Il 4-3-3 ha funzionato meglio

Sarri ha cambiato modulo e la squadra è sembrata più ordinata. Una prestazione incoraggiante, alla luce dei recenti passi indietro.


Dopo la drammatica prestazione di Napoli, la Juventus ha l’occasione per cacciare via le critiche (per la verità sempre meno circostanziate) che aleggiano sulla squadra. La partita contro la Fiorentina propone un avversario reduce da cinque partite senza sconfitte in campionato, e le cui ambizioni sono state rilanciate da un mercato di gennaio particolarmente espansivo. 

Sarri accetta di rinunciare ad un tridente pesante poco sostenibile nelle ultime uscite, e vira con decisione verso il 4-3-3, con Costa, Higuaín e Ronaldo. Vale la pena soffermarsi sulle peculiarità del cambio di modulo, perché ha offerto risorse necessarie all’altrimenti ristagnante possesso palla bianconero. 

In particolare, ha funzionato molto bene la catena di destra, dove ai soliti generosi movimenti ad uscire di Bentancur Sarri ha pensato di aggiungere un uomo sull’out. È stato soprattutto Cuadrado a beneficiare della presenza di Douglas Costa: se da un lato il colombiano è già un elemento imprescindibile della rosa per la sua capacità di far progredire l’azione, avere un riferimento già in posizione davanti a sé ha facilitato la circolazione del pallone e in particolare l’avanzamento dell’azione. Gli scambi tra i due sono stati un leitmotiv del primo tempo. 

Cuadrado – vero e priorio regista nel primo tempo – gioca ad un tocco e trova Costa riferimento laterale.
Costa qui viene servito in situazione dimanica. Con due passaggi, eseguiti con la giusta rapidità, la Juventus guadagna 40 metri.

In questo modo la squadra ha potuto allargare un po’ (poco, non tanto) il gioco, mettendo dunque i presupposti per creare spazi centralmente. Lo stesso Bentancur ha respirato di più in mezzo al campo, e anche Rabiot ne ha beneficiato: il francese ha bisogno di spazi per esprimersi al meglio, e la Juventus dovrà continuare ad aprirgli campo per le progressioni centrali se vuole vederne la miglior versione (una versione di cui abbiamo bisogno). Inoltre, è stato molto puntuale nel fornire un appoggio ad Alex Sandro per l’uscita palla, a riprova che senza i compiti in ampiezza delle mezzali dettati dal rombo, il 4-3-3 contribuisce a rendere più ordinata la squadra. Rabiot ha letto correttamente i movimenti dei compagni, imparando ad occupare la posizione di Cristiano quando il portoghese si accentrava, e avvicinandosi alla difesa quando invece Pjanic era schermato. 

La stessa pressione alta ha funzionato meglio, complici due fattori esogeni. Il primo è la disposizione della Fiorentina, che impostava e difendeva con il 3-5-2, semplificando i riferimenti alle tre punte. Il secondo è dovuto invece al fatto che il piano gara di Iachini voleva cercare immediatamente le punte senza perdersi in ambiziosi fraseggi stretti. In questo caso, le ottime prove individuali di Bonucci e soprattutto di de Ligt hanno stroncato sul nascere buona parte delle azioni della viola e permesso un recupero palla veloce. Si spiega anche così il 74% di possesso palla. 

In definitiva, il 4-3-3 sembra dare più sicurezze e più soluzioni alla squadra in fase di possesso, e parrebbe anche facilitarne le transizioni difensive. Certo, questo sistema ha bisogno di Douglas Costa in condizione almeno sufficiente, o di una rapida specializzazione di Bernardeschi (Cuadrado lasciamolo terzino, è indispensabile in questo ruolo). Ci sono chiaramente molti aspetti da migliorare, e un modulo non potrà svoltare la stagione, ma è un inizio. In particolare, bisogna ancora lavorare sulla velocità di trasmissione del pallone, sull’altezza del centrocampo in riaggressione, e indagare sulle prestazioni di alcuni singoli (Pjanić e Higuaín su tutti). Ma, almeno per ora, chi vi scrive ha ritrovato un po’ di fiducia. 

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