Come funziona con le liste?
Iniziamo dalla Lista A. Ogni club può tesserare 21 calciatori (di cui almeno 4 cresciuti calcisticamente in Italia, anche se stranieri e anche se in altro club), più – opzionali – fino ad un massimo di 4 “club-trained” (CTP), ovvero ragazzi cresciuti all’interno del proprio club.
E se non avessimo 4 club-trained (CTP) da inserire?
Non importa, sono appunto “opzionali”. Se ne hai uno, puoi aggiungerne uno. Se ne hai due, due. Se ne hai tre, tre. Se ne hai quattro, quattro. Se non ne hai, non ne usi e resti con 21 giocatori in lista A.
Che vuol dire “cresciuto in Italia”?
Vuol dire che dai 15 ai 21 anni deve aver disputato 3 stagioni intere anche non consecutive in una squadra italiana, o comunque deve averci trascorso 36 mesi. Facciamo un esempio: Dejan Kulusevski è arrivato in Italia nel 2016, a 16 anni. Ha disputato la stagione 2016/17, quella 2017/18 e quella 2018/19 nelle giovanili dell’Atalanta e quindi, avendo trascorso 3 stagioni intere dai 16 ai 19 anni in una squadra italiana (nel range 15-21 previsto), è considerato “cresciuto in Italia” (termine tecnico ATP, Association Trained Player). Anche se di passaporto Svedese (e doppio passaporto Macedone), che come detto è irrilevante.
Che vuol dire “Club Trained” (CTP)?
Ci sono delle differenze tra l’interpretazione dell’UEFA e quella della Serie A. Iniziamo da quella europea. Per l’UEFA, se dai 15 ai 21 anni ha disputato 3 stagioni intere con un club (vale anche la Juventus U23 e in generale le seconde squadre), diventi CTP. Bisogna mettersi e contare tre stagioni.
E per la Serie A?
Per la Serie A, è invece sufficiente che la Juve in quelle tre stagioni fosse detentrice del cartellino. Facciamo un esempio: Daniele Rugani ha disputato 1 stagione nella Juventus Primavera e 2 in prestito nell’Empoli (ma di proprietà Juve) entro i 21 anni. Per la Serie A, è CTP. Per l’UEFA, no.
E se un calciatore compisse 21 anni tra una stagione e l’altra?
La regola dice che conta anche la stagione nella quale il calciatore compie 21 anni. Ma cosa succede nel caso in cui un calciatore sia nato in estate, proprio a metà tra due stagioni, e compia 21 anni nel periodo tra il 1° luglio e la prima partita ufficiale della stagione successiva? Com’è da considerarsi? Si fa ricadere il compleanno all’interno della stagione appena conclusa (e quindi finisce il conteggio con quella stagione) o in quella successiva (e quindi può essere considerata nel conteggio anche tutta la stagione successiva)? La risposta è: vale anche la successiva. Ma solo appunto se il compleanno ricade tra il 1° luglio e la prima partita ufficiale della stagione. Se capita prima del 1° luglio, la stagione successiva non è comunque più considerata.
Come si fa col Covid? Cioè la stagione 2019/20 è stata anomala, è finita a luglio inoltrato.
Non si considera l’eccedenza oltre il 1° luglio della stagione e si applica la stessa regola dal 1° luglio alla prima partita ufficiale della stagione successiva.
Facciamo 2 conti: quanti anni dovrebbe avere un calciatore acquistato quest’anno per poter diventare potenzialmente un CTP?
Dovrebbe essere acquistato ancora 18enne, o comunque compiere 19 anni tra il 1° luglio 2021 e la prima partita ufficiale della stagione 2021/22, ovvero il 13 agosto 2021. Tutti gli altri giocatori già 19enni prima del 1° luglio, non ce la farebbero nemmeno potenzialmente a diventare CTP.
E i calciatori Under 21? La famosa “lista B”?
È una lista extra, nella quale si possono inserire un numero illimitato di calciatori che non andranno ad occupare uno slot nella Lista A. Anche qui, ci sono regole diverse tra la UEFA e la Serie A. Per l’UEFA, può essere iscritto nella lista B qualsiasi giocatore nato il 1° gennaio 2000 o oltre e che abbia trascorso un periodo ininterrotto di almeno 2 anni nel club a partire da 15 anni, o di 3 anni intervallati da un anno di prestito. Tutti i giocatori nati prima del 1 gennaio 2000, non potranno in alcun caso essere inseriti nella lista B.
Invece per la Serie A?
È più semplice: il limite è 22 anni, anche se appena acquistati dal club. Quindi ogni U22 è inseribile in Lista B.
Come funziona con gli extracomunitari?
Bisogna innanzitutto guardare al numero di calciatori extracomunitari tesserati la stagione prima. A seconda del numero, cambiano le possibilità. Vediamo in che modo:
Se al 30 giugno 2021 una squadra avesse:
– 0 calciatori extracomunitari tesserati -> ne potrebbe tesserare senza vincoli per la stagione successiva fino a 3.
– 1 calciatore extracomunitario tesserato -> ne potrebbe tesserare senza vincoli per la stagione successiva fino a 2.
– 2 calciatori extracomunitari tesserati -> ne potrebbe tesserare un altro “libero” da vincoli e un secondo solo a patto di cedere a titolo definitivo all’estero un altro extracomunitario presente in rosa.
– 3 o più extracomunitari tesserati -> ne potrebbe tesserare uno dopo aver ceduto a titolo definitivo all’estero un altro extracomunitario, ed eventualmente un secondo a patto però che il calciatore rispetti dei vincoli sulle Nazionali, ovvero che abbia presenziato ad almeno 5 partite in Nazionale (anche giovanili), oppure ad almeno 2 nell’ultimo anno.
Quindi, la Juventus?
La Juventus si trova nell’ultima soluzione, quella del club che ha già 3+ tesserati extracomunitari in rosa. Quindi può prendere 1 extracomunitario senza vincoli, e un secondo con almeno 5 partite in Nazionale (anche giovanile) negli ultimi 2 anni SE PRIMA cede all’estero un altro extracomunitario per fargli posto.
E gli extracomunitari che già giocano in Serie A?
Non contano come extracomunitari. Esempio: la Juventus potrebbe tesserare tranquillamente Edin Dzeko e non conterebbe come extracomunitario perché acquistato da una squadra italiana e già in Italia al momento dell’acquisto.