Biografia
Dejan Kulusevski nasce a Stoccolma il 25 Aprile del 2000 da genitori con origini macedoni. All’età di 6 anni inizia a giocare a calcio e cresce calcisticamente nel Brommapojkorna, società calcistica svedese che trova sede a Bromma, sobborgo occidentale di Stoccolma, e che può vantare uno dei migliori vivai della nazione. Nel 2016, all’età di 16 anni, viene rilevato dall’Atalanta dove viene dirottato nel settore giovanile. Nella primavera nerazzurra i numeri di Kulusevski sono particolarmente degni di nota: 55 partite, 17 gol e 26 assist. Il debutto nella massima serie giunge a Gennaio del 2019 ma da qui fino a fine stagione colleziona 3 presenze. Nell’estate del 2019 viene ceduto in prestito al Parma dove, complice un contesto particolarmente adatto alle sue caratteristiche, finisce sotto i riflettori delle maggiori squadre europee. 4 gol e 7 assist in 17 partite collezionati fino ad adesso oltre che prestazioni molto convincenti e grande incisività in un Parma settimo in classifica. Per quanto riguarda il percorso in nazionale, compie tutta la trafila della compagine svedese dall’under 15 fino all’esordio con la nazionale maggiore giunto il 18 Novembre 2019. Nel mezzo una breve parentesi di 5 presenze con l’Under 16 della Macedonia.
Ruolo e posizione in campo
Si tratta di un giocatore di 19 anni per il quale sarebbe presto (e anche ingiusto) individuare in maniera definitiva quale ruolo può ricoprire e in cui potrà consacrarsi ad alto livello. È un giocatore molto verticale con caratteristiche offensive che al momento predilige partire dall’esterno destro, ruolo affibbiatogli a Parma in questo inizio di stagione. D’Aversa infatti lo schiera come esterno alto nel 4-3-3 oppure esterno di destra nel 4-4-2 affidandogli anche notevoli compiti in fase di non possesso per compensare l’assenza di lavoro difensivo di Gervinho. Non è da escludere però che in altri contesti tattici possa trovare collocazione come trequartista, esterno sul lato opposto o mezz’ala.
Caratteristiche
Non si può non partire dalle doti fisiche: 186 cm per 79 kg che gli conferiscono grande capacità di corsa e un notevole impatto sul campo. Aldilà di ciò che la natura gli ha conferito Kulusevski sa come trarre vantaggi dalla sua struttura fisica sia a contatto con l’avversario nel difendere palla sia sul lungo nel dribblare e allungare. A tutto questo si abbina un’elevata coordinazione e controllo del corpo, a dispetto soprattutto della mole fisica. Meritano però ancora maggiore attenzione le sue doti organiche: lo svedese è un giocatore in grado di correre ad alta intensità per 90 minuti e non è raro vederlo tentare la pressione sull’avversario per poi immediatamente ripiegare e recuperare la posizione. Insomma, se in questi mesi Kulusevski si è fatto notare per le qualità col pallone tra i piedi, non va dimenticata la sua maturità e il suo contributo nella fase di non possesso in una delle squadre che passa la maggior parte del tempo nella sua metà campo.
Andando ad analizzare la fase di possesso si tratta di un giocare mancino con un’ottima tecnica di base, non totalmente monopiede e soprattutto molto verticale che si esalta quando ha tanto spazio davanti a sé da attaccare. Il fisico gli conferisce grande gamba nella corsa grazie alla quale riesce a seminare avversari che non riescono letteralmente a stargli dietro. Lo svedese sul lungo non ha bisogno di utilizzare chissà quali trick per dribblare gli avversari bensì gli è sufficiente spostare il pallone al momento giusto. Al resto ci pensano la sua esplosività e il suo cambio di passo.
Non bisogna però pensare a questo punto che si tratti di un “cavallo” da far correre soltanto col pallone tra i piedi perché Kulusevski può offrire ben altro nel suo repertorio. Innanzitutto anche nello stretto, sebbene non sia il contesto migliore, è capace di trick come questo.
