Marassi sponda rossoblu campo sempre insidioso per i bianconeri, anche durante il ciclo dei 9 Scudetti. Nel marzo 2014 la risolvono Andrea Pirlo e Gigi Buffon
Prima storica società a essere fondata. Nobile decaduta e non da ieri. Protagonista nelle ultime stagioni di salvezze rocambolesche. Eppure il Genoa è una delle squadre che più ha messo in difficoltà la Juventus nel ciclo dei 9 Scudetti. Soprattutto al Ferraris di Marassi, teatro del match di domenica.
A Marassi, sempre una sofferenza
Senza andare troppo indietro negli anni, guardiamo solo il ciclo di vittorie tutt’ora aperto. Nelle ultime 9 stagioni, a Marassi sponda rossoblu, i bianconeri hanno ottenuto 5 vittorie e un pareggio. Ma anche 3 sconfitte e tutte piuttosto recenti. Con contorno di sofferenze varie, da mettere in conto pure nelle giornate in cui sul pullman per tornare a Torino salivano i 3 punti. Emblematica, sotto questo punto di vista, la vittoria della stagione 2013/14.
In piena campagna europea
In quella stagione 2013/14, già citata altre volte in questa rubrica, la gara del Ferraris è in calendario alla 9a giornata di ritorno a metà marzo. Chiaramente, visto il periodo, in piena campagna europea. Che per quella Juventus, l’ultima di Antonio Conte, si è trasformata da un’ambita Champions League a una più modesta Europa League, appena appena resa più appetibile dalla finale in programma allo Stadium.
Genoa-Juventus si gioca nella serata di domenica 16 marzo, proprio in mezzo a un doppio giovedì di coppa. Un doppio giovedì speciale, perché si parla dell’ottavo di finale contro la Fiorentina di Vincenzo Montella.
Quando i bianconeri scendono in riva al mar Ligure hanno ancora un po’ di rabbia per il pareggio che i viola hanno strappato nell’andata a Torino, con Gomez che impatta nel finale il gol in apertura di Vidal. Curioso che Juventus-Fiorentina sia stato anche l’ultimo match di campionato, risolto da una prodezza di Asamoah che ha permesso alla squadra di Conte di continuare la sua marcia in testa alla Serie A.
A Marassi per continuare la fuga
Un occhio alla sfida del Franchi, d’accordo. Ma al Ferraris la Juventus cerca altri punti per staccare definitivamente la concorrenza. Roma e Napoli sono piuttosto indietro, ma nessuno ha voglia di rimettere in corsa le rivali. Soprattutto i giallorossi di Garcia che, a inizio stagione, hanno vinto 10 gare di fila e hanno tenuto a lungo i Campioni d’Italia staccati pure di 5 di lunghezze.
Antonio Conte conosce bene le insidie di Marassi. Le stesse provate quando era lui a scendere in campo. In più, il mister conosce bene Giampiero Gasperini e lo ha visto letteralmente crescere da allenatore quando era nelle giovanili bianconere.
A proposito di giovanili. Il tecnico leccese non può contare su Marchisio e Giovinco, entrambi alle prese con problemi fisici. A cui si aggiunge Andrea Barzagli che si ferma nel riscaldamento. Inoltre, proprio alla faccia di “l’Europa League non ci interessa”, Carlitos Tevez viene lasciato a casa a recuperare delle tante fatiche del periodo.
Contro i rossoblu, sarà Osvaldo a guidare l’attacco insieme a Fernando Llorente. L’ex giallorosso sta prendendo confidenza con il gruppo e, dopo 2 reti segnate in Europa al Trabzonspor, ha voglia di sbloccarsi anche in campionato.
Gli altri protagonisti della cavalcata ci sono tutti. Buffon in porta, Bonucci e Chiellini dietro a far reparto con Caceres, Pirlo, Vidal e Pogba in mezzo con Lichtsteiner e Asamoah sulle fasce.
Il Genoa presenta un po’ bel po’ di ragazzi che col bianconero hanno avuto (o avranno) confidenza: Perin, Marco Motta, Sturaro, Sculli e De Ceglie.
