Nonostante le prestazioni altalenanti, alcuni bianconeri sono spiccati per qualità e per performance individuali. Calati nel nuovo contesto di Sarri, quali giocatori si sono distinti di più nella Serie A 2019/2020?
di Andrea Lapegna – Dybala
Ho scritto e riscritto queste poche righe almeno un paio di volte, facendo l’equilibrista tra due scelte ugualmente azzeccate: de Ligt o Dybala? Alla fine ho scelto il numero 10, perché se sul fenomeno olandese siamo (quasi) tutti d’accordo, sull’argentino c’è stato troppo scetticismo. Depresso da un’ultima stagione umiliante e mortificato dal trattamento ricevuto in estate, Dybala aveva tutte le ragioni per sottoperformare anche quest’anno. Invece, grazie ad un nuovo ruolo e ad una posizione più avanzata, abbiamo visto probabilmente la sua miglior stagione in bianconero. In coppia con Sarri ha dimostrato non solamente di poter convivere con Cristiano Ronaldo, ma anche di formare una coppia eccezionale con il fuoriclasse portoghese.
Dybala si è caricato la squadra sulle spalle, prendendosi responsabilità da capitano dentro e fuori dal terreno di gioco. Finalmente messo in condizione di incidere nell’ultimo terzo di campo, l’argentino ha sfornato 11 reti e 11 assist finora, contribuendo ad un gol ogni 98’. Ha mandato alle ortiche le argomentazioni di chi non lo considerava un attaccante, ma anche di chi gli imputava un contributo limitato in rifinitura (tra cui, parzialmente, il sottoscritto). Dybala quest’anno ha preso la Signora per mano.
di Michele Puntillo – de Ligt
Avrei voluto dedicare qualche riga agli altri componenti della mia personale top five stagionale (Cuadrado, Dybala, Bentancur e Ronaldo) ma visto che, in pieno spirito da campionato balneare scrivo queste righe dalla spiaggia, vado subito al sodo: il mio MVP stagionale è Matthijs de Ligt.
Arrivato a Torino con le stimmate del predestinato e con il peso di uno dei cartellini più onerosi della storia del calcio, dopo qualche sbavatura iniziale il gigante olandese ha dimostrato fin da subito la sua classe cristallina. Trovatosi a sostituire in pianta stabile Chiellini, Matthijs non accusa la pressione e anzi aumenta inesorabilmente, come in un crescendo rossiniano, il suo livello prestazionale, fino a diventare – se non il giocatore più decisivo – sicuramente il più continuo tra i giocatori più decisivi. Mostro.
di Kantor – de Ligt
Difficile non essere d’accordo con Michele, anche se secondo me Dybala e Ronaldo hanno fatto un gran campionato e Bonucci ha giocato i suoi migliori 6 mesi di carriera, pre Covid. Dico de Ligt perchè non ho mai visto un centrale più forte di lui alla sua età. Solo Nesta può stargli a pari ma fisicamente è nettamente più dominante e tecnicamente non gli manca assolutamente nulla.
di Luca Rossi – Bentancur
Anche l’anno scorso diedi questo “premio” a Bentancur, in memoria della straordinaria prima parte di stagione 2018/2019 che sembrava restituirci un centrocampista completo e di livello mondiale. Beh quest’anno lo è stato per tutta la stagione. Ha offerto una costanza di rendimento molto elevata, l’unico a dare intensità, a offrire tecnica in palleggio e a sorreggere un reparto deficitario sotto molti punti di vista. La Juventus da questa stagione esce con tanti dubbi, enigmi da risolvere, scelte da compiere ma con qualche certezza: De Ligt in difesa, Dybala e Ronaldo davanti, Bentancur a centrocampo. Probabilmente davanti alla difesa, difficilmente mezz’ala, ma il futuro è suo.
di Francesco Saccia – De Ligt
Stupefacente. Ingiustamente massacrato a inizio stagione, si è fatto scivolare addosso tutte le critiche con la tranquillità del più forte e la testa del fenomeno. Dominante fisicamente, sempre aggressivo, incurante anche di una spalla che si sarà lussata ormai una ventina di volte. La pietra miliare su cui edificare la difesa del futuro.
di Miryam Marturano – Cuadrado
Sarebbe facilissimo scrivere il nome di un attaccante, ma io mi sono innamorata della Juve grazie a Torricelli, quindi ho un debole per i difensori, meglio se ruvidi e falegnami, ma devo premiare Cuadrado. Una certezza, per uno che non giocava terzino da quando era ragazzino. Sempre affidabile e pronto, il numero sedici, si è dimostrato in grado di interpretare il ruolo di terzino alla perfezione, spingendo e difendendo. Certo gli errori ci sono stati, ma l’abnegazione e l’attenzione sono evidenti e voglio premiarle. Bravo Juan!