Secondo alcuni rumor circolati nelle scorse ore, la Lega Serie A avrebbe minacciato i propri broadcaster, Sky su tutti, di oscurare il segnale delle partite di calcio qualora non venisse prontamente corrisposta la sesta e ultima rata dei diritti tv relativi alla stagione 2019-2020, originariamente dovuta il 2 maggio scorso e pari a circa 230 milioni di Euro (dei quali circa 130 dovuti da Sky).
Mentre le altre tv pare siano disposte a versare quanto pattuito, Sky ha invece ribadito quella che è stata la sua posizione fin dagli inizi di marzo e cioè la richiesta di uno sconto sulla quota relativa ai diritti tv per la stagione in corso e su tutte le quote relative alla stagione 2020/2021.
Considerato che il campionato è ripartito e che, verosimilmente, verrà completato, per quale motivo Sky continua a rifiutarsi di pagare? E per quale motivo sta chiedendo, pare, uno sconto anche sulla prossima stagione calcistica?
Come detto nel podcast del 28 maggio, molto verosimilmente Sky sostiene che il “prodotto” Serie A offerto dalla Lega non sia conforme a quello pattuito 2 anni fa, quando vennero assegnati i diritti tv alle televisioni. Tale contestazione è in un certo senso condivisibile, se si pensa agli stadi deserti, al caldo estivo che inficia sulla qualità delle prestazioni atletiche, all’impossibilità di programmare le partite a “spezzatino”, al calendario estremamente compresso che impedisce approfondimenti, speciali ed interviste. Tali considerazioni valgono sia per questo ultimo scampolo di campionato 19/20, sia per la stagione 20/21. Da qui la richiesta dello sconto milionario di Sky.
Ora, che Sky abbia subito un danno in termini di qualità del prodotto offerto è abbastanza innegabile. È invece piuttosto discutibile che tale danno debba essere posto a carico delle squadre di A e che conseguentemente le emittenti abbiano diritto a uno sconto sui compensi pattuiti. Per stabilire da un punto di vista giuridico la bontà delle ragioni di Sky bisognerebbe prendere visione di tutta la documentazione contrattuale relativa all’assegnazione dei diritti tv, che tuttavia è solo parzialmente pubblica.
Quello che si può dire è che la minaccia della Lega Serie A di oscurare il segnale delle partite appare fondata sia da un punto di vista contrattuale che strategico. Il prolungato inadempimento di Sky darebbe diritto alla Lega di risolvere il contratto di assegnazione dei diritti tv e, almeno teoricamente, contrattare il subentro di un nuovo broadcaster.
Al di là delle considerazioni giuridiche, sembra evidente che il prolungarsi di questo muro contro muro non giovi a nessuno, soprattutto in vista della prossima estate, quando il contratto con Sky-Dazn scadrà e verrà bandita una nuova asta per i diritti tv del triennio 2021-2024. In caso di contenzioso è difficile (ma non impossibile) pensare che Sky possa continuare a essere l’assegnataria principale dei diritti tv.
Un accordo sul modello di quello raggiunto in Premier League – dove risulta che proprio Sky abbia trovato un’intesa con i club sulla base di un consistente rimborso sui compensi già pagati per la stagione in corso e un differimento dei termini di pagamento per la stagione successiva – potrebbe davvero essere nell’interesse di tutti.
di Antonio Santini