Da dove devono arrivare i gol della Juventus?

La Juventus, inutile girarci attorno, è ancora un cantiere aperto; una squadra che, come ha scritto Davide Terruzzi su questi lidi, va ancora a corrente alternata e non è riuscita a svoltare con quella continuità che tutti i tifosi vorrebbero. Tra i tanti rebus che Mister Pirlo è chiamato a risolvere rientra (o ritorna) sicuramente l’apporto di gol di giocatori che non si chiamino Morata o Ronaldo.

La Juventus, infatti, fino a questo momento è andata a segno con sette giocatori di cui solo uno, Kulusevski, ha segnato più di una rete. Per il resto l’apporto realizzativo è ricaduto interamente sulle spalle di Cristiano Ronaldo (10 gol e auguri, a proposito, per i 750) e Morata (9). Può essere utile portare alcuni paragoni: il Milan ha mandato in rete 13 giocatori di cui 6, oltre a Ibrahimovic, sopra quota 1 gol; la stessa Inter che non ha vissuto fino a questo momento un periodo particolarmente esaltante ha segnato con 9 giocatori di cui solo tre con una sola marcatura; il Napoli è a quota 10 marcatori fino a questo momento. Non che bisogna imitare le altre squadre per forza, ma questi numeri comunque raccontano una tendenza.

D’altronde la penuria dei gol da parte dei centrocampisti/esterni è un problema atavico di questa squadra che necessita di essere risolto sia per non dipendere eccessivamente dagli attaccanti sia perché il gioco che ha in mente Pirlo tende a portare tanti uomini sulla trequarti avversaria e poi in area di rigore.

Quindi da chi è lecito aspettarsi un contributo maggiore nei prossimi mesi in termini realizzativi?

Gli esterni

Il gioco di Pirlo punta a sfruttare molto l’ampiezza: attraverso cambi di campo dei centrocampisti, tramite aperture della punta o scegliendo un lato su cui attaccare tramite l’invasione del mezzo spazio e poi la circolazione sull’esterno. In ogni caso, nel momento in cui l’azione si sviluppa su un lato del campo, l’esterno che sale sul lato opposto è chiamato a stringere e ad attaccare l’area di rigore per fornire un’opzione in più sul cross o sulla ricerca della profondità. Un esempio emblematico è il gol segnato da Chiesa contro la Dinamo Kiev.

Ronaldo in area, Chiesa taglia e colpisce di testa. Una variante è la punta che taglia sul primo e l’esterno che va a chiudere sul secondo palo

Anche in occasione della traversa di Cristiano Ronaldo l’azione si era conclusa con Alex Sandro a stringere in area di rigore. Di fatto le giocate esterno su esterno dovrebbero essere un marchio di questa squadra. In particolare dall’ex Fiorentina è lecito aspettarsi alcuni gol in questo modo dato che si tratta di un giocatore che ha nelle corde il movimento senza palla ad attaccare la profondità o l’area di rigore. Da Chiesa poi, se la Juventus dovesse riuscire a isolarlo con continuità come avvenuto contro la Dinamo Kiev, sarebbe lecito aspettarsi qualche conclusione in porta in seguito a 1vs1. Insomma, se Chiesa viene sfruttato per quello che sa fare può portare qualche gol (e assist). Il discorso cambia per quanto riguarda Cuadrado che ha invece un’attitudine diversa rispetto a Chiesa e tende a dare aiuto nella costruzione della manovra e nel fraseggio. Si è visto nelle ultime partite come il colombiano non sia salito sulla linea degli attaccanti rimanendo più basso come contro il Cagliari o coprendo tracce più interne come contro il Benevento.

