Deloitte ha pubblicato l’analisi dei bilanci delle grandi squadre nel calcio. La Juventus sale dall’undicesimo al decimo posto, ma il gap con il Barcellona aumenta. Le prospettive per i bianconeri sono buone.
Deloitte ha pubblicato la relazione annuale sui ricavi operativi (stadio, commerciali, diritti radiotelevisivi) delle squadre europee, la ormai celebre Football Money League. Il report del 2020, quindi riferito ai bilanci delle stagioni 2018-19, vede la supremazia del Barcellona che per la prima volta raggiunge la vetta della classifica. Superati i connazionali del Real Madrid, secondi e “campioni in carica” dall’edizione 2019, in modo anche abbastanza clamoroso: l’anno precedente i blaugrana erano secondi a 60 milioni dalla Casa Blanca, quest’anno invece il Madrid subisce un distacco di ben 83,6 milioni.
Dodici mesi dopo i catalani sono i primi a sfondare il muro degli 800 milioni portandosi a un clamoroso 840 finale, che avvicina come mai prima d’ora la soglia del miliardo di euro. Un muro destinato a cadere molto presto. Terzo posto per il Manchester United, quarto per il Bayern Monaco e quinto per il Paris Saint Germain.
E la Juve?
I bianconeri sono la prima delle quattro squadre italiane entrate nella top 20. L’Inter è quattordicesima, la Roma sedicesima e il Napoli ventesimo. Ora i bianconeri sono decimi (l’anno scorso undicesimi), con ricavi che sfiorano i 460 milioni di euro che, come detto, non comprendono le plusvalenze. Miglioramento di oltre 65 milioni rispetto all’anno precedente (+17%), frutto del bonus ricevuto da Adidas (+15 milioni) e dall’aumento di ricavi da merchandising (+16 milioni). Su questa voce l’indiziato numero uno è naturalmente Cristiano Ronaldo, uomo che da solo – fa notare Deloitte – ha più followers su Instagram (196,5 milioni di utenti) di Real Madrid e Barcellona messe insieme. Qui il nostro approfondimento sul portoghese.
Ma sarebbe riduttivo concentrarsi solo su CR7, poiché Juventus spinge davvero forte sul lato commerciale e sul merchandising. Deloitte ricorda il nuovo accordo con Adidas, quindi alcune partnership strategiche: quello con il marchio di skateboard Palace (quello della maglietta speciale con tanto di numeri “fluo” e stemma senza scritta di Juventus-Genoa dello scorso 30 ottobre), e quelli strategici sul mercato asiatico (Konami e Linglong Tire).
L’importanza dei ricavi commerciali
Andando nel dettaglio dei ricavi operativi bianconeri, Deloitte li riporta così ripartiti: il 45% (208,5 milioni) deriva dal mercato dei diritti televisivi, il 41% (185,6 milioni) dall’ambito commerciale e il restante 14% (65,6 milioni) dagli incassi da stadio. Questo tipo di ripartizione (diritti tv – merchandising – stadio) è tipico dei club dal sesto posto in avanti della Money League. I primi 5 posti, invece, vedono un netto predominio del lato commerciale sugli altri.
Il Paris Saint Germain, quinto, deve il 57% dei suoi ricavi totali al lato commerciale, reso estremamente competitivo da Neymar e da accordi come quello con il marchio Nike Air Jordan. Anche le altre top 4, ovvero Barcellona, Real, Manchester United e Bayern, vedono rispettato questo andamento, con il lato commerciale predominante sulle altre due voci.
Il grafico qui sopra di Deloitte mostra chiaramente questo trend: nella posizioni di vertice della sua graduatoria (1-5) i ricavi commerciali la fanno da padrone, rappresentando circa il 50% del totale dei ricavi. Più ci si allontana dalla top five più i ricavi commerciali si vedono superati, nell’impatto sui ricavi totali, dagli introiti derivanti da diritti televisivi, raggiungendo un gap massimo tra le posizioni 16-20, dove la tv impatta mediamente al 65% e i ricavi commerciali scendono al 22%.
La strada è tracciata, quindi: serve anche per Juventus una crescita solida sul versante commerciale per rimanere nella scia dei colossi europei. Ma la scia, per usare una metafora automobilistica, è sempre più difficile da tenere e alla Juve servirebbe davvero l’ala mobile perché, al momento, le big si stanno lanciando a folle velocità in rettilineo.
Cresce il gap con la prima. E l’Inter incalza…
L’impressionante exploit del Barcellona ha portato a oltre 381 milioni il distacco dei ricavi della Juventus dai ricavi della prima in classifica. Un gap mai così ampio nell’ultimo decennio, anche se sempre significativo.
I grafico sopra mostra il distacco con le varie prime in classifica che si sono succedute (Real Madrid 2010-2016 e 2019; Man United 2017-2018; Barcellona 2020): nella Money League del 2010 questo gap era di 198 milioni, oggi è quasi raddoppiato, sfiorando i 400 milioni.
A sottolineare una top 20 a diverse velocità è la stessa Deloitte, che nell’infografica qui sotto suggerisce dei vari gruppetti di squadre per tipologie e mole di ricavi operativi: Barcellona, Real e Manchester United sono le big tra le big, quindi Bayern, PSG, Manchester City e Liverpool campione d’Europa rappresentano una ideale “seconda fila”. La Juventus viene accorpata alla terza fila, con le inglesi Tottenham, Chelsea e Arsenal.
Se le big europee scappano (qui un approfondimento), in Italia la supremazia nei ricavi è abbastanza netta. Negli ultimi anni infatti la Juventus si è stabilmente affermata come la prima delle squadre italiane, come si vede dal grafico sotto.
Tra il 2010 e il 2020, solo in tre edizioni della Football Money League la Juventus inseguiva altre squadre: nel 2011, 2012 e 2013 era dietro a entrambe le milanesi, con i rossoneri sempre davanti ai nerazzurri. Dal 2014 la Juve ha riconquistato la vetta e ha progressivamente scavato un solco con le inseguitrici fino a un massimo di 143,5 milioni nel report 2018, anno in cui al secondo posto tra le squadre di A l’Inter ha scavalcato la Roma. Negli ultimi due anni i nerazzurri, quattordicesimi nella Money League sia nel 2019 che nel 2020, hanno incrementato i ricavi portandosi a meno di 100 milioni da quelli dei bianconeri.