Inter-Juventus è sfida che non richiede grandi giri di parole. Ognuno di noi ha un precedente che porta nella memoria. Abbiamo scelto quello del 2011, la prima volta di Antonio Conte a San Siro da allenatore bianconero.
Inter-Juventus, basta la parola. Inutile girarci troppo intorno, il Derby d’Italia è uno di quei match che tutti aspettano fin dall’uscita dei calendari. Dieci giorni dopo la vittoria sul Milan, i bianconeri tornano a San Siro per cercare il bis. Semplicemente ripetere una delle tante imprese in casa dei nerazzurri. Come quella dello scorso campionato (firmata Dybala-Higuain). O come altre tante volte nel campionato di Serie A.
Nel 2011, il capolavoro di Antonio Conte
Oggi è sulla panchina dell’Inter. Ma 10 anni fa, nell’ottobre del 2011, Antonio Conte era da poco alla guida della Juventus. E alla sua prima apparizione a San Siro, contro i nerazzurri, centrò una di quelle vittorie “sliding doors” della cavalcata verso lo Scudetto.
Il Derby d’Italia è in calendario alle 10a giornata, ma la prima – saltata a fine agosto per uno sciopero dell’AIC – deve ancora essere recuperata. Nelle prime 8 partite, i bianconeri hanno già dimostrato di non essere più una compagine da settimo posto. Soprattutto per la lezione di gioco impartita ai Campioni d’Italia del Milan nell’unico scontro diretto già andato in archivio.
Non sono mancati i rimpianti per un paio di vittorie buttate all’aria, ma la Juventus targata Conte ha subito preso la vetta. Tallonata proprio dai rossoneri.
Inter, dove sei?
L’avvio di campionato dell’Inter è invece stato da incubo. Archiviata in fretta la parentesi Benitez, il gruppo si sente ancora orfano di Mourinho. O meglio, il fantasma dello Special One continua ad aleggiare sulla Pinetina. Con tanto di riverenza dei protagonisti del Triplete e del patron Massimo Moratti.
Il designato Gian Piero Gasperini non ha il diploma di ghostbuster. Tre gare, 2 ko e la sua avventura finisce ancora prima di iniziare a incidere. Viene chiamato Claudio Ranieri, professione aggiustatutto, uno che anche a Torino ha saputo rimettere la macchina in carreggiata dopo il ritorno in Serie A.
L’impatto del tecnico romano è migliore. Intanto perché ha capito come convincere con l’ombra del portoghese. Anzi, con lui ha iniziato una corrispondenza serrata di telefonate sull’asse Milano-Madrid. Ma i nerazzurri non hanno più lo spirito di 2 anni prima, nonostante che in rosa ci siano ancora molti di quei protagonisti.
Un paio di vittorie danno morale e tutti si aspettano la scossa nel match più atteso: quello con la Juventus. Anche Mourinho e Moratti hanno provato a caricare l’ambiente con le classiche battute delle casa, quelle capaci di incendiare il tifo meneghino.
Un sabato sera alla Scala del calcio
Sabato 29 ottobre è il giorno tanto atteso. La Juventus ha buone sensazioni e vuole tornare a fare la voce grossa a San Siro. Dove non vince dal 2008, alla prima dopo il ritorno in A, proprio con Ranieri in panca. Ma allora servì solo per una mini rivincita, impresa solo per club abituati a lottare per ben altri obiettivi.
Anche la data ha la sua importanza. Si gioca alla vigilia di Halloween e molti si chiedono chi delle 2 deve temere il classico scherzetto. In più per i bianconeri si avvicina il 114° compleanno, quindi i motivi per regalarsi una vittoria di prestigio ci sono tutti.
Quella del 10° turno è una Juve ancora forza 4, inteso come difesa. Conte non ha ancora lanciato la BBBC, o meglio Buffon, Barzagli, Bonucci e Chiellini si sono tutti, ma Giorgio è relegato a sinistra e anche Lichtsteiner a destra non ha ancora tutta quella libertà di offendere che poi si rivelerà fondamentale.
Pirlo, Marchisio e Vidal in mezzo, davanti Simone Pepe a dare manforte a Vucinic e Matri. L’ex Cagliari vince il ballottaggio con Quagliarella e Del Piero: sarà la scelta decisiva.
Ranieri deve fare a meno di Julio Cesar (gioca Castellazzi tra i pali) e Thiago Motta. Il resto è composto dal solito complesso. Solo in avanti non sembra più la vera Inter con Milito in panca e Pazzini e Mauro Zarate a formare la coppia d’attacco.
Super primo tempo
Le 2 rivali non perdono tempo in fasi di studio: il match entra subito nel vivo. Zarate prova il gol dell’anno di tacco ma trova Buffon piazzato.
La Juve passa al primo affondo. Lichtsteiner sfonda a destra e centra, Matri anticipa tutti e batte a colpo sicuro. Castellazzi la para d’istinto, ma non può nulla sulla ribattuta di Vucinic da distanza ravvicinata: è il 12’.
