Viola sempre battuti in campionato da quando c’è lo Stadium. Nel dicembre 2015 tris decisivo nella grande rimonta verso il 5° Scudetto della serie.
Tocca a Juventus-Fiorentina mettere fine a questo incredibile 2020. Una delle grandi classiche di Serie A, che in passato ha deciso anche altre competizioni, non solo italiane. Non così negli ultimi anni. Un dato su tutti: da quando c’è lo Stadium, i viola non hanno portato via da Torino neppure un punto in campionato.
Lo strano destino Viola a Torino
Come detto, da quando è stato inaugurato lo Stadium nel settembre 2011, per la Fiorentina le trasferte a Torino sono diventate più che mai tabù. Quanto meno in campionato. Nove gare giocate nella nuova casa bianconera e altrettanti segni 1.
Per i viola, le uniche soddisfazioni sono arrivate dalle coppe. Con un pareggio in Europa League nel 2014 (1-1) e una vittoria in Coppa Italia nel 2015 (1-2 doppietta di Salah). Ma sono state quanto mai illusorie: entrambe le volte, nelle sfide di ritorno al Franchi, la Juventus ha ribaltato la situazione rendendo ancora più amare le delusioni fiorentine.
Dicembre 2015, in corsia di sorpasso
A onore della Fiorentina, va detto che questi 9 successi bianconeri sono stati tutti piuttosto tirati, arrivati al termine di match equilibrati. Anche il 3-0 dell’ultimo confronto, datato 2 febbraio (prima ancora del lockdown): decisivi 2 rigori di Ronaldo e una inzuccata di De Ligt a tempo scaduto.
Tra gli altri successi, ce n’è uno che ha costituito una tappa importante verso lo Scudetto. Stagione 2015/16, giocato a dicembre, proprio come quello in programma martedì.
Si tratta della seconda annata di Max Allegri in panchina. Quella successiva la finale di Berlino. E anche la prima senza Carlos Tevez e Fernando Llorente. E soprattutto senza Andrea Pirlo, partito per andare a chiudere la carriera a New York. Tanto per riconoscerla al volo, l’annata della grane rimonta!
E la sfida con i viola arriva proprio mentre i bianconeri sono in corsia di sorpasso, recuperando posizione su posizione. Un dato, riletto oggi, fa impressione. Giornata 10, 28 ottobre, Sassuolo-Juventus 1-0. Classifica: Roma 23, Fiorentina, Inter e Napoli 21. Bianconeri al 12° posto, a pari col Chievo, con 12 punti in casina. Ergo: -12 dai giallorossi e -9 dal tris delle inseguitrici.
Un mese e mezzo dopo, il 13 dicembre, la Juventus si appresta all’ultimo match casalingo in campionato del 2015 affrontando la Fiorentina. Prima del turno, ecco la nuova graduatoria: Inter 33, Fiorentina 32, Napoli, 31, Roma 28 e Juventus 27. Cinque vittorie di fila, a partire dal derby deciso da Cuadrado, hanno dato la svolta. O meglio, rimesso i Campioni d’Italia dove tutti si aspettavano.
Primo step: accorciare le distanze
Cinque vittorie di fila in campionato sono un ottimo biglietto da visita. E anche il passaggio del turno in Champions League. Ma alla vigilia della sfida coi viola, ecco un inciampo che potrebbe pregiudicare tutto. A Siviglia, i bianconeri devono vincere per mantenere il primo posto nel girone. Invece vengono castigati dall’ex Llorente e superati dal Manchester City. Un ko che lascerà ripercussioni, ma solo in primavera.
La partita con la Fiorentina riveste quindi un’importanza duplice: confermare la netta crescita di condizione e accorciare le distanze sui viola. Sì, perché i toscani sono la rivelazione del campionato.
Guidata in panchina dall’ex bianconero Paulo Sousa (lui che era in campo nel 3-2 del 1994 firmato dalla doppietta di Vialli e dalla prodezza di Del Piero), la Fiorentina si presenta quindi allo Stadium con 5 punti in più e con la voglia di spezzare la maledizione del nuovo stadio.
Doppia rimonta
E le cose si mettono subito per il meglio per i viola. Al primo affondo, Bernardeschi finisce giù in area a contatto con Chiellini. Per Orsato non ci sono dubbi: rigore, che Ilicic mette alle spalle di Buffon e che sembra rovinare da subito il clima natalizio respirato sugli spalti.
