di Antonio Corsa
Il mancato trasferimento di Axel Witsel alla Juventus ha portato alla ribalta l’ITMS, il sistema elettronico utilizzato per completare gli acquisti internazionali. Cerchiamo di capire come funzioni e quanto ci voglia per finalizzare un acquisto: in altre parole, ce l’avrebbero potuta fare? Ah, e già che ci siamo: perchè ridursi sempre all’ultimo?
Nel 2015, i club calcistici di tutto il mondo hanno completato 13.558 trasferimenti internazionali spendendo oltre 4 miliardi di dollari. Dall’ottobre 2010, per farlo, è obbligatorio passare attraverso l’ITMS, l’International Transfer Matching System che ha permesso l’ufficializzazione di 63.725 fino a prima di quest’estate (i dati non sono ancora stati aggiornati).
Cos’è l’ITMS?
[mks_dropcap style=”square” size=”52″ bg_color=”#F2F2F2″ txt_color=”#000000″]I[/mks_dropcap]l nome aiuta: è un sistema ideato per fare in modo che ci sia un “match” (una corrispondenza, un accoppiamento) tra i dati e le informazioni presentate dal club acquirente e quelle presentate dal club cedente. Questo, almeno, per il 11% dei trasferimenti totali, ovvero quelli “permanenti” da un club verso un altro (nel 68% dei casi si tratta di giocatori svincolati, nel 13% di giocatori in prestito e nell’8% di rientri dai prestiti).
Entrambi i club devono compilare un modulo elettronico inserendo le informazioni rilevanti circa il giocatore in questione e circa i dettagli del trasferimento (costo, condizioni, ecc…). Dopo di che, la Lega nel quale il calciatore giocava fino a quel momento, deve confermarne l’identità nel caso in cui non fosse già presente nell’immenso archivio dell’IMTS. Fatta questa prima procedura, avviene il controllo del “match”, ovvero viene verificata la corrispondenza delle informazioni introdotte dai due club e, se tutto è corretto, si procede alla seconda fase.
Nella seconda fase, la lega del club acquirente richiede l’ITC (l’International Transfer Certificate, spesso sintetizzato come “transfer internazionale”) ed, entro sette giorni, la lega del club cedente fornisce l’ITC o ne blocca la richiesta con motivazione. Appena la lega del club acquirente riceve l’ITC, il calciatore può iniziare a giocare per il nuovo club.
La terza e ultima fase è quella della verifica dei pagamenti, necessaria per completare definitivamente l’acquisto: il nuovo club deve inserire nell’ITMS una prova dell’avvenuto pagamento (del cartellino) e, solo a quel punto, la transazione è terminata del 100%.
Quanto ci vuole per completare un’operazione via ITMS?
[mks_dropcap style=”square” size=”52″ bg_color=”#F2F2F2″ txt_color=”#000000″]È[/mks_dropcap] probabilmente la domanda che ci siamo posti tutti quando, negli ormai famosi ultimi 12 minuti del calciomercato, abbiamo appreso dai media del tentativo disperato (e fallito) di Juventus e Zenit di completare il passaggio di Witsel ai bianconeri, in extremis.
ULTIM’ORA – Juventus e Zenit hanno aperto il TMS per Witsel. Hanno 12 minuti per compilare i moduli
— calciomercato.it (@calciomercatoit) 31 agosto 2016
Ci vuole un po’ di più. In media, ci vogliono 6 giorni e 12 ore. Questo perchè, come detto, ci sono 7 giorni di tempo da parte della lega del club cedente per rilasciare il transfer. Per ovviare a questo, però, negli ultimi giorni di mercato è sufficiente che avvenga la richiesta del transfer affinché – qualora tutto dovesse poi andare a buon fine – un trasferimento possa essere ritenuto valido. Cerchiamo di collocare quei 12 minuti in un contesto? Nel 2015, il trasferimento più rapido in assoluto è durato 16 minuti e 33 secondi. Gli altri, tutti di più, molto di più. Insomma, quella imbastita per Witsel era davvero un’operazione impossibile con così poco tempo a disposizione. Un tentativo tanto generoso quanto irrealistico.
