Che cosa è la verità? Come quasi tutte le domande interessanti che uno si può porre la questione nasce nella grecia classica. E sulla risposta a questa domanda si sono giocati alcuni dei momenti più interessanti della filosofia occidentale. Io sono un seguace del pragmatismo e quindi la mia risposta è che la verità può essere solo fattuale. Se qualcuno tra 100 anni dirà che ho condotto il Podcast per 4 anni, dirà la verità; se dirà altrimenti, allora dirà il falso. E tutto il resto è oggetto di discussione e interpretazione.
E quando si discute e si interpreta ovviamente ognuno lo fa dal suo punto di vista, e tutto diventa opinione. Ma attenzione, il vecchio adagio “ognuno ha diritto alla sua opinione” è una sciocchezza (e questa è ovviamente la mia opinione); la giusta versione è “ognuno ha diritto ad una opinione che è in grado di difendere”. E questo comporta ovviamente un’altra cosa: le opinioni possono e DEVONO cambiare a seconda della realtà dei fatti. Ora di solito a questo punto l’ungulato medio si alza e ti accusa di mancanza di coerenza; ma l’unica ragione per cui lo fa è perchè pensa che “coerenza” significhi semplicemente dire sempre la stessa cosa. Ma una opinione che non cambia quando cambiano i fatti non è figlia della coerenza, ma del dogmatismo; ed è l’esatto contrario della dialettica che dovrebbe essere la stella polare di tutte le discussioni.
Il calcio, dove i fatti cambiano spesso, è un grande playground per questo tipo di fenomeni. E ovviamente il tipo di discussioni che si fanno sul web (dove ogni affermazione rimane fissata per sempre) è un grande amplificatore. Ci sono realmente persone che passano il tempo a “stellinare” un post per poi riproportelo letteralmente dopo cinque anni (a me è successo), accusandoti di incoerenza.
Quindi che cosa è la coerenza? Domanda difficile ma la mia risposta è questa; uno deve sempre cercare di usare le stesse categorie di pensiero per interpretare i fatti. In realtà la gente fa esattamente il contrario, usando di volta in volta la categoria di pensiero che serve a giustificare la propria tesi precostituita. Perchè ovviamente “avere ragione” è più importante di qualunque altra cosa (e questo aprirebbe un discorso molto lungo sulla differenza tra dialettica e retorica, che però vi risparmio).
Ma veniamo ad un esempio pratico; io pensavo, portando argomenti a giustificazione, che Sarri non fosse molto adatto allenare la Juventus. I fatti hanno dimostrato il contrario. Se la mia opinione non mutasse non sarei coerente, ma scemo. Se facessi come ha fatto un decano del giornalismo oggi, che per giustificare la propria tesi si è dovuto inventare un colpo di stato dello spogliatoio, sarei maturo per i giardinetti. Ma lo stesso vale al contrario; la Juventus sta facendo bene, ma, se lo scopo era quello di cambiare pelle oltre che vincere, siamo ancora abbastanza lontani da questo obiettivo. Ed è buffo vedere i sostenitori delle magnifiche sorti e progressive che si attaccano a statistiche improbabili e ad argomenti capziosi per illustrare come quasi terminato un processo che, se mai si compirà, è chiaramente appena agli inizi.
Tutto questo finirà forse quando cominceremo ad insegnare la logica ai bimbi delle elementari… ma non sto trattenendo il respiro.
--------------------------------------------------------------------------
Redattore indipendente, prof universitario, Allegriano. Da anni punge nella sua rubrica "La terra dei cachi" (ora rinominata "Corto Muso"). Ha condotto per quattro stagioni "Il Bianco e il nero" e ora conduce "Side by Side".