L’essenza delle Juventus Women

Da quando i grandi club maschili hanno iniziato ad investire nel calcio femminile, ad ogni nuova stagione, sentiamo dire che il nuovo campionato sarà ancora più difficile e bello del precedente. Sembra una frase fatta per pubblicizzare la Serie A femminile, ma la partita di ieri, tra le Juventus Women e l’Empoli Ladies, dimostra che non è solo pubblicità.

Mr. Spugna, ex allenatore del settore giovanile della Juventus, prima maschile e poi femminile, per volontà di Braghin, ha portato personalità e coraggio nella formazione toscana. Squadra giovane, con ben quattro giovani bianconere in prestito (di cui due, Glionna e Bellucci, in campo ieri), immagonandole un giorno con la maglia a strisce, ha letteralmente battagliato su ogni pallone, senza mai mollare.

Nel focus sulla pre-season delle bianconere, di Roberta Sacco, abbiamo detto che partite contro le grandi d’Europa hanno fatto capire a che punto è la crescita del progetto sportivo e soprattutto la mentalità della Juve, ma le partite come quella di ieri, tirano fuori il carattere e la determinazione necessarie per tutta la stagione.

Gli highlights

Se dovessimo usare un termine, per definire la partita, userei la parola “maschia” (con chiara ambiguità). Ho visto spallate, falli, raddoppi di marcature, tentativi di sfondamento e gioco ad alta intensità fisico e mentale dal primo all’ultimo secondo.

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La partita per intero

Cosa non è andato?

I due gol su azione dell’Empoli, entrambi bellissimi, il primo per come Glionna ha messo in mezzo la palla e il secondo per l’acrobazia di Polli, sono comunque macchiati da piccole disattenzioni della difesa. Lungi da me tentare di sminuire la bravura delle avversarie, dando la colpa alle sole bianconere, ma come ad ogni inizio di stagione ci sono errori di rodaggio. Possiamo dare un’attenuante a Lundorf, appena arrivata, è stata buttata nella mischia da Coach Guarino. La danese, che deve ancora trovare il feeling con le compagne di reparto, si dimentica Acuti sul secondo palo, che la insacca. 1-1 per le toscane.

Il gol di Polli, invece, vede colpevoli anche le due centrali, Gama e Sembrant. Azione su calcio d’angolo, Gama, Sembrant e Pedersen guardano il pallone impattato di testa da Lundorf e si dimenticano di Polli, che in mezza rovesciata, la manda dentro.

Il rigore concesso da Gama, su Dompig è frutto di un eccesso di agonismo della bianconera. Rigore netto, trasformato molto bene da Prugna, una delle migliori in campo per l’Empoli Ladies.

La condizione atletica è un problema. Come è già stato fatto notare nel focus pre-season, la condizione non è ottimale. Non è facile accorciare la preparazione e cominciare a giocare in estate, una prima assoluta per il calcio femminile italiano. L’Empoli ha messo a dura prova il fisico delle bianconere. Addirittura, a riprova della condizione atletica precaria, Gama è costretta ad uscire nel fiale (si spera che non sia nulla di grave, che fossero solo crampi).

Cosa c’è di positivo

Bonansea. Mi viene il sospetto che l’attaccante bianconera abbia letto le critiche di AterAlbus. Ieri Bonansea ha fatto due gol bellissimi. Il primo di tecnica, a volo su un lungo cross di Boattin. La palla sembra alta, ma si abbassa quel tanto che basta per sfiorare la traversa ed entrare in porta. Il secondo un’azione in velocità di Staskova, partita a sinistra, passaggio per la numero undici, che dribbla il portiere avversario e di potenza e cattiveria, segna il gol del 2-2.

Girelli è l’altra nota lieta. Dalla mancata titolarità con l’Olanda, durante il mondiale, si ha l’impressione che Girelli abbia qualche sassolino nelle scarpe. Miglior marcatrice del campionato, la passata stagione, ma senza titolo ufficiale, anche quest’anno Girelli sembra volere assolutamente quel titolo. Trasforma il rigore del 3-2 e non contenta, trasforma quello del 4-3, quasi parato da Fedele, ma tirato con troppa rabbia.

Rabbia agonistica. Noi tifosi, quando vediamo che nonostante la condizione fisica non ottimale e la sofferenza per merito di un avversario tosto e affamato, la squadra continua a giocare senza andare nel panico, ma mettendoci rabbia e cattiveria, non possiamo non esaltarci. L’emblema di questo è Gama che uscita dal campo, per problemi muscolari, si rifiuta di tornare in panchina, ma resta lì, a bordo campo, per guidare e sostenere le sue compagne. Un altro emblema è anche Staskova, il gigante ceco, marcato ottimamente da De Rita, più piccolina di lei, eppure le basta un’azione buona per dare l’assist del 2-2. Sono tutte le giocatrici entrate dalla panchina: Cernoia, Rosucci e Zamanian davanti a tutte, che capiscono che si doveva battagliare e si adeguano, facendo a sportellate le prime due e non tirandosi indietro.

Se una partita simile non vi appassiona al calcio femminile, null’altro può farlo.

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