Lo abbiamo visto all’opera da vicino nell’Inter, ma va calato nel contesto Juve. La scheda tecnica di João Cancelo, per capirne bene pregi e difetti.
Profilo e caratteristiche
[mks_dropcap style=”square” size=”52″ bg_color=”#F2F2F2″ txt_color=”#000000″]J[/mks_dropcap]oão Pedro Cavaco Cancelo è nato nella regione di Setúbal il 27 maggio 1994 e comincia a giocare a calcio a 7 anni nella rappresentativa del suo quartiere, la Barreirense. La sua terra, per vicinanza geografica ed esigenze economiche gravita inevitabilmente attorno a Lisbona: così, a tredici anni raggiunge il vivaio del Benfica, dove si formerà da terzino su entrambe le fasce. Nel 2012, a 18 anni appena compiuti, esordisce con la squadra maggiore in un’amichevole estiva di pre-campionato, in posizione di terzino destro: ciononostante, buona parte dell’opinione pubblica vedeva in lui un sostituto ideale della bandiera Maxi Pereira, ala a tutti gli effetti. Questo equivoco tattico – ossia la sua spiccata indole offensiva – sarà una sorta di marchio, ma in lui c’è molto di più rispetto ad una semplice propensione all’attacco.
Nell’anno successivo farà la spola tra la primavera e la prima squadra, dove non mancheranno le comparsate tra i “grandi”, prima di rimanerci in pianta stabile nel 2013/2014. Alla fine di quest’annata si accaserà al Valencia in prestito oneroso (2 milioni di euro) per poi essere riscattato per una cifra vicina ai 5 milioni. A Valencia giocherà per lo più terzino destro, non senza diverse prove maiuscole come esterno di centrocampo – per lo più a 4. Nonostante il caos che regnava a Valencia in quegli anni (tra la proprietà poco trasparente di Li, l’incombenza di Jorge Mendes, e il susseguirsi di esperienze disastrose in panchina con Nuno Espirito Santo, Gary Neville e Cesare Prandelli), Cancelo è stato uno degli elementi a brillare di più. L’estate scorsa il ragazzo si accasa all’Inter ma – a causa delle restrizioni imposte dal Financial Fair Play alla causa nerazzurra – è destinato a tornare in Spagna il 30 giugno.
Dal punto di vista della costituzione fisica, Cancelo è un giocatore agile e snello: i 182 cm per 72 kg ci restituiscono un atleta rapido ed esplosivo. La velocità di esecuzione e di pensiero è senza dubbio una caratteristica primaria del ragazzo, cui il fisico ha lasciato in dote una grande rapidità nei primi metri ed un’eccezionale tenuta in allungo. Abbinando alla velocità una grande tecnica individuale, Cancelo è diventato il prototipo del terzino offensivo, una caratterizzazione che, seppur limitante, poggia comunque su solide basi.
Potendo contare su ottime capacità motorie, Cancelo si lascia apprezzare anche per la grande resilienza in situazioni dinamiche: ottimo in allungo, il portoghese possiede grandi doti di recupero sul lungo, ma anche una spiccata esplosività sul corto; quest’ultima caratteristica, applicata ad un contesto di non possesso, lo rende un avversario ostico da superare in dribbling.
Il fisico non gli permette di dire la sua per quanto riguarda i duelli aerei, nonostante ne vinca oltre la metà (il 54% per la precisione). In situazioni statiche – calci d’angolo, punizioni defilate, rimesse laterali lunghe, etc. – viene spesso lasciato a presidiare la zona, sgravandolo così da compiti più rischiosi. Sugli angoli è spesso l’ultimo uomo (se non addirittura il battitore), mentre difendendo i corner è pronto ad accorciare per la battuta corta sul suo lato, o a sorvegliare eventuali palle al limite sull’altro.
Pregi e qualità
[mks_dropcap style=”square” size=”52″ bg_color=”#F2F2F2″ txt_color=”#000000″]L[/mks_dropcap]a grande rapidità viene anche declinata assieme alle grandi abilità in conduzione, che ne fanno un grimaldello eccezionale per far progredire la manovra sulla destra. Il primo controllo orientato verso il binario laterale gli permette spesso di guadagnare un tempo sul diretto avversario, se non proprio di superarlo. Cancelo possiede inoltre un’ottima capacità coordinativa nei cambi di direzione – con e senza palla – così come nelle sterzate. Tutte qualità che lo rendono estremamente affidabile nella creazione di superiorità numerica lato palla e nel saper rispondere a situazioni intricate. Le corse sulla fascia possono infatti trasformarsi in serpentina, e sa portarle a termine sia in traccia interna che più prosaicamente sull’esterno. Importante è infatti saper dare un’opzione nel corridoio interno, in funzione anche del tipo di esterno davanti a lui.
