Non abbiamo la pretesa di giudicare un campione che ha marcato in maniera indelebile gli ultimi quindici anni di calcio, e il cui nome sarà citato per i prossimi cento nell’eterna diatriba sul migliore di questo sport. Vogliamo però offrire un punto di vista sul ruolo di Cristiano – e dei suoi ultimi anni ad alti livelli – nella nuova Juventus di Sarri.
Perché Cristiano l’anno scorso ha vissuto la sua peggior stagione dal punto di vista realizzativo, e ad oggi – dopo le sostituzioni e l’appannamento con la Juventus – sta offrendo un andamento altalenante (salvo poi fare triplette a iosa in nazionale, ci mancherebbe). Vorremmo capire se questo è dovuto ad un fisiologico appassimento o se invece c’è qualcosa che il nuovo allenatore della Juventus può fare per risvegliare il suo istinto da cannibale.
Per renderci ancora una volta consapevoli di che razza di campinoe abbiamo in squadra, basterà dire che nel momento in cui scriviamo il portoghese è il sesto marcatore di sempre del calcio, a 723 gol ufficiali in carriera, e a “sole” 82 reti da Josef Bican. I numeri sono indiscutibili, eppure la percezione dei tifosi è quella di trovarsi di fronte ad una flessione, cominciata già l’anno scorso – cioè da quando Ronaldo è sbaracato a Torino (guarda te la sfiga, oh…).
In effetti, la produzione offensiva della Juventus 18/19 si è basata molto sulla sua vena realizzativa. Mettendo in tasca più gol che presenze con il Real Madrid, appoggiarsi sulla vena del portoghese è sembrata una strategia logica e lineare. Tuttavia Cristiano, benché abbia fagocitato sia le conclusioni (175 su 613 di squadra in Serie A) che soprattutto i gol (21 su 70), non ha reso quanto ci si aspettava in termini quantitativi. Sulla “qualità” e l’importanza dei suoi gol invece, la fase ad eliminazione della Champions League parla da sé, un lasso di tempo in cui Cristiano ha segnato tutti i gol della Juventus (5, in 4 gare).
Ciononostante, la flessione rientra appieno nel trend storico delle sue realizzazioni. Se è vero che mai, da quando ha abbandonato la fascia per avventurarsi in area di rigore (2009/2010), era sceso sotto le 30 marcature stagionali, è vero anche che i 21 gol in campionato sono largamente in linea con la tendenza degli ultimi anni.
D’altra parte, con l’avanzare dell’età, lo stesso Ronaldo si è reso conto della necessità di preservare se stesso e il proprio fisico dal naturale invecchiamento. I rigidi regimi alimentari e gli strettissimi programmi di allenamento cui si sottopone sono finalizzati all’ottimizzazione delle performance. Si dice, tra l’altro, che Ronaldo sia talmente concentrato, da auto-imporsi dun chilo in meno ad ogni ritiro estivo, pur preservando la massa muscolare.
La produzione di tiri è parimenti in linea con il trend storico. L’indice degli ‘expected goals‘ (xG) calcola la probabilità che una data conclusione finisca in rete, ed è una buona misura di quante segnature è lecito attendersi da un giocatore.
Di pari passo, è utile tarare (in media) la pericolosità dei tiri che Cristiano rivolge verso la porta avversaria. Più alto sarà l’indice, più alta la pericolosità di quella conclusione.
Nella stagione 14/15, in Liga, ogni sua conclusione aveva una probabilità di diventare gol del 17.5%: un’enormità; quest’anno, in Serie A, si è attestata su un modesto 10.3%. Quindi non solo Cristiano segna di meno, ma prende in media anche tiri meno pericolosi. Sembra intuitivo dire che più il tiro è pericoloso, più probabile che Cristiano segni di più, ma si tratta di una correlazione non banale, in cui la (scarsa) qualità dei tiri potrebbe effettivamente inficiare il risultato del primo dato: magari tornando a calciare con più pericolosità, è possibile invertire il trend.
Quel che invece non è mutato più di tanto nel tempo sono le metriche rapportate ai 90 minuti. Cristiano prende grosso modo lo stesso numero di tiri per partita (6.53 nel 14/15, 5.93 quest’anno in Serie A, con un picco di 6.95 nel 17/18). Gli xG a partita sono calati considerevolmente invece, passando da 1.14 nel primo anno in esame fino al 0.61 quest’anno. Rimane uno score da fuoriclasse, ma siccome la conversione latita è lecito chiedersi di quanti tiri abbia bisogno per rimanere sui suoi livelli.
Sarà certamente lavoro di Sarri trovare le condizioni migliori per far rendere al massimo la nostra superstar. L’anno scorso abbiamo storto il naso alle performance ondivaghe del portoghese, ma è importante rendersi conto che è stato naturale, tanto che la storia si sta ripetendo quest’anno anche con un allenatore diametralmente opposto al precedente. Nonostante Sarri abbia sbandierato la necessità per Cristiano di produrre 40 gol l’anno, è importante aspettarsi gol “di qualità” e non una tripletta ogni domenica.