alla finale di Glasgow ci arriveranno in modo trionfale l’amico Zizou Zidane e il suo Real Madrid.
Ma la Juventus avrà modo di rifarsi con gli interessi in Italia. Appena la squadra avrà trovato la sua rotta, con un Nedved trascinatore in più e con il ritorno di Zalayeta, i bianconeri recupereranno posizioni fino allo Scudetto del 5 maggio e alla finale di Coppa Italia, persa con il Parma.
Traguardi neppure pronosticabili quel 23 ottobre. Ma, come disse Umberto Agnelli, “i conti si fanno alla fine!”