Nato a Lodi l’8 maggio del 2000, Sandro Tonali diede i primi calci ad un pallone all’oratorio di Sant’Angelo Lodigiano. Naturalmente dotato, giocava aggregato alla squadra di suo fratello Enrico, di tre anni più grande. Come ha raccontato nell’intervista rilasciata sul numero 23 di Sportweek, fu proprio la volontà di fare uno step calcistico in più da parte del fratello che portò Sandrino ad iniziare la propria scalata. Nel 2007 infatti Enrico effettua un provino per il Lombardia Uno – storica società milanese dal settore giovanile rinomato –, ed il piccolo della famiglia ci si aggrega. La qualità dei due però non è la stessa, ed a rimanere nel giro dell’Academy Milan è il piccolo Sandro. Qui, proprio per via dell’affiliazione ai Rossoneri, Tonali ha modo di farsi visionare a più riprese dai tecnici milanisti, che però non lo selezionano. «Non posso dire che mi abbiano scartato: non mi hanno proprio preso in considerazione. Forse ero troppo piccolo», dice lui. Così dopo due stagioni riceve le proposte di Parma e Piacenza e sceglie i Lupi, per una semplice questione di vicinanza a casa.
Nel 2012 un nuovo trasferimento, decisivo per il prosieguo – anzi, l’inizio vero e proprio – della sua carriera: lo cerca il Brescia, e sarà proprio alle Rondinelle che compirà tutta la trafila nel settore giovanile agonistico, arrivando ad esordire prematuramente in prima squadra il 26 agosto del 2017. Votato miglior giovane del campionato Cadetto sia in quell’annata che nella successiva, è stato inserito nella lista dei 50 talenti da osservare in stagione redatta dalle UEFA lo scorso 30 luglio ed ha esordito in Serie A un mese dopo.
Giocatore a lungo poco sponsorizzato, fa il suo esordio nelle Nazionali giovanili Azzurre direttamente nell’under 19 ma, paradossalmente, da sotto età. Nel 2018, al pari di Nicolò Zaniolo, si è laureato vicecampione europeo di categoria, disputando tutte le partite da titolare tranne la seconda del girone. Subito promosso in under 21 ha giocato cinque sole gare con questa maglia (compresi due scampoli dell’ultimo Europeo), per poi esordire in Nazionale maggiore lo scorso 15 ottobre, subentrando a Bernardeschi nel 5-0 rifilato al Liechtenstein in quel di Vaduz. Ha quindi giocato per intero le gare disputate in Bosnia (vittoria 3-0) e contro Armenia (9-1).
Capacità coordinative e condizionali
181 centimetri per 79 chilogrammi, Sandro Tonali non ha una super struttura ma, come si evince anche dalle sue misure, non è nemmeno un giocatore fragile. Anzi, proprio il fisico compatto ma spigoloso lo rende discreto a contrasto. Non brilla né per rapidità né per velocità in allungo, ma non si può nemmeno dire sia lento. Così come non ha la forza fisica di un mediano dominante à la Vieira o Desailly, ma come detto sa farsi valere.
Da un punto di vista coordinativo gode invece di un’ottima capacità di anticipazione motoria, buona reazione e discreta differenziazione motoria.
Qualità tecniche
Che tipo di centrocampista sia Sandrino Tonali lo ha raccontato lui stesso, molto candidamente, a Sportweek: «a Pirlo mi piacerebbe prendere il lancio profondo, preciso al millimetro. Oggi riesco meglio nel gioco corto. Che, in verità, mi viene anche più naturale rispetto al “lungo”». Quindi, a prescindere dalla posizione in campo che va a ricoprire (aspetto che tratteremo più avanti) si tratta più di un giocatore di palleggio che non da tracce lunghe. Uno dei motivi, per quanto non l’unico, per cui il paragone con Pirlo è assolutamente improprio e spero non venga riproposto ancora a lungo, perché realmente insensato anche al di là del rispettivo livello di gioco dei due.
