Nato a Peschiera del Garda l’8 febbraio del 2000, Marash Kumbulla è un difensore centrale cresciuto nel settore giovanile dell’Hellas Verona, squadra che lo inserì nella propria attività di base a soli 8 anni per poi crescerlo sino a portarlo in prima squadra.
Figlio di immigrati albanesi, a 16 anni venne aggregato in Primavera per esordire in prima squadra il 12 agosto del 2018, in Coppa Italia contro il Catania. Lanciato titolare in Serie A da Ivan Jurić nel corso di questa stagione, dopo che nella passata aveva raccolto un solo cap in Cadetteria, Max (così viene abbreviato per semplicità il suo nome) ha disputato 18 partite diviso tra il ruolo di centrale e quello di laterale sinistro dell’aggressiva linea a tre uomini sapientemente schierata dal tecnico croato.
Nazionale albanese sin dall’under 17, nonostante sia in possesso del passaporto italiano ha sempre difeso i colori della Shqiponjat, dove ha esordito nella rappresentativa maggiore lo scorso 14 ottobre contro la Moldova, perdendo così la possibilità di vestire l’Azzurro della nostra Nazionale. A livello di classe 1999, del resto, l’Italia ha sempre puntato su altri centrali (come l’interista Bastoni, per dire il più famoso); di contro la nazionale albanese ha ormai da anni implementato un lavoro di ricerca di “passaportati” cresciuti fuori dal paese tale per cui non poteva certo sfuggire loro un giocatore come Kumbulla, come abbiamo visto convocato già fin da giovanissimo.
Capacità coordinative e condizionali
Circa 190 centimetri per 80 chilogrammi, Marash Kumbulla è un ragazzo dal fisico slanciato ed una certa reattività. Abbastanza rapido (ovviamente per quanto possa essere rapido un ragazzone di quasi due metri, quindi non in senso assoluto), forza fisica non disprezzabile con margini di possibile ulteriore miglioramento, è in possesso di una discreta elevazione. Dotato di buona capacità di equilibrio, non ha grandissima trasformazione, mentre ha discreta anticipazione motoria. Sulle lunghe distanze può pagare qualcosa contro attaccanti di grande gamba, ma per essere un centrale non pecca affatto in velocità.
Da un punto di vista fisico-atletico, insomma, ha una base assolutamente decorosa sulla quale lavorare e che sicuramente, visti i margini che mostra, potrà implementare.
Qualità tecniche
Per quanto riguarda la fase di possesso Max non è esattamente un fine dicitore di gioco, tanto che le statistiche supportano l’osservazione oculare: con 36,2 passaggi (contro i 41,3 di Rrahmani ed i 45 di Gunter) nonché con gli 1,6 lanci (vs. 2,5 e 3,1) a partita è il centrale veronese che gioca meno palloni tra i tre titolari di Jurić. Un potenziale in questo senso comunque lo ha, se è vero che ai tempi della Primavera era lui, più che il compagno di reparto Baniya, a prendersi i compiti maggiori in fase di impostazione. Non credo diventerà mai un Bonucci, ma crescendo potrebbe affinare un pochino le sue qualità e dare quindi una mano più sostanziale alla fase di prima costruzione della propria squadra.
Destro naturale che in caso di necessità si sa rifugiare anche nel mancino con discreta efficacia (tanto che in Primavera giocava da centrale sinistro di una linea a quattro ed in prima squadra è stato più volte schierato laterale sinistro del trio), se la cava nel controllo, è in possesso di una guida ulteriormente affinabile e sembra più a suo agio nel palleggio corto che nel cercare verticalizzazioni, lanci o tracce ad incrociare.
Dotato di un più che decente colpo di testa, che gli è anche valso un gol contro la Sampdoria, può comunque migliorare ulteriormente anche questo fondamentale per risultare più efficace nel gioco aereo difensivo, quando con qualche incornata più precisa potrebbe ripulire meglio il pallone.
