Come si è strutturata la squadra femminile per le giovanili? In che modo la Juventus Women coltiva il talento? Con quali risultati?
Teniamo a mente le parole di Coach Guarino: “non è mai stato un esperimento o un tentativo, ma un’idea chiara”. Nel 2015, la Figc obbliga le squadre maschili di Serie A e Serie B ad avere la squadra femminile. In particolare obbliga il tesseramento di almeno 20 calciatrici under 12 e di raddoppiarne il tesseramento per l’anno successivo. La Juventus apre così il settore giovanile, tutto riservato alle donne, due anni prima della formazione della prima squadra. Tutto è cominciato con due squadre Pulcini ed esordienti misti e l’Under 12.
Oggi il vivaio comprende tutte le squadre a partire della Under 9/10, alla Under 19. A queste dobbiamo aggiungere il progetto delle J|Academy e i Summer Camp. Chi coordina il vivaio è Stefano Braghin e scusate se è poco. Eniola Aluko ha definito Braghin, un “visionario” del calcio femminile. In effetti Braghin ha trasformato la sua visione, in realtà. Una realtà vincente.
Come la prima squadra, anche il settore giovanile, nonostante sia nato di recente ha fatto registrare alcune importanti vittorie. La più importante è la prima edizione della Viareggio Women’s Cup con la Under 19, proprio l’anno scorso. Le under 17 e under 15 hanno raggiunto le finali nella stagione 2017-2018, per poi conquistare i titoli nazionali nella stagione successiva. La sua Under 12 nel 2017 ha conquistato la Danone Nations Cup.
Il settore giovanile delle Women è molto attivo e ha già dimostrato di essere molto competitivo e pieno di giovani talenti, che coach Guarino sa valorizzare al momento giusto. Proprio domenica scorsa, le Juventus Women hanno affrontato nel Tavagnacco un’ex giocatrice del vivaio juventino: Valentina Puglisi, ex capitano della primavera bianconera. Dall’anno scorso abbiamo in prima squadra alcuni giovani talenti formati nel vivaio della Juventus e desiderose di mettersi in mostra: Melissa Bellucci, Asia Bragonzi (che quest’anno, durante gli ottavi di Coppa Italia, ha segnato la sua prima tripletta in prima squadra) e Giordano.
Una società che investe prima nel settore giovanile, mettendolo in condizione di essere competitivo, avendo già a disposizione giovani prospetti che scalpitano nell’attesa della loro occasione, dimostra quanto sia serio il progetto della Juventus Women e in generale quanto crede nel calcio femminile. Non un esperimento e nemmeno un tentativo, ma un’idea ben chiara, strutturata e organizzata alla perfezione.
Per concludere vi ripropongo le parole di Braghin, quando l’anno scorso ha commentato gli straordinari successi di tutto il settore femminile:
“Abbiamo un gruppo di lavoro molto unito, oltre che competente, e un ambiente in cui si respirano grande armonia e supporto reciproco. È qualcosa in cui crediamo molto e che dà un valore aggiunto allo spirito delle ragazze. Crediamo nel concetto di famiglia, unità e obiettivi comuni: è qualcosa di intangibile, che non si compra e non si allena in campo, ma si costruisce nelle relazioni e nell’empatia. Questa filosofia ci sta dando frutti sia in prima squadra che nel settore giovanile”.