Oggi contro il Novara la Juventus di Pirlo ha giocato il suo primo (e ultimo) match d’amichevole prima dell’inizio campionato che avverrà nel prossimo weekend. Questa partita, accompagnata da grande curiosità e nel bel mezzo di un calciomercato ancora agli albori, ha offerto spunti molto interessanti su ciò che potrà essere la Juventus di Pirlo.
Due premesse doverose: l’avversario si è rivelato senza dubbio modesto. La condizione atletica dei singoli giocatori potrà avere influito sulle loro prestazioni.
In attesa quindi di partite vere contro avversari probanti analizziamo quello che abbiamo capito da questo match.
Formazione iniziale (3-5-2): Szczęsny; Danilo, Bonucci, Chiellini; Cuadrado, Rabiot, McKennie, Ramsey, Alex Sandro; Kulusevski, Ronaldo.
Il modulo scelto
Come vociferato nelle ultime settimane e come d’altronde anche da lui anticipato in conferenza stampa, Pirlo ha effettivamente deciso di utilizzare la difesa 3 in fase di possesso palla utilizzando Danilo come terzo centrale di destro. McKennie, schierato davanti alla difesa, insieme a Rabiot, nominalmente mezz’ala, andava a formare una coppia di mediani con compiti in impostazione. L’altra mezz’ala Ramsey alzava la sua posizione stringendo in mezzo al campo mentre i due “quinti” Cuadrado e Alex Sandro rimanevano molto larghi per dare ampiezza. Le due punte, Ronaldo e Kulusevski, hanno giocato quest’oggi abbastanza strette e vicine. Sostanzialmente, e più correttamente, si potrebbe interpretare quanto visto oggi con un 3-4-2-1 fermo restando che dietro ai numeri ovviamente ci sono principi e funzioni che andremo tra poco ad analizzare. Con possesso consolidato della squadra avversaria invece la Juventus si è schierata con un più canonico 4-4-2 con Alex Sandro ad abbassarsi sulla linea dei terzini e Ramsey a scalare sul lato sinistro del campo. Insomma, attaccare a 3, difendere a 4.
I principi di gioco
Il tratto maggiormente evidente della Juventus di quest’oggi è stata la ricerca continua dell’ampiezza. La circolazione del pallone è stata effettuata in maniera abbastanza rapida con l’obiettivo infatti, appena possibile, di cambiare campo per l’1vs1 in isolamento del quinto. Non quindi passaggi sul breve a due tocchi per disordinare la squadra avversaria e poi imbucare, ma circolazione veloce con cambio campo sul lato debole col vantaggio ulteriore di poter allargare le maglie della difesa avversaria..
Effettuato il cambio di campo sul quinto i due attaccanti si sono riversati in area di rigore accompagnati quasi sempre da Ramsey, uno dei due mediani e il quinto sull’altro lato del campo pronto a stringere. Ha stupito infatti la capacità fin da subito della Juventus di riuscire a riempire l’area di rigore, annoso problema della stagione precedente, con più giocatori disposti su primo palo, secondo palo, centro area e fuori area.
Va evidenziata anche una discreta spaziatura di Ramsey e Kulusevski alle spalle di Ronaldo per trovare combinazioni rapide che potessero portare al tiro. Una volta infatti cercata l’ampiezza con la difesa poi schierata oppure nell’impossibilità di trovare l’ampiezza la Juventus ha tentato di creare occasioni tramite combinazioni tra i giocatori offensivi come avvenuto in occasione del primo gol di Cristiano Ronaldo.
Questa partita invece non ha consentito di trarre indicazioni sotto due altri profili importanti: l’uscita dal basso e il pressing/recupero rapido del pallone (aspetto che fin da subito Pirlo con le sue parole ha definito fondamentale). Il Novara ha pressato pochissimo e di fatto la Juventus ha potuto impostare l’azione con grande libertà. Vanno notati comunque gli ottimi smarcamenti dei due mediani.
In fase di non possesso si è visto nel primo tempo come con questo tipo di gioco, una volta saltata la prima pressione, si aprano dei buchi per la ripartenza avversaria. In particolare nei primi 5 minuti di partita la Juventus per due volte si è trovata a rincorrere un avversario con grande spazio a disposizione. Una volta persa palla l’attenzione e l’intensità saranno fondamentali
I singoli
Alex Sandro: il brasiliano negli ultimi anni è diventato sempre di più un eccellente terzino difensivo ma ha perso molto nella metà campo avversaria in termini di dribbling ed esplosività. Nel gioco di Pirlo, per quello che abbiamo visto quest’oggi, gli esterni sono fondamentali e anche dalle loro qualità in 1vs1 passa molto dell’efficacia del gioco. Sarebbe perfetto ritrovare il giocatore ammirato i primi due anni di Allegri: quell’Alex Sandro, anche da un punto di vista mentale e di attitudine, tentava molto di più il dribbling nell’1vs1.
In ogni caso, una valutazione sul pacchetto di esterni sarebbe opportuno farla in quest’ottica. Non è da escludere che, una volta rientrato dall’infortunio, Pirlo voglia provare Bernardeschi su una delle due fasce, per esempio.
Kulusevski: quest’oggi ha confermato quanto già si era scritto in passato su questi lidi. Kulusevski è un giocatore intenso, che si muove molto e che dà il meglio di sé con tanto campo davanti. È più in difficoltà quando deve gestire il pallone nello stretto poiché il suo primo controllo non è stellare. Si conferma invece un giocatore in grado di dare assist e rifinire come ha dimostrato il perfetto passaggio di prima per Cristiano Ronaldo in occasione del primo gol (movimenti dentro fuori). Non credo che, una volta rientrato Dybala e arrivato il sostituto di Higuain, Kulusevski venga schierato nuovamente nei due davanti bensì Pirlo cercherà altre soluzioni. Una potrebbe essere benissimo mezz’ala
McKennie: ha dimostrato di poter dare dinamismo e intensità a un centrocampo che ne aveva un disperato bisogno e motivo per cui probabilmente la Juventus ha puntato su un profilo di questo tipo. Bene nell’accorciare in avanti e molto bene nel disimpegno col pallone tra i piedi. I suoi cambi campo, insieme a quelli Rabiot, sono stati ottimi in questo match. Andrà valutato col pallone tra i piedi in contesti a maggiore intensità e sollecitato da pressing maggiore.
In conclusione, al netto della premessa di cui all’inizio, ci si può ritenere soddisfatti di questa partita per un aspetto principale: la Juventus, già quest’oggi, ha saputo mettere in campo delle chiare idee del proprio allenatore con una fase di possesso, volta ad allargare il campo, diametralmente opposta a quella dell’anno scorso in cui invece si giocava su un campo più stretto per trovare l’imbucata centrale. Insomma, Pirlo sembra avere le idee chiare su come impostare la squadra e su quali principi fondare la Juventus 2020/21. Starà a lui trovare le connessioni migliori tra i giocatori per implementarlo al meglio e alla società dare al Mister ancora qualche giocatore
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Classe 1996, di Novara, aspirante magistrato, allenatore alle prime armi, appassionato (anche) di tennis e tifoso juventino fin da piccolo.