Cancelo è anche un ottimo crossatore. Già negli spezzoni giocati con l’Inter ha dato prova di grande abilità balistiche, rifornendo Icardi e compagni di traversoni precisi e puliti. Una qualità spesso trascurata negli esterni è la capacità di “cogliere il momento” e capire quando la difesa, schierata, è più vulnerabile ai cross in funzione dei movimenti propri e dei compagni: e spesso è questione di mezzi tempi di gioco. In Cancelo questa abilità si coniuga con la grande pulizia tecnica, il che rende i suoi cross una minaccia costante. L’anno scorso Cancelo ha chiuso il campionato con 5.61 cross a partita, una media che gli è valsa il secondo posto dietro Kolarov (5.63) tra i difensori che hanno giocato il 50%+1 delle partite di Serie A. Un’altra statistica interessante è quella che lo vede produrre 1.38 key passes (cioè passaggi che portano un compagno al tiro) ogni 90′: per fare un paragone familiare, Alex Sandro ne ha prodotti solo 0.92 l’anno scorso (fonte Squawka). È formidabile non solo nell’attacco della linea di fondo, ma anche nel cross “staccato” – marchio di fabbrica del portoghese – che parte dal vertice dell’area di rigore per tagliare poi alle spalle della linea difensiva. Un cioccolatino di cui gli Higuaín vanno ghiotti.
Punta l’avversario, arriva sul fondo e mette sulla testa del compagno. Classic Cancelo.
Spesso Cancelo batte proprio le punizioni, per capire il livello di fiducia riposto nei suoi piedi. Key-pass.
La tecnica di un terzino non si limita ovviamente ai traversoni. In Cancelo si manifesta anche in una pronunciata associatività nello stretto; senza portare pregiudizio alle soluzioni individuali, Cancelo sa rapportarsi e dialogare con i compagni, sia sfruttando eventuali triangolazioni che appoggiandosi a loro prima di tagliare lo spazio tra le linee avversarie. La qualità da rimarcare è l’ampiezza di soluzioni a disposizione di Cancelo, che lo rendono un terzino molto moderno capace anche di tagliare il campo in orizzontale negli ultimi venti metri e aumentare così le opzioni di rifinitura alla manovra. Allo stesso tempo, il dribbling è una soluzione più che privilegiata: l’anno scorso ne ha tentati 6.43 a partita, un numero quali da esterno alto.
In ragione di queste marcate qualità, che si manifestano soprattutto nella metà campo opposta, Cancelo è in grado di accentuare la dimensione offensiva della squadra. Lo spazio offerto dall’out lo porta a prediligere la corsa a testa alta, e la sola conduzione è un’ottima arma per risalire il campo. L’apporto del portoghese alla fase difensiva della squadra è invece stato sapientemente plasmato da Spalletti nell’anno italiano, con un sensibile miglioramento in diversi “fondamentali”. Va detto che l’ex Águia è migliorato sotto il profilo difensivo. Ormai ha lasciato maturare le proprie qualità in marcatura fino a raggiungere un livello minimo sufficiente.
Difetti e punti deboli
[mks_dropcap style=”square” size=”52″ bg_color=”#F2F2F2″ txt_color=”#000000″]A[/mks_dropcap]rrivato a Milano con la fama di terzino offensivo e “distratto”, Cancelo ha confermato molti dei dubbi sulla tenuta difensiva nelle prime sortite stagionali; e forse l’utilizzo con il contagocce nel girone di andata è dovuto proprio al tempo necessario acché apprendesse a difendere in maniera soddisfacente per i requisito di Spalletti e del campionato italiano (oltre che all’infortunio patito). Cancelo presenta ancora qualche lacuna posturale in fase di non possesso: spesso orienta il corpo completamente verso il portatore di palla, senza anticipare il gesto tecnico successivo – che spesso è la marcatura o addirittura la fuga all’indietro. La direzionalità e l’inclinazione delle spalle in particolare sembrano fare difetto. Una maggiore attenzione e concentrazione sulla giocata immediatamente successiva gli permetterebbero al contrario una migliore reattività, di pensiero ancor prima che atletica.
Qui c’è un errore grave di “accidia”: capisce troppo tardi che il pressing del compagno ha come solo punto debole lo sfogo sul giocatore davanti a sé. Ciononostante, esce comunque in pressione quando in seguito alla prima lettura sbagliata sarebbe stato meglio temporeggiare e tamponare la corsa dell’avversario. Infine recupera facendo leva sulla maggiore resistenza.
La postura nell’affrontare Neymar è troppo stretta e poco dinamica. Poi d’accordo che lo scavetto di Iniesta è perfetto, ma lui si distrae e si lascia bruciare sul primo metro di corsa
Oltretutto, Cancelo ha mostrato qualche perplessità legata alla gestione del cambio di gioco quando l’azione si sviluppa sul lato sinistro. Complice soprattutto una distanza non ottimale dal diretto avversario, il portoghese ha spesso lasciato comode ricezioni e un paio di tempi di gioco all’esterno avversario che sfociano solitamente in 1vs1 evitabili. La gestione della linea va anche ottimizzata, portando Cancelo a giocare in armonia con i compagni di reparto: troppo spesso le iniziative di tattica individuale lo portano a lasciare troppo spazio tra sé ed il centrale destro. In questo senso Cancelo deve migliorare anche nell’intesa con i compagni di reparto, specialmente nelle scalate in marcatura e nel tempismo quando c’è da lasciare un uomo e seguirne un altro.