In secundis gioca a testa alta ed è in grado di effettuare letture non indifferenti che infatti gli hanno permesso di mettere a referto fino ad adesso ben 7 assist in Serie A. Secondo in classifica generale dietro a sua Maestà in materia Luis Alberto. Anche su questo punto però è opportuno precisare: non si tratta di un rifinitore duro e puro che da fermo disegna traiettorie per i compagni (alla Eriksen, Özil o Luis Alberto per l’appunto) bensì di un giocatore che sempre in un contesto verticale, in corsa, sa vedere e leggere i movimenti dei compagni per mandarli in porta.
Non è quindi un giocatore che possiamo definire creativo o come un vero regista offensivo poiché nello stretto non ha una pulizia tecnica come i migliori del ruolo in Europa né tantomeno l’associatività per dialogare con i compagni in fazzoletti di campo. Tutto avviene in velocità, dai e vai sul lungo, e in maniera molto diretta. La sua intelligenza e velocità fanno sì però che sia in grado non appena ha un po’ di spazio di creare presupposti pericolosi anche in rifinitura.
Il calcio in porta è più che buono anche se non è il suo punto di forza maggiore. I veri dubbi e perplessità su questo giocatore sorgono maggiormente in relazione al contesto: fino a questo momento ha dimostrato di poter essere determinante e, a tratti, davvero dominante in un contesto molto specifico che sembra disegnato su di lui. Il livello potrà essere tale anche in contesti differenti? Di certo il talento, il fisico, i colpi, l’intelligenza e l’intensità che impone nelle partite lo rendono davvero un potenziale crack anche ad altissimo livello con ancora ampi margini di crescita.
Nella Juventus di oggi (e di domani?)
Kulusevski sta brillando e dimostrando qualità notevoli in un contesto molto diverso da quello bianconero. Il Parma è evidentemente una delle squadre più reattive della nostra Serie A, mantiene un baricentro basso per poi ripartire in contropiede sfruttando le qualità in tal senso di Kulusevski, Gervinho e Inglese. In un gioco così verticale lo svedese ha potuto far fruttare le sue qualità fisiche e la sua esplosività palla al piede. Insomma si tratta di un giocatore che per caratteristiche ha bisogno di avere campo davanti per poter essere funzionale e decisivo. È altrettanto evidente però che la Juventus offre un contesto tattico molto differente da quello costruito da D’Aversa. Baricentro alto, attaccare in spazi stretti, grande associatività richiesta agli uomini offensivi. Da questo punto di vista è troppo presto per poter affermare che Kulusevski possa disimpiegarsi da fuoriclasse in un contesto del genere o al contrario cassarlo già come non adatto. Se non è possibile ora affermare quale sia il livello assoluto di Kulusevski è ancora più complicato immaginare come andrebbe tale adattamento. Molto probabilmente da trequartista nel 4-3-1-2 attuale di Sarri potrebbe far fatica a gestire palloni in spazi molto ristretti con più uomini attorno e dovrebbe migliorare anche nella ricerca dello spazio corretto tra le linee per ricevere. Più interessante potrebbe essere la sua evoluzione da mezz’ala che potrebbe garantire la tecnica e i cambi di passo necessari per poter incidere anche nell’ultimo terzo di campo in termini di assist e gol, avendo più spazio davanti a sé rispetto al trequartista. Di certo si tratta di un colpo ottimo per la Juventus che si assicura un giovane molto talentuoso che ha ancora notevoli margini di crescita e che offre un repertorio di caratteristiche al momento assenti guardando il reparto di centrocampo bianconero. Il tempo dirà se si tratterà di un acquisto semplicemente ottimo o addirittura eccellente. Di certo acquistando giovani molto promettenti difficilmente si va a sbagliare poiché si ha quasi sempre la possibilità, nel caso in cui non esplodano, di ricollocarli sul mercato.
GIUDIZIO DELL’AUTORE SULLE ABILITA’ ATTUALI
(caratteristiche)
7,5 |
REDAZIONOMETRO
(quanto la redazione vorrebbe lo acquistassimo tenendo in considerazione costi, necessità della rosa e potenzialità del giocatore)