I precedenti famosi.
[mks_dropcap style=”square” size=”52″ bg_color=”#F2F2F2″ txt_color=”#000000″]I[/mks_dropcap]l precedente più famoso è avvenuto l’estate scorsa ed ha coinvolto addirittura due club del calibro di Real Madrid e Manchester United. L’ultimo giorno di mercato, infatti, i Blancos hanno tentato di acquistare il portiere David De Gea in cambio di 15 milioni di sterline e un giocatore, anche lui portiere, Keylor Navas, come contropartita. Nel loro caso, i contratti con le firme dei rispettivi club e giocatori furono firmati poco dopo le 23:53 ed i club ebbero perciò meno di 7 minuti a disposizione per completare il passaggio. Come visto, troppo tardi: nella ricostruzione del Real Madrid (seguì infatti uno scambio di accuse abbastanza duro tra i due club), lo United inserì nell’ITMS le informazioni per De Gea entro la mezzanotte, ma non fece in tempo ad inserire quelle di Navas. Il Real Madrid provò comunque a confermare l’ITMS inserendo a sua volta i dati ricevuti, ma si fecero le 00:02, oltre il tempo limite. L’intera operazione terminò solo alle 00:29, fuori tempo massimo.
Che beffa, direte voi… far saltare un’operazione così importante per qualche minuto? Pensate che, solo sei mesi prima, il Levante cercò di prelevare in prestito, all’ultimo secondo, un giocatore, Bryan Ruiz, dal Fulham. Completò la registrazione alle 00.01. Un minuto dopo. Anche qualche secondo meno di 60. La FIFA, dopo 10 giorni di discussioni, dichiarò irricevibile la procedura. Non si sfora, questa è la regola. Per tutti.
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di Francesco Andrianopoli
Ma perchè ci siamo ridotti all’ultimo?
[mks_dropcap style=”square” size=”52″ bg_color=”#F2F2F2″ txt_color=”#000000″]P[/mks_dropcap]erchè è inevitabile, secondo le normali dinamiche di mercato. È facile dire “bisognava muoversi prima” da un divano: in questa finestra di calciomercato la Juventus ha gestito, escludendo il settore giovanile, circa 120 transazioni in entrata e in uscita: alcune erano semplici, altre complesse, tutte richiedevano quantomeno un minimo di attenzione; anche riducendo il totale alle sole operazioni che hanno influito direttamente sulla prima squadra, stiamo parlando comunque di circa 25 transazioni. Ciascuna di queste operazioni aveva una priorità differente, e la tempistica dei trasferimenti lo ha reso molto chiaro; per citare solo quelle più significative: Pjanic, Morata, Benatia, Pjaca, Higuain, Pogba, Isla, Pereyra, Zaza, prima gli acquisti nei ruoli chiave, poi le cessioni dei giocatori in esubero.
Al termine di questa catena di operazioni, ne sono rimaste due: l’acquisto di Cuadrado e Witsel, i giocatori designati per svolgere il ruolo di prima riserva sugli esterni e a centrocampo; il tempo rimasto si è rivelato sufficiente per portare a casa il colombiano, non per il belga. E’ quindi evidente che per “muoversi prima” su Witsel avrebbe significato, necessariamente, mettere da parte o posticipare una delle altre: uno degli acquisti, in particolare, visto che le cessioni erano necessarie, essendo la rosa già completa per quanto riguarda la lista di giocatori utilizzabili in A, e in esubero per la lista Champions.
A questo punto, visto che le regole del gioco sono chiare, siete liberi di partecipare: potete scegliere di chiudere l’affare Witsel soltanto mettendo a repentaglio a una delle operazioni in entrata; in altre parole, se volete Witsel dovete rinunciare a Pjanic, Benatia, Pjaca o Higuain; cosa scegliete?
Fonti:
- FIFA Transfer Matching System GmbH