Il responso degli accertamenti effettuati al J|Medical in seguito all’infortunio di Merih Demiral parla di “lesione del legamento crociato anteriore (ACL) con associata lesione maniscale”. Si tratta di un infortunio con cui abbiamo imparato a fare i conti, ma cosa significa esattamente?
L’articolazione del ginocchio è stabilizzata da ben quattro legamenti: 2 laterali, 2 interni (crociato anteriore e posteriore, che si inseriscono su tibia e femore); poiché compito essenziale del crociato anteriore è limitare l’intrarotazione della tibia ed evitare l’iperestensione del ginocchio, una distorsione violenta di quest’ultimo può portare ad una lesione dell’ACL secondo diversi livelli di gravità:
I grado – iperestensione della struttura senza perdita di integrità della stessa
II grado – rottura parziale di parte dei fasci del legamento
III grado – rottura totale con perdita di stabilità dell’articolazione
Nel caso in cui la lesione sia importante, bisogna necessariamente ricorrere alla ricostruzione chirurgica del legamento tramite il prelievo di un innesto tendineo dal tendine rotuleo o, ormai più frequentemente, dal semitendinoso e gracile che, in seguito all’asportazione del vecchio legamento lesionato, viene inserito tra femore e tibia.
Il “guaio” di questo tipo di infortunio è rappresentato, più che dalla parte chirurgica, da un percorso riabilitativo – nel caso di uno sportivo – particolarmente articolato. È infatti necessario da una parte salvaguardare i siti di inserzione e prelievo dell’innesto che hanno bisogno di fisiologici tempi di recupero e, simultaneamente, preservare i muscoli e la loro funzionalità (fondamentale è prevenire l’atrofia del quadricipite e dei muscoli ischiocrurali). Il rischio sarebbe quello di andare incontro a delle recidive o addirittura a delle problematiche riguardanti i siti donatori.
Nel tempo, e grazie all’avvento della procedura artroscopica, sono stati elaborati diversi protocolli che mirano ad ottenere dei recuperi con tempistiche ottimizzate, tra questi alcuni “accelerati” che si distinguono per un diverso impiego dei carichi di lavoro (ne parlavamo qui in maniera approfondita). È però possibile riconoscere delle tappe generali, fondamentali in qualsiasi tipo di protocollo: il rinforzo del quadricipite, dei muscoli ischiocrurali, e di tutta la muscolatura dell’arto inferiore è essenziale per il corretto funzionamento dell’articolazione; recuperare la completa articolarità in tempi relativamente brevi permette di impostare al meglio il recupero; lavorare molto sulla propriocezione può fare la differenza, così come la distribuzione di esercizi a catena cinetica chiusa o aperta è ritenuta altrettanto incisiva.
In virtù di quanto detto, non deve stupire l’entità dei tempi di recupero previsti in queste situazioni. Nel caso di Merih, inoltre, la lesione legamentosa è accompagnata da una lesione meniscale che non ha però, di norma, un impatto significativo sul decorso (già lungo) post crociato.
Messa da parte la didattica facciamo un grande in bocca al lupo a Demiral, che merita di tornare presto e più forte di prima.