Il giovane esterno inglese è uno dei talenti più quotati in Inghilterra.
Su di lui c’erano diversi importanti club europei, ma lui alla fine ha scelto la Juventus. Sto parlando di Samuel Iling-Junior, giovane esterno sinistro nato in Inghilterra il 4 ottobre del 2003 ed entrato nelle giovanili del Chelsea a soli 8 anni proveniente dal piccolo Clissold Rangers FC. Blues che, proprio ieri, ha deciso di lasciare accettando la corte della Vecchia Signora, che lo ha strappato alla squadra che lo ha cresciuto dopo ben 9 anni di militanza. Da un punto di vista formale il ragazzo era legato al club di Abrahmovic solo da un contratto giovanile che andava a scadere proprio con la fine della scorsa stagione. Il trasferimento, quindi, è avvenuto dietro il pagamento di un compenso stabilito dalle norme UEFA che regolano questo tipo di operazioni: poche centinaia di migliaia di euro, insomma, per un giocatore che qualora rispettasse le promesse tra qualche tempo varrà perlomeno qualche milione.
Quindi è stata brava la Juventus ad approfittare della situazione: da una parte lo stallo tra il ragazzo ed il club di appartenenza, che non è riuscito a strappare il suo sì ed a fargli mettere la firma sul primo contratto da professionista. Dall’altra la capacità persuasiva, che ha portato Iling-Junior a preferire la Juve a tutte le altre concorrenti che ne bramavano l’acquisto. Negli scorsi mesi si era infatti parlato di scout di Ajax e Schalke presenti con costanza a Cobham per visionarlo. Inoltre il Bayern aveva tentato ti ripetere il doppio “scippo” chiuso l’estate scorsa, quando proprio dalle giovanili del Chelsea prelevò altri due 2003: Jamal Musiala e Bright Akwo Arrey-Mbi. Infine il PSG, non contento dell’infinito serbatoio di talento rappresentato dall’Île-de-France, si diceva fosse vicino al suo acquisto fin da quando il 6 luglio del 2019 mise sotto contratto il promettente portiere polacco Marcin Bułka, sempre prelevato dal Chelsea.
Ma perché tutto questo interesse per un ragazzo ancora sconosciuto al grande pubblico? Perché è uno dei più quotati 2003 d’Inghilterra, una nazione che negli ultimi anni ha avuto una grande crescita sotto il profilo della produzione dei talenti, essendo oggi uno dei paesi più prolifici d’Europa. Certo, Iling-Junior non è sponsorizzato quanto Harvey Elliott del Liverpool né tantomeno Jude Bellingham, passato in estate dal Birmingham al Borussia Dortmund per circa 30 milioni, ma è comunque un ragazzo dal talento naturale piuttosto evidente. Lo stesso Musiala o l’anglo-scozzese Karamoko Dembélé (giocatore salito alla ribalta dei media perché venne aggregato all’under 20 del Celtic a soli 13 anni) sono un pochino più conosciuti, vero, ma non sempre la fama e la qualità calcistica vanno di pari passo, tanto più in età così verde.
Parlando di campo, Samuel ha passato l’ultima stagione aggregato all’under 18 Blues con cui, anche vista la particolarità dell’annata, ha disputato 8 sole gare di campionato, per un totale di 517 minuti di gioco conditi da un solo assist. Inoltre ha fatto anche 3 apparizioni, tutte da subentranti, in Youth League, mettendo assieme 78 minuti tra le due gare con l’Ajax ed uno contro il Lille. Una stagione quindi non particolarmente positiva, per un ragazzo che dovrà assolutamente tornare a vedere il campo con più continuità, perché è lì che un giovane trova la “vera” crescita.