Nonostante questo, ad oggi non ha ancora numeri importanti in termini di palleggio. Prendendo i dati forniti da Soccerment e paragonandoli a quelli del “centrocampista difensivo medio” possiamo infatti notare come il mediano lodigiano sia sotto il par in termini di passaggi nella propria metà campo sui 90 minuti (16,6 contro 23), oltre che di accuratezza degli stessi (82,1% contro 89,5%). Meglio gli vanno le cose per quanto riguarda i passaggi nella metà campo avversaria (28,7 vs. 25,1, la precisione è comunque di 11 punti percentuali in negativo), ma questo dato potrebbe essere “drogato” dal fatto che disimpegnandosi anche come mezz’ala ha ovviamente mediamente più possibilità di giocare palla in fase offensiva. Sempre paradossalmente effettua più lanci della media (5,69 vs. 5,46), ma lo fa con una precisione inferiore (46,9% contro il 54,3%) e, dato particolarmente delicato, perde ben 17,5 volte il possesso ogni 90 minuti, contro un più contenuto 11,4 della media. Interessante, di contro, il fatto che i suoi passaggi in avanti siano quasi il 40% del totale che effettua, contro il 33,6% della media.
Il paragone di Tonali con Pirlo esce in tutta la sua insensatezza proprio quando si va a guardare il volume di gioco che passa per i piedi del ragazzo di Sant’Angelo Lodigiano, ovvero circa il 10% del totale del suo Brescia. Una quantità significativa ma che sancisce come Sandrino non sia ancora il vero e proprio regista della squadra.
Questi dati sono interessanti e ci restituiscono un’immagine certo non particolarmente scintillante di Tonali, un centrocampista osannato ovunque ma che come si può vedere non ha statistiche che giustifichino l’hype che si è creato attorno a lui, tanto più il paragone pirlesco. D’altro canto, però, vanno contestualizzati questi dati: il Brescia è ovviamente una squadra che non ha le qualità tecniche di un Barcellona o un Manchester City, quindi inevitabilmente Tonali applicato in quel contesto non può che forzare delle giocate, cercare il lancio lungo anche più di quanto non vorrebbe (dice lui stesso di non avere grande sensibilità in questo fondamentale e poi ha la terza lunghezza media di passaggio tra i centrocampisti di Serie A!), avere anche una precisione inferiore rispetto a quella che da un giocatore come lui ci si aspetterebbe. Allo stesso modo gioca, come abbiamo visto, circa 45 passaggi a partita, un dato molto lontano dai 160/180 che, ad esempio, Jorginho arrivava a giocare nel Chelsea di Sarri. Ma, anche qua, non si può risolvere tutto dicendo che sia una mancanza di Sandro. E’ in primis il contesto di squadra che gli permette – o non gli permette – di avere numeri paragonabili ai registi top mondo.
A livello di calcio il paragone con Pirlo continua a non reggere, ma occhio comunque a non sottovalutare il destro del ragazzo di Sant’Angelo: il suo unico gol e quattro dei cinque assist refertati in questo campionato sono arrivati proprio da punizioni e corner!
Qualità tattiche
Il dibattito più acceso attorno alla figura di Sandro Tonali è indubbiamente quello che riguarda la posizione in cui può dare il meglio di sé: mediano o mezz’ala? Una risposta interessante, in questo senso, l’ha data lui proprio nella succitata intervista a Sportweek, dove si è così espresso: «sai che non lo so? Mi piacciono entrambi. Dipende da come si schiera l’avversario: contro un 4-4-2 ho più spazio come mezz’ala, se ho di fronte un trequartista mi piace stare davanti alla difesa perché, saltato lui, ho campo davanti». Quindi ad oggi una risposta chiara e definita su quale sia il ruolo che può interpretare meglio sembra non averla nemmeno lui, che infatti si disimpegna bene e con simile efficacia in entrambi i ruoli.
