Il calcio è strano e ultimamente è anche più frequentato da gente strana; oppure sono io che, passati i sessanta, comincio a non essere più adeguato a sopportarne la stranezza. In ogni caso Allegri e Adani sono stati protagonisti di un brutto episodio e ovviamente hanno sbagliato entrambi. Io personalmente ritengo che sia più da condannare chi provoca, piuttosto di chi reagisce ad una provocazione, ma non tutti concordano con me. Nel caso in questione Adani aveva fatto una domanda ad Allegri che, come è suo diritto, stava menando il can per l’aia; ora è sicuramente prerogativa di Adani incalzare chi cerca di evadere una domanda. Ma ci sono mille modi di farlo senza sbagliare (per esempio Lilli Gruber potrebbe dare lezioni universitarie sull’argomento); purtroppo Adani (un material boy se ce ne è uno) ha scelto il modo peggiore, pronunciando le seguenti parole:
“Tu rivendichi uno spazio, ma non dici cose serie, sensate, pensate”
Questo è un passo falso orribile, perché non puoi incalzare il tuo interlocutore dandogli del cazzaro in diretta; tutto quello che ottieni è di farlo andare via o di farlo sbroccare. Ed è quello che è successo.
Ma a me personalmente interessa più capire come si sia arrivati a questo; perchè la situazione era tesa da prima ed è interessante capire come mai uno stipendiato da una pay TV apra una polemica così astiosa e personale (vi ricordate il simpatico editoriale dopo Juventus-Ajax?) con l’allenatore della squadra che garantisce circa la metà degli abbonamenti al suo datore di lavoro. E mi sono dato una risposta che intendo condividere.
Adani è un onesto professionista che, al termine della carriera, ha deciso di intraprendere una strada diversa da quella di molti suoi colleghi. Non ha scelto di rimanere nel calcio nè di fare normali comparsate televisive da ex. Ha scelto di diventare un giornalista, e pure specializzato. E ha scoperto probabilmente l’esistenza di cose strane chiamate libri da grande (è un pò come quando scopri la f…, ehm le donne, in tarda età; di solito fa più male che bene). Però è uno che si impegna e in pochissimo tempo è entrato a far parte di quella schiera di persone che si sono inventate un mestiere nuovo; questo mestiere consiste nel riuscire a convincere le menti deboli (cioè quasi tutte) che il calcio è una cosa difficilissima e complicatissima da comprendere e che solo seguendo loro saranno in grado di capirci qualcosa. E un allenatore di professione è quello che più di tutti ha bisogno del loro sapere. Io li chiamo simpaticamente “gli idoli del disagio sul web” e ci sono a tutti i livelli; e tutti bene o male ci guadagnano qualcosa. Prima che qualcuno si offenda lasciatemi dire che in questa categoria non rientrano i “match analysts” che lavorano per le squadre di calcio al alti livelli; quella di solito è gente seria, che fa cose serie e non pretende di spiegare la tattica all’allenatore.
Ora tutti i membri di questa elite culturale (ehm) vedono ovviamente Allegri come il fumo negli occhi; hanno passato una vita a convincere il popolo che solo loro hanno le chiavi per capire il mistero arcano del calcio e poi arriva uno di Livorno che dice sostanzialmente che il calcio in realtà è semplice e che sono loro che lo complicano a forza di pippe mentali. E ci scrive pure un libro sopra e questo è un affronto mortale per la categoria.
Me lo immagino Adani che si procura il libro di Allegri e comincia a leggerlo e ad annotarlo (i nerd annotano, spesso usando evidenziatori dal colore orribile). A pagina 20 si è già completamente allagato di bile e deve andare a cambiarsi; ma eroicamente resiste fino in fondo (i nerd sono anche un pò masochisti). Giunto alla fine giura a se stesso che la sua missione sarà quella di sputtanare Allegri ad ogni occasione.
Realtà romanzata naturalmente; ma la reazione a qualcosa che ti disturba è sempre commisurata alla natura di chi reagisce. Io ho dei (cari) amici che alle parole “il calcio è semplice” vengono visibilmente presi dai diavoli; ma essendo persone civili regiscono in modo civile. Se la stessa cosa capita ad un material boy come Adani a cui qualcuno ha messo (improvvidamente) in mano un microfono e un’audience, questi sono i risultati. Ma non si faccia l’errore di pensare che la querelle tra Adani e Allegri sia di natura tattica o calcistica; è di natura personale. Ed è la solita reazione delle persone che vedono in qualche modo minacciato il loro modo di pensare (o i loro privilegi, a seconda di come la si vede).
Un’ultima cosa; se Sky è una emittente seria, Adani guarda le partite del prossimo campionato dal divano di casa sua. Se Sky sia seria o no però, è ancora una questione aperta.
PS. Ho scritto questo articolo prima che il buon Adani esternasse su RadioDeeJay; che vi devo dire… tanto torto non ce l’avevo.