Cosa c’è dietro il gol di Dybala?

È solo la prodezza di un campione, una palla calciata da limite dell’area messa a fil di palo? O c’è qualcosa in più? Quanto importano lo spazio e il tempo?


In fondo il calcio è quasi sempre questione di tempo e spazio, specie quando di spazio ce n’è poco. In finale di Coppa Italia contro il Napoli, la Juve, ancora una volta, aveva sofferto l’assenza di spazio, bravi i partenopei a stare compatti e a chiudere tutto. Sembra essere questo il tallone d’Achille dei bianconeri in questa stagione, ancor prima di questa ripresa che ha tolto brillantezza alla testa e alle gambe, la Juve, infatti, ha sempre sofferto le difese schierate e se hai una squadra con attaccanti che vogliono la palla tra i piedi e preferiscono venire incontro che andare in verticale, con le difese schierate, diventa tutto più difficile, vale per la Juve vale per tutti. A Bologna, la Juve ha trovato una squadra aggressiva uomo su uomo, non di certo una squadra rintanata negli ultimi 30 metri, ma sul 2-0 di Paulo Dybala si possono fare un paio di riflessioni.

La difesa schierata.

Dopo il tentativo di pressing alto fallito, il Bologna si richiude a difesa della propria trequarti, 9 giocatori di movimento sotto la linea della palla, con Dybala e Bernardeschi nella cerniera di almeno 4 difensori avversari. Ci sono diversi errori commessi dalla difesa felsinea, è vero, la palla è scoperta, il centro non è chiuso bene, a Dybala viene concesso di girarsi sul piede forte, i difensori bolognesi non sono propriamente reattivi, ma nonostante questo è pur sempre una situazione di superiorità in cui Dybala e Bernardeschi sfruttano però lo spazio con il tempo giusto, alla fine è tutto qua, è quasi sempre una questione di spazio e di tempo, di aggredire lo spazio rubando il tempo agli avversari, di anticipare un tempo di gioco, passando la palla a un tocco.

Bernardeschi con un passaggio a un tocco ruba il tempo al suo marcatore, propiziando lo smarcamento di Dybala sul lato del piede forte.

La finta e il contro-movimento.

E’ la chiave primaria di tutta l’azione, la finta di attaccare in verticale prima del passaggio di De Ligt, Bernardeschi esegue un contro-movimento da manuale ed è la prima volta che ruba il tempo, poi serve Dybala, accarezzando la palla col tacco a un tocco, rubando nuovamente un tempo, in una classica esecuzione di interconnessione, un movimento provato e riprovato in allenamento che alla sua base ha disponibilità allo smarcamento, poi viene tutto il resto compresa la splendida esecuzione che uno come Dybala sa fare, con esecuzione tecnica di alto livello sia nell’assistenza che nella conclusione.

L’esecuzione del contro movimento permette a Bernardeschi di guadagnare spazio rispetto al suo marcatore.

La connessione tra giocatori.

Meritano, infine, un’ultima considerazione le posizioni di partenza di Dybala e Bernardeschi, che nel corso della gara si sono cercati e trovati, al centro come in fascia. Determinante nell’occasione del gol di Dybala è la presenza di Bernardeschi a supporto, li a un paio di metri, un aspetto su cui riflettere perché con Costa in campo a calpestare la linea laterale, questo gol difficilmente sarebbe stato realizzato. C’è da pensarci su, nel gioco delle coppie o dei tridenti, perché sarà banale dirlo ma i giocatori vicini si passano sempre meglio la palla, e se vuoi attaccare una zona congestionata, in inferiorità, è sempre meglio stare vicini.

Bernardeschi è dentro il campo a supporto di Dybala, agendo come una delle 2 punte.
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