Probabilmente è qualcosa che andrà a definirsi con la sua crescita e completa maturazione. Ad oggi sembra avere delle qualità per cui può agire meglio da mezz’ala ed altre che lo rendono più adatto a giocare centrale in un centrocampo a tre; ed infine potrebbe volendo anche adattarsi a giocare in una mediana a due. Ad esempio la facilità di dribbling che dimostra (1,41 riusciti ogni 90 minuti, contro gli 0,62 della media) abbinata alla creazione di “chance” (2,12 contro 0,67) ed alla sua facilità di portare palla (5,2 metri in media per azione, terzo centrocampista difensivo della Serie A) ci dicono che messo sulla mezz’ala può contribuire in maniera più marcata allo sviluppo dell’azione, anche con break personali. D’altro canto è un giocatore bravo nelle letture, cosa che può aiutarlo a giocare centralmente, così come il grande dinamismo di cui dispone può anche al limite farci immaginare un suo futuro in una mediana a due.
In generale comunque, come potete vedere da questo grafico Soccerment, non parliamo di un giocatore che ad oggi brilli, da un punto di vista statistico, rispetto al “centrocampista difensivo medio”. I suoi numeri sono in linea alla media per quello che riguarda l’attacco e leggermente peggiori nel gioco aereo, in fase difensiva, nei passaggi ed a livello fisico. Nel contempo emerge appunto la sua facilità di dribbling e, soprattutto, svetta per visione di gioco, parametro che viene calcolato sulla base dei lanci (che paradossalmente, come abbiamo visto, non sono il suo forte) e delle succitate occasioni create.
Sempre parlando dell’impiego che gli si può prefigurare, Tonali non è un giocatore che ha grande confidenza con il gol, avendone segnato uno solo e viaggiando a 0,03 xG90, secondo Understat. E’ stato però sin qui un buon rifinitore, con 5 assist (solo otto calciatori hanno fatto meglio in Serie A) ed un più che discreto 0,20 xA90, che è ad esempio un dato circa doppio rispetto a giocatori come Castrovilli (0,09), Brozovic (0,09), Zielinski (0,10), Barella (0,11) e Traoré (0,11) e di poco migliore rispetto a Milinkovic-Savic (0,15), Locatelli (0,17), Bentancur (0,19). Di riffa o di raffa sui 23 match (per 2.041 minuti) che ha giocato ha quindi prodotto un rateo di contribuzione che si attesta sull’evento ogni 340 minuti.
Qualità mentali
Il quadro che ho sin qui descritto, probabilmente, non vi apparirà come quello di un campioncino in erba. Tonali issato a fenomeno della nouvelle vague italiana da più o meno tutti gli esperti e bocciato dal sottoscritto, quindi? No, proprio per le sue qualità mentali.
Da un punto di vista tecnico-tattico è sicuramente un buon giocatore ma, appunto, non un super-fenomeno, un ragazzo che quindi dovrà lavorare ancora sodo per elevare il proprio gioco e la propria qualità; è invece nel piglio che mette in campo, nel suo approccio e nella sua personalità che esce l’eccezionalità di questo ragazzo.
Personalità, partiamo da qui. Perché a vederlo in campo tutto sembra tranne che un ragazzo di 17, 18, ora 20 anni. Gioca la palla senza paura in ogni zona di campo, ha il piglio sicuro del leader in erba, si fa sentire dai propri compagni come se fosse un veterano. Cosa questa che ha ammesso lui stesso, sempre a Sportweek: «parlo molto, anche perché, tolti tre o quattro, il nostro è un gruppo giovane». Sarà, ma la leadership è un tratto innato della personalità di una persona. E se a 19 anni in campo ti fai sentire a quel modo, significa che ne hai da vendere.
A colpire è poi la sua tenacia. Uno dei suoi miti calcistici era Gattuso e, beh, se non ha ancora nemmeno iniziato a carprire la capacità di lancio di Pirlo, possiamo dire che invece è sulla buona strada per rubare il mestiere a Ringhio.
Personalità, leadership, abnegazione, tenacia. Se dovessi dire quale può essere la chiave di volta capace di trasformare Sandro Tonali da giocatore della periferia calcistica italiana a giocatore di livello internazionale, allora punterei sicuramente su queste.
Debolezze
Come abbiamo visto elencando le sue qualità condizionali, coordinative, tecniche e tattiche potremmo dire che il classe 2000 Azzurro non ha veri e propri punti di forza per cui può essere paragonato alle star mondiali, ma d’altro canto non ha nemmeno grandissimi punti deboli nel suo gioco.
