Juventus e Inter di nuovo di fronte a una settimana dalla semifinale d’andata, risolta da Ronaldo a San Siro. Lo Stadium torna a ospitare un match di Coppa Italia tra le 2 rivali a distanza di 5 anni. Allora, era il 2016, ci pensarono Morata e Dybala.
Juventus-Inter atto secondo. A una settimana dalla semifinale d’andata a San Siro, risolta dalla doppietta di Cristiano Ronaldo, le 2 squadre tornano ad affrontarsi per il ritorno: in palio la finale di Coppa Italia. Torino ospiterà un match del trofeo nazionale tra bianconeri e nerazzurri per 14a volta. L’ultimo precedente risale a 5 anni fa e fu un trionfo per il gruppo allora allenato da Massimiliano Allegri
Coppa Italia, si aggiorna il conto
Dopo aver toccato quota 32 la settimana scorsa, il duello tra Juventus e Inter in Coppa Italia è pronto per il 33° atto. La semifinale di ritorno, in programma martedì 9 febbraio, sarà anche il 14° match della competizione giocato a Torino. Bilancio favorevole ai bianconeri che si sono imposti 7 volte contro le 4 dei nerazzurri e i 2 pareggi.
Di questi, un solo precedente è stato giocato allo Juventus Stadium. Ed è stato anche l’ultimo, in ordine di tempo. Storia della stagione 2015/16 quando bianconeri e nerazzurri si affrontarono per la doppia semifinale. In quell’occaione, come successo spesso in Coppa Italia, sotto la Mole si giocò il match d’andata.
Gennaio 2016, un mese perfetto per la Juventus
Juventus e Inter si trovano nella stessa parte di tabellone per la Coppa Italia 2015/16. I nerazzurri arrivano alla semifinale dopo aver vinto nettamente l’esordio, in casa, contro il Cagliari. Decisamente più esaltante il successo nei quarti, ottenuto al San Paolo contro il Napoli. Un match spigoloso, passato agli archivi per un antipatico battibecco tra Roberto Mancini e Maurizio Sarri. Con il tecnico interista che, a fine partita, denunciò frasi offensive di carattere omofobo pronunciate dal collega partenopeo.
Per la Juventus, la strada verso il penultimo atto passa da un poker rifilato al Toro (doppietta del futuro granata Simone Zaza) e da una vittoria di misura a Roma contro la Lazio, con gol partita dell’ex Lichtsteiner.
Un doppio successo che si inserisce in una striscia di 13 di fila in Italia. È la Juve di Allegri protagonista di una delle più incredibili rimonte di sempre.
Un paio di dati per far inquadrare la portata. Alla semifinale d’andata coi nerazzurri, in programma mercoledì 27 gennaio, i bianconeri arrivano con 5 vittorie su 5 durante il mese.
Ma soprattutto, Buffon e compagni hanno rimontato punto su punto. Con la sola Inter, all’indomani della ormai storica sconfitta col Sassuolo di metà ottobre, il distacco era di 9 punti. Al 24 gennaio, dopo l’ultimo turno, la Juve è già avanti di 4 sui rivali e attardata di sole 2 lunghezze dal Napoli capolista.
Già perché mentre i bianconeri hanno centrato un filotto senza ostacoli, i milanesi hanno avuto l’ormai ciclica crisi a ridosso di Natale. Anche nell’ultimo turno è arrivato un pari casalingo contro il Carpi. Proprio mentre i Campioni d’Italia battevano la Roma allo Stadium, grazie a Dybala, in uno dei classici successi allegriani. Tanto per usare una definizione di questi giorni.
In campo nel Giorno della Memoria
Tre giorni dopo Juventus-Roma, Torino continua a essere al centro dell’attenzione calcistica. E non solo per il Derby d’Italia. Il capoluogo piemontese è sede anche dell’andata dell’altra semifinale. Ma non c’è il Toro (come detto estromesso negli ottavi dai bianconeri), ma l’Alessandria. I grigi hanno superato un ostacolo dopo l’altro e si sono meritati una doppia sfida col Milan. Il mitico Moccagatta non basta e si opta per lo Stadio Olimpico. Dove i rossoneri devono faticare non poco per avere la meglio: decide un rigore di Balotelli.
Ben altri i valori in campo allo Stadium. Intanto la Juve ci arriva non solo con lo Scudetto sul petto (ormai un’abitudine) ma anche con lo coccarda. Pochi mesi prima, Max Allegri è riuscito in un’altra impresa: ripotare a casa la Coppa Italia, a distanza di 20 anni. E siccome si tratta della Decima, ha un sapore speciale.
Si gioca mercoledì 27 gennaio, come detto. È il Giorno della Memoria e in tutto il mondo si ricordano le vittime della Shoah.
Nel pomeriggio, un successo… Grosso
Prima ancora di vivere il match con l’Inter, in casa Juve c’è un altro motivo per essere soddisfatti. Nell’altra Coppa Italia, quella riservata alle formazioni Primavera, i giovani bianconeri hanno ipotecato la loro finale. In uno degli incontri più insidiosi.
La squadra allenata da Fabio Grosso vince 1-0 sul campo della Fiorentina. Tra i viola, c’è un ragazzino figlio d’arte il cui nome è Federico e il cognome è Chiesa. Ma sulla sua strada si trova un portierino pronto anche lui al grande salto: Emil Audero. Il gol partita lo segna Kastanos e avrà un grande peso alla resa dei conti. I ragazzi passeranno il turno e conquisteranno l’ultimo atto. Contro l’Inter!
