Scelte ed esecuzioni tecniche sbagliate, una squadra che ha perso le distanze e che ha abbandonato i propri principi tattici, sbagliando i momenti della pressione o risultando troppo passiva.
Cosa sia successo in quei cinque minuti di black out non lo saprà mai nessuno; forse i giocatori e lo staff, ma non è neanche detto. Nel calcio, nello sport e nella vita in generale la componente psicologica la fa da padrone, in qualunque ambito. Nel calcio se la testa e le gambe girano diventa tutto più facile. I tre gol presi dalla Juve sono conditi da errori tecnici e tattici, figli di una situazione psicologica evidentemente non normale. Esaminandoli in dettaglio, riusciamo comunque a comprendere qualcosa di più della loro dinamica.
Il gol del pareggio.
Subito il 2-1, la Juve continua l’applicazione del pressing, ma non tutti portano la pressione nel modo corretto. Bentancur è aggressivo su Kessié, Bernardeschi lascia invece la palla scoperta. In questa azione ci sono errori tattici individuali importanti: pressione portata male, in ritardo o per niente; la difesa della porta e i posizionamenti lasciano molto a desiderare.
Il gol del vantaggio Milan.
Anche in questa azione sono gli errori tattici individuali a fare la differenza. Tutto nasce da una scelta sbagliata di Ronaldo che invece di scaricare su Bentancur, conduce per poi scaricare in prossimità degli avversari, la palla persa lascia la Juve con 7 uomini sopra la linea della palla.
Il gol del 4-2.
In questo caso si tratta di un errore tecnico individuale, ma alla base c’è ancora una volta una scelta sbagliata.
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Ingegnere elettronico fissato coi numeri e la tecnologia. Ex allenatore di futsal di primo livello diplomato a Coverciano. Ha gestito una scuola calcio a 5 in A2, allenando tutte le categorie giovanili, ed è stato primo assistente in A2 e main coach in C1.