La partita contro gli scaligeri è tutt’altro che semplice, ma la Juventus ha armi migliori rispetto alla partita d’andata.
Esattamente un girone fa, la Juventus aveva sbattuto contro il Verona, risolvendo una partita complicata grazie ad un rigore di Cristiano Ronaldo ad inizio ripresa. Al tempo, avevamo notato come la squadra di Jurić si fosse annunciata al campionato come una compagine organizzata, con buona qualità, e che certamente non rappresentava un fuoco di paglia. Oggi, il Verona è ad un solo punto dal sesto posto che vale l’accesso ai premilinari di Europa League e per molti (soprattutto per l’amico Jacopo Azzolini) è la sorpresa del campionato.
Il lavoro di Jurić è trasparente, così come trasparente è la qualità della squadra che ha messo su. C’è molto dell’allievo di Gasperini nel modo in cui il Verona affronta le partite, e nel piano gara con cui ha costantemente messo in difficoltà i propri avversari a dispetto della differenza di categoria. Dopo un intero girone, possiamo dire con sufficiente certezza che almeno tre punti principali definiscono il Verona: la difesa a tre, l’aggressività del pressing, e le catene laterali. Proprio come – toh – l’Atalanta.
La linea difensiva
Il Verona si dispone con un 3-4-3 abbastanza canonico, reso fluido solo dalle continue marcature a uomo (quasi a tutto campo) in cui si prodigano i giocatori. La linea difensiva regge su un contesto dinamico che ha permesso ad alcune individualità di emergere con un’ascesa verticale. Rrahmani e Kumbulla su tutti stanno offrendo performance oltre le attese, e sono formidabili sia nel corpo a corpo che nella rapida trasmissione del pallone verso gli esterni (e non è un caso che il primo sia già del Napoli).
Il Verona non si fa tanti problemi ad accettare la parità numerica sull’ultima linea, perché questo le permette di pareggiarla sulla prima, che è un elemento assai più importante nella scala di valori di Jurić in quanto gli consente di mandare in crisi i meccanismi di uscita palla degli avversari. In tal senso, il loro 3-4-3 si “spalma” perfettamente sul 4-3-3 della Juventus, mentre nelle rare fasi di difesa posizionale, il Verona si sistema con un 5-4-1 pronto a sfruttare le fasce per risalire il campo.
L’aggressività del pressing
Contro squadre che adottano un play basso e una difesa a quattro, è Verre l’uomo designato ad ostacolare le ricezioni del mediano. I due esterni d’attacco, più stretti e più alti, vanno a cercare la palla tra i piedi dei centrali difensivi.
Nella gara di andata la Juventus aveva sofferto tantissimo il pressing uomo su uomo del Verona. Le cose migliorarono solo in parte con l’ingresso di Pjanić, ma l’impianto di Jurić mandò fuori giri anche i terzini, che non avevano né il riferimento del mediano né quelle di fronte a sé per gli appoggi.
Le catene laterali
Il 3-4-3 degli scaligeri risale il campo mandando velocemente il pallone in fascia. I triangoli tra interno, esterno e ala rimangono i riferimenti principali per far progredire l’azione e l’intero sistema di Jurić funziona perché riesce ad appoggiarsi con costanza sulle doti aerobiche di Faraoni (a destra, già 3 gol per lui) e di Lazović (a sinistra, una segnatura per lui). Non è infatti raro veder l’attacco del Verona disporsi in orizzontale su una linea a 5, dove un’azione cominciata a sinistra viene chiusa a destra – e viceversa.
Nel mercato di gennaio è arrivato anche Borini a rimpinguare il reparto offensivo, e l’ex Milan offre soluzioni interessanti scambiandosi l’ampiezza con l’esterno, che ha così modo di accentrarsi più spesso.
Come affrontare il Verona?
Il Verona è una squadra diretta, verticale, che sa coprire benissimo il pallone in ogni situazione di gioco. I suoi giocatori hanno interpretato alla perfezione le direttive del tecnico, rendendo le partite caotiche per uscirne poi grazie all’aggressività. In questo, dover giocare la terza partita in una settimana (dopo il recupero contro la Lazio) potrebbe affaticare i giocatori e sporcare un po’ il piano gara. Jurić insiste molto sulla necessità di giocare più transizioni possibile, e senza un’adeguata condizione atletica a supporto la Juventus potrebbe approfittarne.
Tuttavia, rispetto alla gara di andata Sarri ha trovato in Cuadrado un terzino molto più brillante in uscita palla rispetto a Danilo, e la riprova è stata proprio la partita contro la Fiorentina dove si è disimpegnato egregiamente. Il colombiano è più coraggioso, si alza più spesso per tenere basso l’esterno avversario (cosa che Danilo sistematicamente evitava) e rappresenta una soluzione utile anche palla al piede.
Se Sarri dovesse confermare il centrocammpo Bentancur-Pjanić-Rabiot, inoltre, la Juventus potrebbe riuscire ad avere abbastanza presenza in uscita palla da assicurarsi più di una fonte di gioco, sterilizzando quindi la pressione sul bosniaco e costringendo eventualmente i due mediani Amrabat e Veloso a seguire le nostre mezzali in zone profonde. Un atteggiamento del genere comporta un rischio molto grande, che forse la squadra di Jurić non è disposta a correre (o che, forse, non sa come compensare se per esempio la Juve decidesse di alzare la palla dietro il centrocampo).
Un ultimo aspetto da non dimenticare è che – muovendo la palla velocemente – la Lazio è riuscita a trovare spesso spazio ai lati dei centrocampisti veronesi. Ora, è vero che mancava Amrabat, sempre preciso nelle letture e nei movimenti in orizzontale, ma Luis Alberto e Lucas Leiva hanno mostrato che palleggiare con più ritmo può essere la soluzione a più di un problema contro questo Verona.