Dopo 4 stagioni di straordinari successi ottenuti con Rita Guarino, a cui va un sentito e doveroso ringraziamento, la Juventus Women ha scelto una nuova guida tecnica, affidando la panchina a Joe Montemurro. Conosciamolo meglio.
Montemurro, australiano classe ‘69, l’Italia ce l’ha nel sangue: la famiglia è infatti di origini nostrane e si trasferì dal Sud Italia in Australia alla fine della Seconda Guerra Mondiale. Inoltre, è proprio nel Bel Paese che Joe ha trascorso parte della sua carriera da calciatore, come centrocampista, tra Potenza e Treviso in C2, prima di dare il via alla ormai quasi ventennale esperienza da allenatore.
Il primo incarico in panchina arriva, in patria, alla guida delle giovanili del “Brunswick Juventus” (manco a farlo apposta…) e passa poi per diversi club di Melbourne, sua città natale.
Prima dell’esperienza nel Melbourne Victory, nel 2014, Joe consegue proprio in Italia il patentino “Uefa Pro” scrivendo la tesi dal titolo: “Gli ex giocatori sono i migliori allenatori?”.
La chiamata importante arriva, però, dall’Europa: nel novembre 2017 l’Arsenal esonera Pedro Martinez Losa, autore di un pessimo inizio di stagione, e mette sotto contratto Joe Montemurro, che lascia il Melbourne City e si trasferisce in Inghilterra. Nel marzo 2018 arriva il primo trofeo: battendo per 1-0 il Manchester City, con la rete di una certa Vivianne Miedema, e la conquista della FA WSL Cup. A maggio dello stesso anno raggiunge la finale di FA Cup disputata a Wembley davanti a 45mila persone: qui, però, ad avere la meglio sarà il Chelsea. Chiude la stagione al terzo posto in Campionato, mancando la qualificazione alla Champions League per un solo punto.
Nella stagione seguente, la prima interamente guidata da Montemurro, l’Arsenal vince il Campionato dopo 7 anni di astinenza e l’allenatore ottiene anche il meritatissimo riconoscimento di “Manager of the Year”.
L’anno successivo (2019-2020) è quello del ritorno in Champions League ma anche quello della pandemia: il Campionato viene sospeso a marzo e la classifica così cristallizzata vede l’Arsenal chiudere al terzo posto. In Europa, il percorso si interrompe ai quarti di finale contro il PSG.
L’ultima stagione inglese di Montemurro è forse quella più complicata: il club attraversa un periodo poco brillante soprattutto tra novembre e febbraio, lasciando per strada molti punti in Campionato. Concluderà nuovamente al terzo posto alle spalle del Chelsea campione e del City qualificato alla Champions.
Che tipo di allenatore è? E come giocava il suo Arsenal?
Joe Montemurro ha dimostrato all’Arsenal di essere un tecnico in grado di esaltare le giocatrici più talentuose all’interno del suo sistema di gioco.
Il mister australiano è fautore di un calcio in linea con le maggiori tendenze europee, basato su tecnica e palla a terra ma anche molto intenso perché alle giocatrici viene richiesto ogni movimento e/o gesto tecnico alla massima velocità.
Non è un caso che, sotto la sua gestione, giocatrici di alto livello come Miedema o Van de Donk siano cresciute stagione dopo stagione, diventando delle stelle ancor più splendenti nel panorama mondiale del calcio femminile.
L’Arsenal più bello, soprattutto il più continuo, si è visto nella stagione 2018/19 culminata con la vittoria del campionato; ma è significativa anche l’ultima stagione, quando la squadra di Londra è riuscita nell’impresa di recuperare all’ultimo respiro il terzo posto dopo un avvio difficile, qualificandosi nuovamente alla nuova Champions League.
Montemurro ha spesso fatto giocare il suo Arsenal con un 4-2-3-1 molto offensivo in cui anche i terzini hanno parecchia libertà di attaccare lasciando solo le due centrali di difesa (oltre che un centrocampista) in copertura sulle ripartenze. Un’altra richiesta è la volontà di giocare palla a terra coinvolgendo spesso anche il portiere e facendo girare il pallone a velocità sostenuta, aspettando con pazienza il pertugio giusto per la giocata in verticale.
In fase di costruzione, la punta centrale (Miedema) tende a staccarsi dalla linea difensiva avversaria e giocare sulla linea di centrocampo, aiutando il possesso palla mentre le due ali, la giocatrice sottopunta e una delle due centrocampiste davanti alla difesa, si buttano in avanti occupando gli spazi e cercando con triangoli e uno contro uno di ottenere vantaggi sulla difesa avversaria.
Le due ali, inoltre, giocano molto dentro il campo lasciando così le fasce libere anche per le discese dei terzini.
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Uno di centrali di difesa pesca la punta (Miedema) in verticale -
Una volta ricevuta palla a centrocampo, la punta dell’Arsenal ha almeno 4 opzioni per lo sviluppo del gioco.
I portieri, invece, sono spesso coinvolti nella costruzione del gioco dal basso con le giocatrici di movimento, e poco importa se di fronte c’è una squadra aggressiva nel pressing o nel contropressing.
Se la palla viene persa in attacco, la squadra rimane corta, facendo densità attorno al pallone e cercando subito la riconquista della sfera.
Se ciò non riesce, le giocatrici si riposizionano nella propria metà campo formando due linee strette e compatte in pochi metri lasciando la sola punta centrale tra i difensori avversari, facendo difesa posizionale nella propria metà campo.
Come sarà la nuova Juve del tecnico australiano?
Si partirà certamente dal lavoro di Rita Guarino, il cui calcio ha parecchi punti di contatto con il nuovo tecnico bianconero.
Se in Italia la Juve ha acquisito negli anni i gradi della grande favorita, dove ci si aspetta grandi passi avanti è in Europa.
È facile pensare che, almeno in Italia, la Juve proverà ad essere ancora più aggressiva ed offensiva, cercando di dominare le partite ed imponendo almeno nei primi tempi, un gioco ad altissima intensità.
È lecito quindi attendersi uno step in avanti dal punto di vista aerobico ma soprattutto sulla continuità di queste prestazioni ad alto livello, aspetto sotto cui la “vecchia” Juve aveva ancora grandi margini di miglioramento.
Questo ultimo passo sarà propedeutico per rimanere in corsa su tutti i fronti, se la squadra bianconera si qualificherà alla fase a gironi in Champions League e quindi si troverà a giocare spesso partite impegnative ogni 3 giorni.
In attesa del mercato estivo, l’arrivo di Montemurro porterà ancora più al centro del progetto la scorsa capocannoniera del torneo Cristiana Girelli, chiamata ad essere ancor più partecipe nel cuore del gioco bianconero, così come lo è stata (con caratteristiche un po’ diverse) Vivianne Miedema nell’Arsenal.
Un altro (piccolo) cambiamento riguarderà la difesa quando ci saranno degli angoli a sfavore: dalla marcatura a zona di Coach Guarino, Montemurro dovrebbe riproporre la marcatura a uomo.
Montemurro ha scelto una sfida impegnativa ma molto stimolante perché la Juve che eredita da Rita Guarino è squadra pronta a spiccare il volo e colmare in pochi anni il gap ancora esistente con il calcio europeo.
A Joe e a tutto il suo staff, un grande in bocca al Lupo per questa nuova avventura!