Cuadrado contro il Cagliari, più basso rispetto alla linea degli attaccanti (fonte)

Sulla sinistra, Alex Sandro è ancora da valutare a tutta fascia, avendo offerto un’interpretazione del ruolo più difensiva negli ultimi anni e avendo potuto osservare da quinto solo la promettente prestazione contro la Dinamo. Contro la Dinamo in effetti il brasiliano ha mostrato una buona attitudine nell’attaccare l’area di rigore e la profondità. Se questa attitudine dovesse essere confermata, le sue doti nello stacco di testa e il discreto tiro in porta potrebbero tornare utili alla causa. Per Bernardeschi invece il discorso si allarga alla sua condizione psico-fisica perché si tratta di un giocatore da ritrovare completamente ma che è dotato comunque di un ottimo calcio. Dagli esterni, in sostanza, anche aldilà di chi va a ricoprire il ruolo deve arrivare qualche gol in più.

Dybala

Ovviamente da Dybala che deve essere il secondo/terzo marcatore di questa squadra per le qualità che ben conosciamo. Al momento l’argentino non gode di una condizione psico-fisica ottimale e non sembra essersi inserito appieno nei meccanismi di questa Juventus. Pirlo ha evidenziato come tenda ad abbassare troppo la sua posizione mentre, d’altro canto, un calcio verticale sembra ancora essere poco nelle corde dell’argentino.

Kulusevski e Ramsey

Kulusevski e Ramsey sono i centrocampisti bianconeri con maggior senso del gol e dai quali, al pari degli esterni, bisogna aspettarsi di più. Ad essi è affidato il compito principale di occupare i mezzi spazi della trequarti (Kulusevski quello destro e Ramsey quello sinistro). Lo svedese, dopo un ottimo inizio, si è perso nelle ultime uscite e sembra soffrire di un po’ di sfiducia nei propri mezzi. Soprattutto nelle ultime uscite spesso Kulusevski è sembrato timoroso nel tentare la giocata affidandosi a giocate più conservative o attendendo troppo tempo per l’imbucata. Va anche detto che il contesto mutato spesso attorno a sé non ha sempre aiutato lo svedese a trovare continuità.

Il gallese, invece, è sembrato fin da subito sposarsi bene con i meccanismi di questa Juventus grazie alle sue doti di smarcamento e alla capacità di fraseggio nello stretto nonché di inserimento. Inoltre è l’unico a trovarsi a suo agio nell’occupazione del mezzo spazio sinistro. Finora però zero gol in stagione e un’incapacità diffusa di incidere quanto necessario in fase realizzativa. Entrambi sono chiamati a un innalzamento del livello del gioco e a un maggior coraggio nel cercare la porta.

I mediani

Per il resto dalla batteria di mediani non ci si può aspettare un contributo realizzativo sensibile per una serie di ragioni: in primis per il lavoro che chiede loro Pirlo. Un lavoro soprattutto di circolazione rapida del pallone, di costruzione dell’azione e di smarcamenti per fornire una linea di passaggio. Abbiamo visto infatti come lo scaglionamento bianconero in fase di possesso (che sia 3-2-5 o 3-3-4 o 4-4-2) preveda la presenza sempre di due mediani che non hanno il compito di agire in verticale. Per questo da Bentancur, Arthur, Rabiot (seppure, come detto anche nell’ultimo podcast di cui si è parlato anche dei centrocampisti, lui abbia manifestato un’indole più verticale) non bisogna pretendere gol. A ciò bisogna aggiungere che si tratta di giocatori che non hanno nel tiro dalla distanza un’arma pericolosa e che, storicamente, hanno sempre realizzato pochi gol. Per McKennie vale questo discorso quando il texano viene schierato nei due mediani mentre diverge nel momento in cui Pirlo lo schiera come incursore sul centrodestra. In quest’ultima circostanza infatti McKennie è chiamato ad attaccare maggiormente la profondità e l’area di rigore e a ricevere più palloni in zone pericolose. Il numero 14 bianconero potrebbe avere quindi qualche occasione per segnare ma va detto che non gode di qualità tecniche eccelse e che in spazi ristretti fa fatica.  

Share