Fischi e fischi
Come da tradizione, anche l’ambiente è di quelli ostici. Nella Genova rossoblu non ci sono mai accoglienze a braccia aperte. Anzi. L’unico a prendere applausi è Buffon, per via di sua simpatia giovanile e mai nascosta per il Grifone.
Oltre ai fischi della gradinata Nord, feudo del tifo locale, a diventare protagonisti sono anche i fischi dell’arbitro Mazzoleni. Nel primo tempo i padroni di casa reclamano per una caduta in area bianconera di Bertolacci. Più evidente è l’errore di uno degli assistenti che annulla per fuorigioco un gol regolare di Osvaldo. Il primo tempo si chiude sullo 0-0, con la Juve pericolosa anche con una staffilata di Pogba che esce di poco.
Ripresa ancora più infuocata. Mazzoleni ancora al centro dell’attenzione quando sorvola su un tocco di mani di Antonelli su cui resta più di un dubbio. Dubbio che invece il direttore di gara bergamasco non si fa venire dall’altra parte, dove un intervento un po’ sgraziato di Vidal costa un penalty alla capolista. Sul dischetto si presenta Emanuele Calaiò entrato da poco in campo al posto di Gilardino e forte di un gol segnato a Buffon l’anno prima a Siena.
Ma anche Gigi ha il suo flashback, quando nella stagione di B, nella stessa porta parò un rigore di Adailton. Solo una delle 2 storie si ripete ed è quella di chi che con la storia ha più confidenza: il tiro del genoano non è proprio irresistibile e Buffon fa il suo dovere indovinando l’angolo giusto. Si resta sullo 0-0.
A qualcuno sarà anche tornato alla mente un altro flashback. In quella già citata gara, giocata nel dicembre 2006, la Juventus trovò poi il vantaggio con una punizione magistrale messa a segno da Pavel Nedved. E allora ecco la storia che torna a bussare. Entrato nel finale, Fabio Quagliarella si prende un fallo dal limite. La mattonella ideale per uno specialista come Andrea Pirlo. Il Maestro regala una delle sue parabole e fa secco Perin: 1-0, quando mancano pochi minuti.
Rispetto alla sfida di 8 anni prima, i bianconeri evitano di farsi riacciuffare (allora ci era riuscito Juric) e ottengono una vittoria fondamentale. E, come da tradizione, fonte di polemiche. Gasperini è più rammaricato per il risultato, immeritato vista la prestazione dei suoi. Altri preferiscono concentrarsi sulle solite chiacchiere da bar, con moviole su moviole. La Juventus aggiunge altri 3 punti e per una sera sale addirittura a +17 sulla Roma.
I giallorossi hanno un paio di gare da recuperare. Una delle quali la vincono il giorno dopo battendo l’Udinese all’Olimpico di Roma. Stessa sorte per il Napoli che espugna l’altro Olimpico, quello di Torino, con Gonzalo Higuain che mata il Toro proprio all’ultimo minuto.
Ma saranno le classiche vittorie estemporanee. La fuga dei Campioni d’Italia è di quelle che non si può fermare. E i 102 punti finali sono una vetta irraggiungibile. E forse lo sarà ancora per tanto tempo.
Il Maestro si ripete
Toscanini non ripete. Andrea Pirlo è invece un Maestro più moderno e i suoi capolavori li sa replicare, in diversi palcoscenici e in diverse competizioni. Così, 4 giorni dopo la prodezza di Marassi, eccone una servita anche al Franchi di Firenze. La Juventus si impone 1-0 in casa della Fiorentina nel ritorno degli ottavi di EL e rende vano l’1-1 dei viola dall’andata: i quarti contro il Lione sono conquistati.
L’ennesima delusione per tutta Firenze che già sognava lo sgambetto alla Signora. E una delusione anche per i ragazzi di Montella, tra i quali c’è un Juan Cuadrado che sta continuando a crescere a dismisura. Tanto che Conte gli ha già messo gli occhi addosso. E, secondo alcuni ben informati, il suo mancato ingaggio pochi mesi dopo fu alla base delle sue clamorose dimissioni. Di sicuro, visto anche le prove del colombiano anno 2020, le attenzioni erano davvero ben mirate.