L’Inter reagisce con tanta rabbia. Messa tutta nel terrificante destro di Maicon che per poco non sfonda la porta di Gigi. Un gol da applausi, nulla da eccepire. E non è il primo che il brasiliano ha rifilato a Madama. I padroni di casa vivono di entusiasmo e per poco Pazzini non firma anche il vantaggio ma il suo stacco viene spizzato sulla traversa da Buffon.
Scampato il pericolo, la Juve torna a tambureggiare e passa ancora. Marchisio si conferma l’uomo in più di Conte. Al limite scambia nello stretto con Matri e infila un destro chirurgico a fil di palo.
Sono passati neppure 35 minuti. Un primo tempo degno dei migliori Derby d’Italia. E le emozioni non sono ancora finte. Prima del riposo, sale in cattedra il Maestro Pirlo: gran lancio ancora per Marchisio che si presenta solo in area. Col tocco sotto anticipa Castellazzi che gli frana addosso. Il pallone non trova la porta e tutti si aspettano l’inevitabile, cioè rigore ed espulsione del portiere. Invece Rizzoli lascia correre tra le proteste.
Un episodio che a distanza di quasi un decennio fa ancora pensare. Ma che intanto finisce anche sulla prima pagina di Gazzetta che sottolinea l’errore e già questa è una notizia. E poi in un doppio archivio, quello dei “pensa fosse stato a parti inverse” e del “freghiamocene e vinciamola lo stesso”.
Prevale soprattutto la seconda. Nella ripresa non arrivano altri gol e il 2-1 finale finisce per vestire stretto ai bianconeri. Estigarribia e Del Piero potrebbero lasciare il segno appena entrati ma per sta volta può andare bene così.
Magari non per Alex, che quell’errore se lo porta dietro fino al ritorno. Quando metterà infilerà uno dei gol più importanti della stagione. Per un successo che lancerà ancora di più la Juve verso il titolo (https://www.ateralbus.it/precedenti-juventus-cagliari-2014/) e che costringerà Moratti al secondo cambio di panchina: via Ranieri e dentro Stramaccioni (https://www.ateralbus.it/precedenti-juventus-udinese-2014/).
Juve sempre più su
La vittoria di San Siro è un altro elisir di lunga vita per i bianconeri, che prendono ancora più fiducia nei loro mezzi. Troppo presto per capire i reali obiettivi. Anche perché il Milan è sempre lì e ha appena vinto in casa della Roma, trascinato da Ibrahimovic.
E poi altri esami attendono la squadra di Conte. Il primo già alle porte, contro il Napoli di Mazzarri appena scornato dal sorprendente Catania di Montella. Il match sarebbe in programma una settimana dopo, ma nessuno ha fatto i conti con il clima del capoluogo partenopeo. È prevista qualcosa come la tempesta perfetta e, dopo una notte di pioggia, le autorità cittadine decidono arbitrariamente che il match non si può giocare. In barba alle Lega Calcio e soprattutto al sole che splenderà per tutto il giorno della gara. Ci sarebbe un altro archivio da aprire, ma difficile dare un nome al fascicolo senza rischio di censure…
I bianconeri si prenderanno una parziale rivincita al momento del recupero a fine novembre. Con una doppia rimonta fino al 3-3 finale. E soprattutto prendendo convinzione che la difesa a 3 potrebbe davvero essere la chiave per aprire il forziere dei sogni.
Usa tra World Series MLB e lockout NBA
Dall’altra parte del mondo, gli sportivi americani vivono quel sabato 29 ottobre con stati d’animo contrapposti. Intanto con il gusto di assistere alla gara 7 delle World Series della MLB, vinte dai St. Louis Cardinal a spese dei Texas Rangers.
Ma anche con l’incertezza di cosa accadrà in NBA. Il basket è alle prese con il lockout (non il primo a dire il vero) per il mancato rinnovo degli accordi. Nulla a che vedere con la timida protesta di inizio campionato in Serie A. Tutto sospeso fino a nuovo ordine con l’Europa a sperare di fare shopping per i campionati nazionali. Uscirà anche la voce di un possibile approdo di Kobe Bryant in Italia, ma la fine della querelle a inizio dicembre interromperà i sogni dei tifosi di casa nostra. Per ridar vita a quelli dei fans a stelle e strisce.
Tristezza per il Sic
Lo sport italiano è invece ancora sconvolto dalla tragica morte di Marco Simoncelli, avvenuta proprio una settimana prima del Derby d’Italia, nel GP di Malesia. La memoria del Sic verrà onorata tanto negli anni successivi (e continua giustamente ancora oggi). E anche in quei giorni, al Motor Show di Bologna, i pensieri sono tutti per lui.
Intanto in Italia
Il maltempo, che “colpirà” Napoli la settimana successiva, ha già presentato il conto in uno degli angoli più belli d’Italia. Le Cinque Terre sono state falcidiate da un’alluvione che ha provocato danni, ma soprattutto ha lasciato vittime tra gli abitanti della zona.
Dieci anni fa come oggi, Matteo Renzi sulle prime pagine dei giornali. Proprio a fine ottobre 2011 va in scena la “Leopolda” a Firenze. Con l’allora sindaco della città gigliata che inizia la sua campagna di rottamazione verso la classe politica tradizionale. Partendo dal suo stesso partito, il PD.