La serata magica di Morata
C’è la Coppa Italia e una finale da conquistare. Ma anche il campionato che non dà tregua. E le scelte di Allegri e di Mancini non possono non tenerne conto. Soprattutto quelle del tecnico nerazzurro, atteso da un derby con il Milan che ha ancora più valore visto il trend in netto calo. La Juve sarà invece attesa dalla trasferta in casa di un Chievo assestato a metà classifica.
C’è turnover e salta da subito il duello tutto argentino. Sia Paulo Dybala che Mauro Icardi partono dalla panchina.
Padroni di casa in campo con Neto tra i pali, difesa a tre con Caceres, Bonucci e Chiellini, Cuadrado ed Evra sugli esterni, Marchisio, Pogba e Asamoah in mezzo, davanti spazio a Mandzukic e Morata.
Gli occhi sono puntati tutti sullo spagnolo. Dopo una prima stagione da assoluto protagonista, soprattutto nel cammino in Champions League, l’ex Real è in crisi. Ha problemi fuori dal campo – per sua stessa ammissione – e il rendimento è crollato. Il suo ultimo centro è datato settembre 2015, anche se è di quelli che hanno lasciato il segno: il gol partita nel successo in casa del Manchester City. In generale, però, è un secondo anno molto sotto le aspettative.
Alvaro ha perso in un colpo solo i suoi “maestri” Tevez e Llorente (che hanno lasciato Torino insieme a Pirlo e Vidal) e l’intesa con Mandzukic e Dybala è tutta da costruire. Ma per una sera la ribalta è tutta sua.
La Juventus parte a spron battuto e al 14’ ci starebbe un rigore. Intervento scomposto col braccio di Medel che vede tutto lo stadio. Tranne l’arbitro Tagliavento lascia correre e concede l’angolo. Scenari da periodo pre-Var. Più o meno.
Subito dopo la mezz’ora altro giallo in area interista. Cuadrado sfonda centralmente e viene steso da Murillo, stavolta arriva il fischio. Con altra scena da far west: i nerazzurri contestano il penalty, i bianconeri il mancato cartellino rosso per intervento da ultimo uomo. Morata mette tutti a tacere battendo Handanovic con una conclusione a dir poco perfetta: 1-0.
Si va al riposo con la Juve avanti, ma il punteggio sta stretto. E nella ripresa è ancora più un monologo. Segna ancora Morata, questa volta su azione, facendosi trovare pronto con una girata mozzafiato. Doppietta per Alvaro, che ad Handanovic aveva già fatto fare una brutta figura pochi mesi prima. E non cui non finirà qui il conto in sospeso.
Allegri e Mancini mandano dentro anche i pezzi pregiati. Ma se Icardi non riuscirà a dare la sveglia a un’Inter già spenta – e ridotta in 10 per l’espulsione di Murillo – Dybala lascerà un altro segno. Nella stessa porta in cui pochi giorni prima aveva giustiziato la Roma: 3-0 e finale ipotecata. Almeno così pensano tutti nel post partita.
Intanto è un 3-0 che lascia il segno anche nel breve termine. Morata ritrova il sorriso e ne rifila 2 anche al Chievo nel 4-0 del Bentegodi che fa terminare gennaio con un 7 su 7. Proprio mentre l’Inter subisce un altro tris dai cugini.
Che sofferenza a San Siro
Al contrario di questa volta, in cui le 2 gare si disputano nel giro di una settimana, in quel 2016 passa tanto tempo. La semifinale di ritorno è in programma il 2 marzo al Meazza.
E nulla sembrerebbe mettere in discussione il risultato uscito sulla ruota di Torino. Vero che i bianconeri hanno avuto una mezza ridimensionata dal Bayern Monaco (2-2 casalingo ma dopo aver rimontato un doppio svantaggio), ma in campionato il distacco tra le 2 squadre è salito a 13 punti. Gli ultimi 3 maturati proprio nello scontro diretto, con Bonucci e ancora Morata a lanciare ulteriormente una Juve che si è presa anche la vetta dopo la mazzata di Zaza col Napoli.
Invece l’Inter si regala una serata di orgoglio. Da quel “tanto non abbiamo niente da perdere” esce una prova gagliarda. Brozovic e Perisic firmano un clamoroso 3-0 che trascina le squadre a oltranza. Prima ai supplementari e poi ai rigori. I bianconeri almeno raddrizzano la mira e fanno 5 su 5, i nerazzurri pagano l’errore di Palacio.
Con tanta fatica non preventivata, la Juve va avanti. Qualcuno, ancora oggi, si chiede quali conseguenze avrebbe avuto una debacle del genere. Fortunatamente per Allegri, nessuno potrà dare questa risposta.
Il destino voleva altro: altra finale, altro successo (ai supplementari) e altra stoccata di Alvaro Morata che chiude da protagonista la sua parentesi biennale a Torino. Prima di riaprirne un’altra la scorsa estate. E altro double, come mai nessuno prima aveva fatto in 2 anni di fila. Figurarsi i 4 poi realizzati, finiti già nei libri di storia.
Il match contro i rossoneri di Cristian Brocchi si gioca a Roma il 21 maggio. Così come deciso a inizio stagione. E come invece non avrebbe voluto Antonio Conte. Con gli Europei in vista, il ct manca il presidente federale Tavecchio in missione in Lega Serie Aper far anticipare la finale. Nulla di fatto.
Almeno Conte avrà di che consolarsi: a sua disposizione avrà i bianconeri in grande spolvero per il torneo continentale.