Milan, verso la fine di un’era
Chi invece in quella primavera del 2014 se la sta passando piuttosto male è il Milan. Il club rossonero sta iniziando quella fase discendente che solo negli ultimi mesi è cambiata. È ancora il Milan di Berlusconi e Galliani. Non più quello di Max Allegri, esonerato 2 mesi prima, dopo le 4 scoppole che Domenico Berardi ha rifilato col suo Sassuolo. Il subentrato Clarence Sedoorf non ribalta la situazione e proprio quella domenica 16 marzo è una delle peggiori. C’è la sfida casalinga contro il Parma ma San Siro è ostile per i padroni di casa. Contestazione plateale per la dirigenza (Galliani in primis) e per Mario Balotelli, simbolo di una squadra che naviga a distanza siderale dalle prime.
Il Parma dei grandi ex Roberto Donadoni e Antonio Cassano non fa sconti e serve un altro poker al Milan. Fantantonio inizia a sentire profumo di Mondiali in Brasile, dove farà coppia proprio con SuperMario. Ma in terra carioca nessuno dei due vestirà i panni del supereroe. Anzi…
Messi nella storia
Dopo la scoppola di martedì sera, Lionel Messi ha forse toccato il punto più basso del suo rapporto con Barcellona. Eppure, in quel weekend di marzo, entrò definitivamente nella storia del club: 3 gol (nel 7-0 all’Osasuna) e primato assoluto nella classifica dei bomber blaugrana. E da allora sono passati altri 6 anni. Non tutti privi di soddisfazioni come quello attuale.
Weekend di grande sport
Con lo sbocciare della primavera, ecco tornare discipline tanto amate dagli sportivi di tutto il mondo. Come la Formula 1 per parte con il tradizionale gran premio di Australia, vinto da Niko Rosberg. Ricordato anche perché il primo corso dopo l’incidente di Michael Schumacher, da cui il campione tedesco non si è più ripreso.
Anche i fuoriclasse del ciclismo iniziano a scaldare i muscoli. In attesa della Milano-Sanremo, l’Italia ospita la Tirreno-Adriatico, impreziosita dal successo di Alberto Contador, il numero 1 di quel momento.
Ma il pubblico italiano ha altro per cui festeggiare. Finalmente dal tennis arrivano successi di prestigio, come quello che Flavia Pennetta ottiene a Indian Wells!
Intanto, in quei giorni, scatta anche il Mondiale Femminile Under 17, con l’Italia tra le partecipanti e vittoriosa all’esordio contro lo Zambia. E questo è un capitolo in cui si può dire, senza smentita, che in 6 anni di passi avanti ne abbiamo visti tanti. Per fortuna!
Il mistero del volo della Masaysia Airlines
Il fatto di cronaca che attira l’attenzione è la scomparsa del volo Malaysia Airlines 370. Il velivolo della compagnia malese è scomparso dai radar l’8 marzo durante il tragitto da Kuala Lumpur a Pechino. Un mistero ancora oggi non del tutto risolto. A parte il ritrovamento dei resti solo 2 anni dopo, che non ha comunque lenito il dolore delle famiglie dei 239 morti tra passeggeri ed equipaggio.
A proposito di misteri, materia di cui in Italia ne sappiamo qualcosa, domenica 16 marzo 2014 viene ricordato il 36° anniversario della strage di via Fani a Roma, con il rapimento di Aldo Moro e l’uccisione dei membri della sua scorta. Nel frattempo sono trascorsi altri 6 anniversari ma i fili della vicenda sono ancora piuttosto ingarbugliati.
C’era un angelo bianconero, ora sono 2
Giorgio Chiellini è l’unico a potersi fregiare di tutti gli ultimi 9 Scudetti della Juventus. Oltre a essere protagonista sul campo (fortunatamente meno in infermeria) e in testa in Serie A, l’attuale capitano bianconero in quel 2014 era in graduatoria anche in un’altra classifica: quella dei libri.
Era da poco uscito “C’è un angelo bianconero”, volume in cui il Chiello rendeva il meritato tributo a quel grande uomo che fu Gaetano Scirea.
Un angelo bianconero. Che giovedì è stato raggiunto da un fratello. Ciao Paolo Rossi e grazie per tutte le emozioni che ci hai regalato.