Allegri ha puntato su Mandzukic e Dybala in avanti (con Morata e Zaza in panchina). Gli unici dubbi sono sugli esterni, con Cuadrado ed Evra che vincono il ballottaggio con Lichtsteiner e Alex Sandro. La scelta di dimostra quanto mai azzeccata. Dopo neppure 3 minuti, affondo del francese a sinistra, cross che taglia tutta l’area ospite e pesca dall’altra parte l’accorrente colombiano. Che, piedi a terra, indirizza di testa sul secondo palo un pallone che va a morire alle spalle di Tatarusanu. Da buon ex, Juan non esulta e a fine gara ammetterà, candidamente, di aver cercato la spizzata verso Mandzukic, solo nell’area piccola.
Siamo solo al 6’ e si sono già visti 2 gol. La Juve post Sassuolo ha ritrovato anche il carattere, oltre che le giocate, e inizia a mettere sotto gli avversari. Manca un po’ di precisione e per la svolta bisogna attendere il finale. È l’80’ quando Dybala si lancia verso la porta, Tatarusanu esce a valanga e lo stoppa, ma il primo ad avventarsi sul pallone è Mandzukic che lo insacca in scivolata.
La Joya deve solo rimandare la gioia personale, che arriva a tempo scaduto: slalom dei suoi e palla nel sacco. È un 3-1 senza discussioni, che vale doppio. Anzi, triplo. Perché oltre ai 3 punti recuperati ai viola, ce ne sono 2 presi a Napoli e Roma che non si fanno male nello scontro diretto del San Paolo.
Regge l’Inter di Roberto Mancini che cala il poker a Udine e resta a +6. Ma già dal giorno dopo, sulla sua prima pagina, la Gazzetta ricandida la Juve in corsa per lo Scudetto. Impensabile fino a 40 giorni prima.
La fuga dei nerazzurri si fermerà intorno a Natale, come da specialità della casa. Solo il Napoli di Maurizio Sarri saprà tenere il passo spedito dei Campioni d’Italia. I partenopei porteranno a casa il titolo invernale e reggeranno l’urto fino al giorno di San Valentino del 2016, quando Zaza farà di nuovo scattare la scintilla tra la Juventus e la vetta della classifica. Che resterà tale fino alla fine e che varrà il quinto Scudetto di fila. Forse il più sofferto, visto l’avvio, ma anche tra i più esaltanti.
Coppe: croce e delizia
Mandata in archivio anche la vittoria sulla Fiorentina, nella testa dei bianconeri entrano a forza le coppe. La Champions League, naturalmente, che proprio lunedì 14 dicembre manderà in scena i sorteggi. E quel maledetto accoppiamento con il Bayern Monaco che sarà fatale. Nonostante la gara di ritorno in Baviera. Un’uscita di scena che in molti, visto lo stato di forma del gruppo, lascerà più rimpianti di una finale.
Poi c’è la Coppa Italia. Messa in bacheca la decima, si riparte. Con un match che vale molto più degli ottavi di finale che rappresenta: il derby col Toro. Questa volta non bisogna aspettare la zona Cesarini per esultare: è una sfida a senso unico. Zaza (doppietta), Dybala e Pogba faranno iniziare il cammino nel mondo giusto. Un cammino che porterà a una nuova finale e a un nuovo trionfo.
Intanto nel mondo
Mentre la Juventus batte la Fiorentina e prosegue la sua rimonta, in Inghilterra sta continuando la favola del Leicester di Claudio Ranieri. Al 13 dicembre nessuno può ancora intuire se l’impresa avrà lieto fine, ma il tecnico romano ha già vinto la sua personale sfida. Alla faccia di chi (anche in Italia) gli dava per certo un Natale senza mangiare il classico panettone.
In quei giorni di dicembre inizia il Giubileo straordinario della Misericordia. In tante città italiane (tra cui Roma, Milano e Torino) vengono aperte le porte sante. Tra mille misure di sicurezza, necessarie dopo gli attentati di Parigi di un mese prima che hanno riacceso la paura del terrorismo.
Intanto, proprio a Parigi, dopo lunghe discussioni viene approvato l’accordo mondiale sul clima. Un tema di cui si è parlato ancora negli ultimi mesi dopo l’uscita e il rientro degli Stati Uniti. E di cui, c’è starne certi, se ne discuterà ancora a lungo.
Infine momento storico in Arabia Saudita: per la prima volta anche alle donne viene concesso il diritto di voto!