Struttura discreta, falso lento, passatore non eccezionale, lanciatore in fase di costruzione, ibrido che a metà campo sa disimpegnarsi più o meno bene in più o meno tutti i ruoli.
Difficile quindi sottolineare qualcosa con la biro rossa in questo tema che è la fotografia delle sue qualità. Di certo c’è che se vorrà diventare una mezz’ala di successo o imparerà a gestire come se fosse una banca ed il pallone fosse il capitale ogni possesso, oppure dovrà perlomeno trovare il gol con più facilità. Se il primo punto potrebbe, come abbiamo visto, essere anche un problema di contesto, il suo non eccelso feeling con il gol invece è un limite tutto suo, su cui dovrà lavorare ma che temo comunque essendo un fatto anche abbastanza istintivo difficilmente riuscirà a rivoluzionare sino a spiccare in questo senso.
Valutazione generale
L’obiettivo di questa scheda, oltre ovviamente a quello di dare una fotografia quanto più possibile verosimile del giocatore, è quello di fare un po’ da pompiere. Perché se Tonali ha la personalità che in effetti sembra propria dei predestinati, come abbiamo detto ad oggi non è quel fenomeno della mediana che sbrigativamente i nostri media, sempre famelicamente alla ricerca del nuovo fenomeno italiano, descrivono.
No, ad oggi Tonali è un buon giocatore che sarebbe anche interessante vedere in un contesto superiore – senza offesa – a questo Brescia. Ma per quanto abile e di prospettiva, parlarne come di un fenomeno fatto e finito è, a mio avviso, un’operazione di mistificazione della realtà.
Sandrino è insomma un buon 20enne. Anzi, un ottimo 20enne. Ma va fatto crescere in pace e svezzato al meglio, perché per diventare un “world class player” la strada è ancora lunga.
Alla Juventus
Paragonare statisticamente due giocatori che si disimpegnano in due contesti così diversi come sono Brescia e Juve è sempre difficile, forse anche intellettualmente scorretto. Però del resto se dobbiamo parlare di Tonali in Bianconero non possiamo esimerci dall’accennarlo.
Io non so se Pjanić resterà o meno in quel di Torino, ma come potete vedere ci sono delle aree del gioco in cui in questo momento è dominante rispetto a Tonali. E’ chiaro che il volume di gioco, vale il discorso fatto per Jorginho in precedenza, è imparagonabile (quello del bosniaco è circa il doppio rispetto a quello del giovane italiano) in primis per il differente contesto, però ad oggi anche la precisione di passaggio è terribilmente a favore di Pjanić: +11,3% nelle trasmissioni nella propria metà campo, +23,6% in quelle nella metà campo avversaria e +21% nei lanci. Vedo tanti juventini criticare aspramente l’ex Roma, ed in molti esaltare poi Tonali: io capisco che l’effetto novità abbia sempre il suo perché, però ad oggi a livello di qualità di gioco (certo, i due si passano 9 anni e quindi è anche quasi inevitabile sia così) la differenza è molto marcata.
Ciò detto Tonali oggi non è quindi forse il prototipo di centrocampista che serve alla Juventus, dato che il primo acquisto in mezzo dovrebbe a mio avviso essere una mezz’ala con gol nei piedi e capacità di attaccare gli spazi. Però posto che sempre nella mia opinione la Juve dovrebbe fare una mezza rivoluzione a centrocampo, ecco che acquistare un Sandro Tonali (ovviamente a prezzo onesto ed inserendo delle contropartite) avrebbe sicuramente un senso. Anche, ma non solo, per provare a ridare un’impronta più italiana ad una società che su di essa ci ha sempre puntato molto.
In questo senso però la Juventus deve affrettarsi: Ausilio non ha nascosto l’interesse dell’Inter per il ragazzo, e se Agnelli non vuole che Tonali si trasformi in un altro Bastoni deve buttarsi sul centrocampista di Sant’Angelo Lodigiano con decisione e chiuderne l’acquisto quanto prima!
REDAZIONOMETRO
(quanto la redazione vorrebbe lo acquistassimo tenendo in considerazione costi, necessità della rosa e potenzialità del giocatore)