“È entrato bene, con una bella personalità. Ha il calcio nella testa, quindi è una cosa importante nel gioco odierno. Può fare più ruoli, ad esempio può fare benissimo il regista. Ha tempi di gioco: lavoreremo per farlo migliorare ma non diamogli troppe responsabilità ora”.
Nella serata contro il Crotone, Andra Pirlo ha fatto esordire il giovane Nicolò Fagioli; entrato al 70’ al posto di Rodrigo Bentancur, rilevandone anche i compiti in campo, ha offerto una buona prova. Il suo esordio nella massima Serie è stato relativamente tranquillo, giocando gli ultimi minuti di una partita il cui risultato era stato già abbondantemente messo in ghiaccio. Tuttavia, il piacentino ha dato seguito alla convincente prestazione di Coppa Italia contro la SPAL, l’esordio assoluto con “i grandi”, con una prestazione promettente.
Fagioli ha dunque giocato da vertice basso nel centrocampo fluido (a due e mezzo) in fase di possesso. Il numero 41 ha passato gran parte delle prolungate fasi di possesso della Juventus a preoccuparsi di due cose. La prima, è stata quella di dare sempre una linea di passaggio ai compagni. Questo era facile da vedere in situazioni statiche, come le rimesse dal fondo, in cui come il compagno uruguaiano si posizionava al limite dell’area di rigore per ricevere e smistare in trasmissione corta.
Ma era il caso anche in situazioni dinamiche e di possesso prolungato, quando non si faceva problemi a scalare verso l’out lasciandosi dietro McKennie e andando a ricevere molto defilato.
Se è vero che comportamenti generosi possono esser dettato dal contesto tecnico della partita e soprattutto dalla verve di un ragazzo all’esordio, è anche vero che nella generale penuria di movimenti senza palla nella Juventus attuale questo era oro.
In secondo luogo, Fagioli si è preoccupato di dettare i tempi di gioco alla manovra. Il palleggio della Juventus subiva sempre un’accelerata o un rilassamento quando il pallone passava tra i suoi piedi. Specialmente quando la marcatura di Zanellato si faceva più blanda, Fagioli poteva guardare tanto campo, una situazione ideale per il regista.
Anche senza il pallone, ed esattamente come Bentancur, Fagioli era incaricato di andare a pressare il suo corrispettivo: Molina prima e Zanellato poi. Il suo pressing è stato abbastanza scolastico, e sebbene abbia contribuito al recupero di una palla prezionsa che ha portato ad una conclusione pericolosa Bernardeschi (nella slide qui sotto), per il resto si è trattato per lo più di azioni di disturbo.
In definitiva, Fagioli ha dato prova di buona personalità, ottima tecnica ed eccellente capacità analitica in campo. Come abbiamo avuto modo di sottolineare più volte, difetta ancora di mezzi fisici adeguati alla Serie A. Pirlo ha detto che non va caricato di responsabilità eccessive: a mio parere ha ragione, non va additato come colui che salverà il centrocampo bianconero dalle secche in cui si è arenato e non va buttato in campo alla disperata. Al contario, è compito di Pirlo costruirgli il contesto tecnico ideale per uno sviluppo quantomeno lineare delle sue qualità; per questa ragione, tuttavia, ci aspetteremmo un minutaggio a salire da qui alla fine della stagione, e magari un’integrazione in pianta stabile in prima squadra dall’anno prossimo. Perché a nostro avviso si tratta di un giovane su cui puntare senza esitazioni.