Il ragazzo possiede una buona capacità di contrasto (ne effettua 1,8 a gara, contro gli 1,5 di Gunter e Rrahmani; Palomino è il top in Serie A con 2,9), dove sa abbinare la forza di cui sopra ad una discreta lettura e scelta di tempo, cosa che lo rendono un giocatore generalmente abbastanza pulito. In questa Serie A ha effettuato 1,9 falli a partita raccogliendo sinora 4 ammonizioni, una ogni 370 minuti di gioco (di fatto ogni quattro partite, insomma).
Qualità tattiche
Quando si valuta un giocatore, soprattutto se magari non lo si conosce ancora per nulla, è spesso difficile fare la tara tra le sue qualità e quello che è il contesto tattico in cui lo stesso si trova ad operare. Così si possono vedere mediani che giocano novanta minuti di appoggi indietro non per incapacità tecnica, quanto per richiesta dell’allenatore. Allo stesso modo, venendo a Kumbulla, si possono notare difficoltà emergere in un certo ambiente di gioco che vanno a scomparire quasi completamente quando lo scenario muta.
Ecco quindi che un giocatore che in quel paio di volte che lo vidi in Primavera sembrava essere in difficoltà sulle letture (1,5 intercetti a partita, come Gunter e più di Rrahmani fermo a 1, Izzo migliore del campionato con 2,5) e poco capace di accorciare efficacemente sull’avversario, scende in campo in Serie A e si comporta in maniera eccellente, contribuendo a blindare una difesa che nel momento dello stop al campionato era, dati alla mano, la quarta migliore del campionato (26 gol subiti, 3 in più della Lazio prima).
C’è però una possibile spiegazione differente a questi passi in avanti da gigante che il ragazzo ha mostrato in termini di lettura del gioco ed accorciamento: la mano dell’allenatore. Non tanto perché come dicevo qui sopra ha costruito un contesto tattico differente rispetto a quello in cui Max giocava in Primavera, quanto perché potrebbe aver preso per mano il ragazzo nel suo percorso di crescita. Del resto un allenatore è pagato – anche – per questo: migliorare i propri giocatori, soprattutto quando giovani quanto il centrale di Peschiera del Garda.
Nell’impalcatura tattica di Jurić, quindi, Marash si trova molto a suo agio: l’aggressività che il mister pretende dai suoi ragazzi gli è entrata nelle vene, giocare alto per lui non è più un problema, ha evidentemente imparato molte letture, attacca in verticale anche fino oltre il centrocampo, se la cava negli anticipi bassi e difende la profondità in maniera dignitosa. In più è bravo nell’anticipo alto, qualità probabilmente centrale per la sua valorizzazione, se è vero come è vero che il Verona è la squadra che effettua più duelli aerei in Serie A.
Sullo sviluppo di queste qualità tattiche, ne sono abbastanza certo, l’allenatore croato ci ha messo del suo.
Qualità mentali
Se nel giro di un paio d’anni un giocatore che sembrava pronto più per un campionato minore che non certo per la Serie A porta il proprio livello di gioco sino ad imporsi come uno dei migliori giovani del massimo campionato beh, è evidente che ci si trova di fronte ad un ragazzo solidissimo dal punto di vista mentale. Perché c’è chi è naturalmente dotato di un talento smisurato al punto tale che una A la può reggere anche solo con esso, e poi c’è chi invece deve lavorare tutti i giorni sul campo per prendere delle attitudini più “normali” e trasformarsi così in una splendida farfalla.
Non bastasse ciò, credo che un’ottima descrizione di che testa abbia Marash Kumbulla l’abbia data Massimo Margiotta, responsabile del settore giovanile dell’Hellas: “non sto qui a parlare delle sue qualità tecniche, ma ho trovato un ragazzo straordinario dal punto di vista mentale. Già tre anni fa era un professionista, curava ogni particolare, anche quando aveva qualche problema fisico di troppo. Lui per me è stato un esempio, un esempio che porterò sempre”.