Oltre al Chelsea Iling-Junior ha già vestito in diverse occasioni anche la maglia delle nazionali giovanili d’Oltremanica, a partire da quel 15 febbraio di due anni fa quando esordì in under 15 contro il Belgio trovando subito la rete in una partita in cui, per altro, mister Kevin Betsy lo schierò punta centrale. Furono in tutto 5 le sue presenze (tra cui due volte da ala sinistra e due destra), per un totale di 326 minuti e 2 reti (la seconda, da esterno destro, contro gli Emirati Arabi Uniti). Il luglio successivo, quindi non ancora quindicenne, ecco l’esordio con l’under 16, da subentrante contro la Croazia: battesimo anche in questo caso fortunato, condito da un gol. In tutto quella maglia l’ha vestita 12 volte per 815 minuti, anche in questo caso segnando 2 reti (la seconda contro la Norvegia). Infine lo scorso 8 settembre, ecco l’esordio con l’under 17, di cui in due mesi ha vestito la maglia 5 volte per 300 minuti tondi, prima di uscire dal giro delle convocazioni a causa dell’annata un po’ particolare con poco protagonismo in campo, come abbiamo già detto.
Detto della sua carriera giovanile, parliamo di lui e di quali sono le sue caratteristiche. Partendo da un presupposto: fisicamente Samuel ha una struttura discreta, è alto tra l’1 e 80 e l’1 e 85 per circa 70 chilogrammi, deve ovviamente ancora maturare sotto questo punto di vista ma è già in possesso di buone doti condizionali, in particolare per quanto concerne la velocità. Quando si lancia negli spazi infatti sa fare male con le sue leve lunghe, che hanno bisogno di campo per prendere celerità ma che sono mortifere dopo aver superato la fase di prima accelerazione. Giocatore tutto mancino, è in possesso di un controllo discreto ma non di una grandissima destrezza nello stretto, questo anche per via di un fisico un po’ dinoccolato che risente di una crescita “esplosa” in maniera repentina e quindi schemi motori modificatisi velocemente. Ha discreta capacità di trasformazione motoria e buona guida della sfera. Può crescere sotto il profilo tecnico, con un calcio ancora da pulire nella gestualità per potergli donare una migliore precisione. Discreta potenza, almeno se rapportato ai suoi pari età, più che nel dribbling stretto dà il meglio di sé in campo aperto, quando può sfruttare il suo atletismo per mettere alle corde gli avversari.
Acquistato per essere inserito nella rosa della Primavera, come da tweet della società, ha sicuramente la prospettiva di poter diventare elemento buono almeno in ottica under 23. Se non già da questa stagione, perlomeno come progetto a medio termine. Nato esterno alto, è come detto giocatore di gamba che sembra dare il meglio di sé con tanto campo davanti. Immaginato in una squadra che cerchi il dominio del gioco, come dovrebbe essere la Juventus di Pirlo e, a cascata, tutte le altre formazioni juventine, lo si può quindi provare ad immaginare anche fluidificante in caso di difesa a 3. O, in maniera un po’ più estrema, terzino in caso di linea a 4 uomini. Idee come queste vanno chiaramente verificate in campo, ma va detto che ci sono basi solide per sostenere possibili cambiamenti di questo tipo. Alla storia della Juventus, in maniera diversa tra loro, sono ad esempio legati Zambrotta e Spinazzola. Il primo a Bari faceva l’esterno di centrocampo e addirittura capitò di vederlo seconda punta, ma poi si impose a livello mondiale come uno dei migliori terzini della sua generazione. Il secondo nella Primavera juventina era per dispersione uno dei migliori esterni alti del campionato (fu anche votato come MVP di un Torneo di Viareggio), ma aveva un problema che sembra – ad oggi – essere comune anche ad Iling-Junior: per essere un esterno offensivo segnava poco, così venne arretrato a fare il fluidificante e lì si impose (almeno a livello italiano). Ecco, il giocatore che si è visto ad oggi con le maglie del Chelsea e dei Three Lions è abbastanza simile a Spinazzola per certi versi, quindi non escluderei a priori l’idea che possa evolvere in un senso simile, ovviamente anche a seconda dei contesti di gioco in cui si troverà a disimpegnarsi.
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Osservatore diplomato in FIGC e Football Data Analyst diplomato WyLab, attualmente ricopre il ruolo di capo scout in una società dilettantistica. Da anni gestisce un blog, Sciabolata Morbida, in cui scrive di calcio in generale e di giovani in particolare.