Non è stato facile scegliere il gol esemplificativo del decennio, ma noi ci abbiamo provato.
di Davide Terruzzi
È il gol della gioia, della tenacia, il manifesto del fino alla fine. Stavamo perdendo un campionato già vinto, arriviamo alla gara di Milano dopo una sconfitta pesante come un mese consecutivo di pranzi natalizi, viviamo una partita pazza, poco lucida, in meno di 5’ passiamo dalla disperazione di un camionato sfumato alla gioia inaspettata per uno scudetto ripreso. L’urlo di Higuain in quella occasione è il nostro.
di Enrico Bergianti
13 febbraio 2016. Un giorno per me memorabile per almeno due motivi: uno, compio 30 anni. Due, la Juventus vince 1-0 contro il Napoli e conquista il primo posto in classifica dopo un girone d’andata iniziato malissimo ma seguito da una rimonta memorabile. Una rimonta suggellata dal gol all’88’ di Simone Zaza. Juve e Napoli arrivano al big match rispettivamente seconda e prima, a due punti di distacco. La Juve può agguantare la vetta per la prima volta in stagione, ma deve vincere. La partita è tesa. Il Napoli di Maurizio Sarri ha anche un’enorme occasione nel primo tempo per segnare con Higuain, ma Bonucci gli toglie la sfera dalla testa, con il 9 azzurro (ma quella sera in maglia rossa) ormai pronto a esultare. La partita sembra avviarsi alla fine sullo 0-0, con il Napoli ormai a un passo dal mantenere la vetta. Il campionato è ancora lungo, mancherebbero ancora 13 partite, ma virare davanti dopo la sfida di Torino non sarebbe poca cosa per gli uomini di Sarri. A tre minuti dalla fine Mertens prova a incunearsi nella retroguardia bianconera, ma Pogba gli ruba palla. Sfera sui piedi di Cuadrado, un po’ lento nel disimpegnarsi, poi ci pensa Khedira, praticamente dal cerchio di centrocampo, a lanciare profondo su Alex Sandro, che di testa sovrasta Hysaj e Callejon, servendo Patrice Evra che vede tra le linee Simone Zaza in posizione di centravanti. Il numero 7 controlla, spalle alla porta, si gira rubando il tempo a Koulibaly, in questo frangente un po’ incerto. Zaza aggira il centrale in maglia rossa, si avvicina al limite dell’area ed esplode un sinistro violento deviato da Albiol: traiettoria imparabile per Reina, 1-0 bianconero. In campo Reina impreca contro i suoi difensori, sugli spalti le telecamere inquadrano un Mario Mandzukic tra il sorpreso e il sorridente – in via del tutto eccezionale, si capisce. E il sorpasso sul Napoli è servito. Quindicesima vittoria consecutiva, prima volta in testa nel campionato 2015-16. Vetta che non verrà più abbandonata arrivando così al quinto tricolore consecutivo. Costruito su almeno un paio di sliding doors: la zampata di Cuadrado nel derby del 31 ottobre e la sassata di Zaza in quella notte di febbraio. Due reti legate dal destino: non a caso, esse aprirono e chiusero quel filotto di vittorie, interrotto sei giorni dopo dal pareggio di Bologna. Poi certo, l’inerzia di quel torneo era a favore dei bianconeri e il sorpasso, probabilmente, sarebbe avvenuto comunque: ma volete mettere festeggiare così i 30 anni?
di Andrea Lapegna
Il decennio 2010-2019 non sarebbe quella distesa sconfinata di trofei senza l’aria frizzantina che si respirava a Torino nel settembre 2011. Quell’aria sembrava diversa: ok, per lo sciopero che fece cominciare il campionato con due settimane di ritardo, ok, per la curiosità attorno al nuovo allenatore bianconero, ma anche e soprattutto per l’inaugurazione della nostra nuova casa. Il mio gol del decennio è quello da cui tutto è cominciato, quello senza cui niente sarebbe forse stato possibile.
di Jacopo Azzolini
Una delle stagioni allo stesso tempo più emozionanti ed importanti della storia della Juventus, con una sceneggiatura quasi da film. Il modo in cui si vinse quella partita, che fu un costante assedio fin dal primo minuto, fece capire che era davvero un anno leggendario.
di Antonio Corsa
Il gol più bello del decennio? Quello di Cuadrado al Bayern Monaco, probabilmente. Un gol segnato in ripartenza, con Morata che parte subito dopo la propria area di rigore e palla al piede salta tre giocatori tedeschi e serve il colombiano che, dopo aver messo a sedere un difensore con una finta, insacca di giustezza.
di Massimo Maccarrone
Non ci sono dubbi, per me il gol del decennio è quello di Mario Mandzukic nella finale di Champions League del 2017 a Cardiff contro il Real Madrid. Un gol di grandissima fattura per costruzione, lancio di 30 metri a cambiare campo di Bonucci, tocco al volo di Alex Sandro e assist con stop di petto di Higuain e palombella al volo di destro, e per esecuzione, Mandzukic che dopo essersela aggiustata di petto, in rovesciata di destro la mette all’incrocio nell’angolo opposto. È un gol che ricordo benissimo, perché ero lì, con dolore fisico, visto che durante l’esultanza fui scaraventato una fila sotto, e morale, il perché è meglio non ricordarlo.
di Luca Rossi
Anche per me il gol del decennio è il gol che porterà la Juventus a Berlino. Sebbene in questi anni ci siano senza dubbio stati gol più belli da un punto di vista tecnico e altri memorabili per il momento e folgoranti emotivamente (Del Piero contro la Lazio, Zaza 88, Higuaìn contro l’Inter, Dybala contro il Tottenham) ho scelto questo gol sia per l’importanza sia per un inossidabile legame affettivo con quella Juventus. Partita molto sofferta, Real Madrid che a tratti domina e si porta in vantaggio nel primo tempo con un rigore di CR7. Nel secondo Pogba di testa offre su un piatto d’argento il pallone a Morata che lo schiaccia col sinistro. 1-1. Gli ultimi minuti ci ha poi pensato la BBBC a difendere il risultato. Tutti a Berlino.
di Michele Puntillo
No, non è un errore. Il calcio è tattica, tecnica, atletismo, ma a volte è caso. Ed è un caso estremamente divertente e beffardo, quasi allegorico, che uno degli eroi del cosiddetto Triplete, abbia consegnato alla Juventus il primo titolo post Calciopoli. Ecco perché il mio gol del decennio è questo meraviglioso tiro di Maicon Douglas Sisenando.