La voce era nell’aria da tempo e, all’alba del 31 maggio 2019, tutti i dubbi si sono finalmente sciolti: “Antonio Conte sarà il nuovo allenatore dell’Inter”. Il capitano, l’allenatore che ha riportato in alto la Juventus passa agli acerrimi rivali. Domande sorgono spontanee: cosa darà Conte all’Inter? Di quali calciatori avrà bisogno e quali valorizzerà? Ma, soprattutto, quanto sarà capace di ridurre il gap con la Juventus?
Senza fare noiose classifiche, Conte è senza dubbio uno dei migliori allenatori del panorama continentale. Campo, palmarès, eredità tattica sono tutte caselle a suo favore. Pur non avendo raggiunto grandi risultati in Europa, ovunque abbia allenato ha lasciato un’impronta tangibile. Per lui lo scenario è sempre secondario, la periferia di Bari o il lussuoso quartiere di Chelsea non fa differenza.
Alla Juventus
Arrivato alla Juve senza troppi proclami, ha preso buoni giocatori reduci da pessime annate, li ha amalgamati con acquisti lungimiranti e, dando un nuovo spirito di appartenenza, ha dominato e vinto. Ha smentito l’etichetta di “talebano tattico” dimostrando molta flessibilità sui moduli di gioco, certo rimanendo lontano da interpretazioni più fluide del calcio. Prendiamo ad esempio la prima stagione in bianconero: parte col 4-4-2, passa dopo poche settimane al 4-3-3, fino ad arrivare al 3-5-2 che diventa il modulo di riferimento per le successive due stagioni.
Decisamente più intransigente sui princìpi di gioco: palleggio basso dei difensori volto ad invitare al pressing gli avversari, primo pressing alto e aggressivo in caso di perdita del pallone, esterni estremamente alti e larghi per allungare ed allargare l’avversario, e ancora tocchi di prima, profondità e verticalità ricercati in maniera ossessiva, tutto frutto di meccanismi mandati a memoria in allenamento.
È un tecnico che riesce sempre a spingere il gruppo al limite. E questo forse è proprio il punto in cui cominciano i suoi grandi difetti: rende l’ambiente una polveriera pronta ad esplodere (vedasi Diego Costa al Chelsea), critica apertamente la dirigenza a microfoni aperti (è da citare il suo “più deboli senza Matri e Giaccherini”). Inoltre, pur essendo uno studioso di calcio, si fida molto del suo istinto, boccia con facilità e, spesso, con precocità giocatori che non lo convincono appieno (vedi Quagliarella) e che magari lui stesso aveva richiesto (Giovinco, Ogbonna).
All’Inter
Conte all’Inter porterà tutto questo bagaglio. Un investimento così importante su un tecnico (i media parlano di oltre 10 milioni di euro netti di ingaggio annuo) lascia immaginare che Marotta e Zhang abbiano progetti ambiziosi.
Come metterà mano all’Inter? Sicuramente va risolta la grana Icardi, che oltre agli ormai noti problemi con la società, non corrisponde al “nove ideale” di Conte. Infatti, il tecnico leccese predilige centravanti più abili nel gioco di sponda, e in questo senso vanno letti i rumors che parlano insistentemente di Džeko e Lukaku, giocatori che si sposerebbero alla perfezione con Lautaro Martínez in un attacco a due. In difesa, con l’arrivo di un fuoriclasse come Godín, e con i già ottimi Škriniar e de Vrij, vedremo probabilmente una difesa a tre. Guardando più avanti, se sulla sinistra con Asamoah e Perišić l’Inter sembra coperta, a destra avrà bisogno di un innesto capace di garantire qualità e quantità che si alternerà con Politano (si parla insistentemente di Chiesa). A centrocampo l’Inter ripartirà certamente da Brozović e Nainggolan, il primo reduce dalla più convincente e costante stagione della carriera, il secondo apprezzato da Conte fin dai tempi di Cagliari. Vecino e Gagliardini partono un gradino dietro nella griglia di partenza e a questi probabilmente vedremo aggiungersi una mezz’ala capace di dare un contributo sostanziale nelle due fasi (i giornali parlano di Barella). Poi ci sono le incognite Keita Baldé, João Mário e Candreva che andranno valutate e, nel caso, sostituite.
Ma tutto questo basterà all’Inter per colmare il gap con la Juventus? Premesso che i nerazzurri sembrano l’avversario più accreditato al ruolo di antagonista della Juventus per i prossimi anni, e l’ingaggio di Conte va visto in questa direzione, il solco creatosi in queste stagioni è davvero abissale. La Juventus è una delle rose più forti e complete al mondo e – pur avendo l’incognita nuovo allenatore – difficilmente vedrà insidiata la sua leadership in campionato. Detto questo, l’obiettivo realistico per l’Inter deve essere scalzare il Napoli dal ruolo di seconda forza del campionato e cercare di superare il girone di Champions (in caso di eliminazione provare ad andare in fondo all’Europa League).
L’ex C.T. della Nazionale, ormai specialista nel rivitalizzare ambienti allo sbando, potrebbe trovare nell’Inter lo scenario perfetto in cui muoversi e mettere così fine all’incostanza e agli isterismi delle ultime stagioni. Conte ha tutto per fare bene, ma dovrà arginare i due principali pericoli: l’entusiasmo e le aspettative della piazza che immagina già un confronto punto a punto con la Juventus – che potrebbero deflagrare se in primavera la Juventus sarà lontana – e la mancanza di giocatori vincenti (fatta eccezione per Godín).
Insomma, sarà bello sfidarti caro Antonio, l’avversario.