L’attesa conferenza di Andrea Pirlo ha dato l’occasione di vedere confermati, o meno, i discorsi preliminari sulla sua investitura. Com’è andato il neo allenatore Juventino?
Andrea Lapegna – Voto 7.5
Pirlo tiene fede ai suoi principi, esposti a più riprese. Se lato campo si dimostra ancora un po’ vago, è anche vero che non potrebbe essere altrimenti dato che deve ancora visionare tutti i giocatori e capire quali incastri sono i migliori per proporre il suo calcio. Quindi frasi tipo “giochiamo a 4, o forse a 3, magari impostiamo a 3 e difendiamo a 4” sono da prendere con enormi molle, evitando di farci i castelli che invece i giornali hanno già costruito.Molto più netto è stato invece sul mercato.
I punti salienti secondo me riguardano però l’intensità del calcio che vuole proporre, la riscoperta del piacere e del lavoro all’unisono: una retorica che lo accomuna al primo Conte, al quale ha esplicitamente ammiccato. Questo, unito all’idea di andarsi a riprendere il pallone (vero e proprio tallone d’Achille l’anno scorso) gonfia la mia preferenza.
Nonostante sia uscito con frasi vaghe e un po’ di mestiere dalle domande più specifiche, e nonostante alcune espressioni (“entusiasmo”) sembrassero imboccate, la conferenza di Pirlo è stata certamente un buon inizio.
Kantor – Voto 7.5
Questa era la prima conferenza di Pirlo da solo, come allenatore e soprattutto come allenatore della Juventus. E l’ha gestita con la tranquillita’ di uno che sta in fila alla COOP, sembrando uno che ha fatto queste cose tutta la vita. E francamente questo e’ quello che sposta il mio voto verso l’alto. Sulle parole in se, sono appunto parole. Sicuramente e’ sembrato uno a cui hanno spiegato per filo e per segno tutto cio’ che e’ andato storto l’anno scorso ( vedi l’accenno al dialogo coi giocatori e alla compartecipazione delle idee). Quindi molto bene per adesso, ma del resto che Pirlo fosse freddo come il ghiaccio e con un ego di dimensioni notevoli era una cosa che si poteva intuire.
Massimo Maccarrone – Voto 7.5
Non era una conferenza di presentazione ma la prima da allenatore. Pirlo ha padroneggiato la scena con disinvoltura, in questo una vita passata nel calcio ad altissimo livello, come è stato per lui, ha aiutato molto. A primo impatto ha il fit giusto nella comunicazione, messaggi diretti e precisi, ha spaziato da temi tattici a aspetti motivazionali ed è stato piacevole ascoltarlo, dimostrando consapevolezza ed eleganza nella discussione. Da quel che si è intuito vorrà spingere molto sugli aspetti motivazionali, del resto trovare nuovi stimoli in un ambiente che vince da nove anni consecutivi diventa ogni anno più difficile, l’aspetto motivazionale è importante ma è imprescindibile da quello che il campo dirà da un punto di vista tecnico-tattico. Il grosso lavoro rimane lì. Sugli aspetti tattici ha ribadito concetti già sentiti, troppo generali per poter esprimere un giudizio, semmai va sottolineato il fatto, unicum negli ultimi anni, che abbia bisogno di giocatori specifici per mettere in pratica le sue idee, una cosa in controtendenza con il recente passato del mercato juventino, fatto di opportunità più che con una linea tracciata da un progetto tecnico da seguire.
Davide Terruzzi – Voto 8
La sintesi della prima conferenza di Pirlo: ritornare, parlare, sacrificio, entusiasmo, voglia, gioia, possesso, correre, attaccare, recuperare. Ha tenuto la scena, nessuno ha voluto rubargliela perché lui era unico e atteso protagonista, ha espresso idee chiare e con serafica e decisa personalità. Le idee ci sono, la determinazione idem. Molto chiaro, molto asciutto, molto duro. Una ottima prima conferenza.
Francesco Federico Pagani – S.V.
Prima uscita ufficiale da allenatore della prima squadra senza infamia né lode. Pirlo si dimostra fermo sulla questione Higuain, ha premuto molto sul tasto del sacrificio, non ha rifuggito le aspettative che ogni tecnico della Juventus inevitabilmente ha in relazione al fatto di dover vincere e, più in generale, si è dimostrato sicuro di poter guidare una squadra così importante nonostante sino a settimana scorsa non avesse mai diretto un allenamento.
La parte più interessante, sebbene non approfondita, è quella legata ai principi di gioco, estrinsecamente “moderni” ed “europei”, ed ai moduli, con la dichiarazione di non essere legato a qualche soluzione in particolare e l’idea di poter giocare sia con la difesa a 3 che a 4, anche a seconda delle fasi di gioco.
Penso che all’Italia serva un “proprio Guardiola”, ovvero un allenatore autoctono, tanto meglio se ex gloria di campo, che prenda il paese per mano e lo guidi definitivamente verso la “modernità”, scardinando un po’ di vetero-resistenze che stanno tenendo il nostro calcio in mezzo al guado.
Michele Tossani – Voto 6
Una conferenza in linea con quanto ci si aspettava. Pirlo ha ribadito che la Juve proseguirà nel solco tracciato dalla gestione appena conclusa, vale a dire seguendo le linee guida di un calcio di tipo europeo. Il che conferma l’ipotesi che Sarri sia stato allontanato per questioni che esulano il terreno di gioco. Da rimarcare la volontà di chiedere profili specifici. In questo troviamo un allenatore che ha idee chiare (giuste o sbagliate che siano lo vedremo più avanti) su come portare avanti la propria idea di gioco.
Jacopo Azzolini – Voto 7
I discorsi motivazionali (sulla necessità di parlare con i giocatori) sono stati l’aspetto più rilevante della conferenza. Per quanto abbia apprezzato la volontà ferrea di Pirlo di fare un calcio moderno – tutto ciò mostra come la Juve abbia bocciato più l’uomo Sarri che non le idee di Sarri – anche a me ha colpito molto il discorso che ha fatto sul mercato. Dopo anni di mercati incentrati sulle occasioni, seguendo il dettame (per me anacronistico) de “l’allenatore si adatta a quello che la società prende”, finalmente un tecnico che dice con chiarezza che c’è bisogno di giocatori specifici per fare un certo tipo di calcio. Questo mi fa ben sperare per il futuro, anche perchè è il contesto in cui operano tutti i grandi allenatori internazionali. E il fatto che Pirlo abbia elogiato, nel discorso sul ” Gioco europeo”, la capacità del Bayern di aggredire continuamente gli spazi, mi fa pensare che abbia le idee chiare sui limiti attuali della Juventus: tra le varie cose, una terribile staticità che ci portiamo dietro da molti anni.