Non mancano tuttavia piccole carenze anche in fase offensiva. Pur sapendo gestire molto bene la palla in difesa, in zone avanzate può innamorarsene in maniera controproducente, insistendo a testa bassa caparbiamente su azioni personali. Non si tratta di attitudine generale, date le grandi qualità in associazione, ma forse di eccessiva “disconnessione” dalla squadra e dall’azione stessa.
Nella Juventus 2018/2019
[mks_dropcap style=”square” size=”52″ bg_color=”#F2F2F2″ txt_color=”#000000″]I[/mks_dropcap]l ruolo di terzino destro è stato a lungo il nervo scoperto su cui gli avversari hanno (in)direttamente battuto lungo il corso della passata stagione. Marotta e Paratici sapevano che a meno di soluzioni interne, quella casella aveva bisogno di un upgrade consistente. Cancelo è certamente un profilo in grado di innalzare il livello generale del ruolo e di garantire la sopravvivenza della fascia destra come sbocco naturale delle prime fasi di manovra. Anzi, in ragione dell’ottima tecnica di base e delle spiccate qualità associative sarebbe una sorta di alter ego di Alex Sandro dall’altro lato.
Secondo me qui c’è tutto Cancelo. Controllo perfetto a saltare l’avversario, dribbling completato, e fallo subito per far prendere fiato alla squadra.
Il portoghese permetterebbe anche una grande varietà di soluzioni e di imprevedibilità, soprattutto se giocato in contemporanea con un terzino simile d’altro lato: stile primavera 2017, centrocampo permettendo. Se invece Allegri dovesse orientarsi verso una soluzione più bilanciata (come quando sul finire dell’anno scorso aveva equilibrato Cuadrado terzino con Asamoah stretto e bloccato), Cancelo gli darebbe l’opportunità di farlo su entrambi i lati: in questo caso sarebbe De Sciglio l’opzione più conservativa a destra. In realtà questa struttura porta con sé dei dubbi circa le capacità di concentrazione di Cancelo: saprebbe stringere ed allargare la posizione, soprattutto se Allegri dovesse insistere con l’ibrido 4-3-3 / 3-5-1-1 visto a Bologna sul finire dell’anno? Molto probabilmente non sarebbe una soluzione “pronta all’uso”, ma d’altra parte con Allegri nessuno lo è, e proprio le qualità dell’allenatore toscano nel saper lavorare i nuovi acquisti forniscono le maggiori garanzie. Molto prosaicamente, si diceva la stessa cosa di Alex Sandro.
Ma soprattutto, Cancelo saprebbe aumentare la rapidità con cui il pallone circola in difesa, la cui lentezza ha moltiplicato gli effetti negativi anche in altre zone del campo. Oltre a fungere da valvola di sfogo per il possesso arretrato, Cancelo gli darebbe anche soluzioni di continuità, sia con progressioni individuali che interfacciandosi con i compagni vicini, à la Alves. In questo è bene rimarcare l’utilità delle giocate a uno o due tocchi, che sono sicuramente nel repertorio dell’ex Benfica. Magari andrà lavorato un po’ sotto il profilo psicologico, ma questo processo è stato già avviato dal buon Spalletti. Cancelo è (era?) solito prendersi qualche pausa di troppo all’interno della partita, accusando al contempo oltre modo la scarsa vena della squadra.
In definitiva, a livello di campo, Cancelo è certamente un acquisto in grado di risolvere molti dei problemi del ruolo di terzino destro. E poi chi ce lo toglierebbe il ghigno per averlo strappato all’Inter?
Conclusione e giudizio
[mks_dropcap style=”square” size=”52″ bg_color=”#F2F2F2″ txt_color=”#000000″]S[/mks_dropcap]e non avessi paura della nuova General Data Protection Regulation europea, vi posterei un paio di dozzine di screenshot delle nostre conversazioni in chat datate giugno 2017, quando ci prodigavamo in elogi senza ritorno per Cancelo, definendolo il profilo ideale per la Juventus post-Alves. Dopo averlo visto un anno in Italia, posso dire che certezza assoluta che il profilo collima con le necessità della rosa (nonché con le attese della redazione). A dire il vero il mio giudizio nel redazionometro sul gradimento in questa Juventus è un po’ influenzato, al ribasso, dalla prospettiva di utilizzare Cuadrado in quella casella. Un eventuale dirottamento del colombiano in zone più arretrate permetterebbe, come detto nell’articolo di riferimento, di indirizzare le risorse economiche verso altri ruoli per certi versi anche più urgenti da coprire, oltre naturalmente di “risparmiare” un posto in rosa. Ma questo esula dal discorso di campo su Cancelo, che rimane una boccata d’ossigeno in un ruolo troppo spesso dimostratosi un tallone d’Achille l’anno passato.
GIUDIZIO DELL’AUTORE SULLE ABILITA’ ATTUALI
(caratteristiche attuali)
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REDAZIONOMETRO
(quanto la redazione vorrebbe lo acquistassimo tenendo in considerazione costi, necessità della rosa e potenzialità del giocatore)