Debolezze
Il fisico come abbiamo avuto modo di dire non lo si può certo considerare un suo punto debole, ma nel contempo è qualcosa su cui deve sicuramente lavorare perché sono certo possa essere ulteriormente plasmato e rinforzato, cosa che se implementata senza fargli perdere elasticità male comunque non gli farebbe, soprattutto se vuole arrivare a giocare ai massimi livelli.
Già diverso il discorso che si può fare quando puntato: Max sembra aver trovato la propria dimensione difendendo verticalmente in maniera aggressiva ed imparando ad accorciare con tempestività, deve invece crescere ancora molto negli uno contro uno con gli avversari, dove sembra pagare qualcosa in più.
Infine, ovviamente, c’è la già citata questione “di palleggio”: Kumbulla ha sì un dignitoso 84,2% di passaggi riusciti, ma questo dato è viziato dal fatto che generalmente non è chiamato a trovare traiettorie decisive o comunque assumersi grosse responsabilità in fase di costruzione. Il calcio moderno però è lo stesso in cui i portieri sono strumenti sempre più centrali nella ricerca di un’impostazione che parta dal basso, figuriamoci quindi quanto è importante la sensibilità tecnica dei difensori. Ecco, in questo aspetto la “cura Jurić” rischia di non aiutarlo: il suo Verona è infatti una delle squadre più verticali del campionato (con 59 lanci a gara è terza in campionato in questa speciale classifica), cosa che difficilmente aiuterà Marash a sviluppare grandi capacità e tempi di impostazione.
Valutazione generale
Max Kumbulla è stato sicuramente una delle rivelazioni del pezzo di campionato sin qui compiuto, per tanto la sua valutazione non può che essere positiva.
Vanno però inevitabilmente sottolineati gli aspetti legati, come si diceva sopra, alle peculiarità tattiche del contesto in cui si esprime e che sembrano averlo valorizzato: la ricerca spasmodica di marcature sull’uomo così aggressive creano un ambiente di applicazione difensiva piuttosto particolare per il ragazzo, che andrebbe verificato in contesti differenti per capirne l’agio.
Non è tanto l’idea di passare, eventualmente, da una difesa a 3 ad una 4, il punto: Marash a quattro ci è cresciuto e ci sa giocare. È proprio l’applicazione tattica specifica che mette in campo ad essere frutto di un contesto particolare, che probabilmente in poche squadre troverebbe replicato.
Alla Juventus
Dopo aver provato a fotografare il calciatore ed aver fatto tutta una serie di doverose premesse proverò a rispondere ad una domanda che sicuramente un po’ tutti i tifosi juventini si staranno ponendo: quanto può essere utile Marash Kumbulla alla Juventus?
Come detto lo scorso anno parlando di Merih Demiral la Vecchia Signora è sempre molto attenta ai giovani italiani (di nascita e formazione Max lo è, anche se calcisticamente ormai va ovviamente considerato albanese dato che ha scelto di vestire la maglia della Shqiponjat) e non solo, ed acquistare uno dei migliori giovani del campionato non so in che modo possa essere considerato un errore. In questo momento però non riesco proprio ad immaginarmi un Kumbulla titolare a Torino, e per il ruolo di giovane rincalzo la Juventus oltre ad avere in rosa lo stesso Demiral ha già acquistato anche il genoano Romero.
Possibile quindi che si tratti di un eventuale acquisto a sfondo bilancistico, un po’ come rischia di essere stato quello di Demiral di cui si diceva potesse essere immediatamente rivenduto a 40 milioni. Insomma, l’idea che la Juve acquisti una serie di giovani, li faccia magari anche transitare da Torino per testarli e poi dopo una o due stagioni di ammortamenti a bilancio li rivenda per generare una plusvalenza più o meno importante non credo sia da scartare a priori.
D’altro canto, è ovvio che se in questo meccanismo ci finisse oggi il turco ecco che Kumbulla, soprattutto confermando le cose belle fatte vedere in questo pezzo di campionato, potrebbe davvero giocarsi il posto di spalla di De Ligt in Bianconero per gli anni a venire!