Cinque cose positive di Juventus-Sampdoria

C’era grande attesa e curiosità attorno alla squadra bianconera, dopo la seconda rivoluzione tecnica in due anni: la Juventus non ha deluso le aspettative, regalando una partita dal grande interesse. 

Come “annunciato” nell’unico test pre-campionato contro il Novara, Pirlo schiera la squadra con un modulo molto flessibile – soprattutto negli interpreti più avanzati – assimilabile grosso modo ad un 3-4-2-1. Tra le novità dell’esordio ci sono Danilo, che mette il vestito alla Barzagli come terzo di difesa, e soprattutto Frabotta, preferito a De Sciglio nel ruolo di esterno a tutta fascia. 

Alcuni aspetti del nuovo gioco bianconero sono degni di essere approfonditi per l’impatto positivo sulla partita. 

Costruzione 

La Juventus ha dato sfoggio di un buon controllo del pallone, uscendo bene con i tre difensori e Rabiot dal timido pressing blucerchiato, creando i presupposti per passare la prima pressione e rendersi così pericolosi. Ogni tanto la Juventus ha portato troppi uomini sottopalla, ma è riuscita comunque a far progredire l’azione grazie agli smarcamenti degli avanti. 

Tra Rabiot e McKennie era il francese ad essere chiamato ad aiutare la difesa nella distribuzione del pallone, ma anche l’americano si è disimpegnato bene (come d’altronde è nelle sue corde). Con la Samp schierata, Rabiot cercava gli esterni, mentre quando Bonazzoli pressava e la Samp saliva, Rabiot si appoggiava spesso a Ramsey e soprattutto a Kulusevski, abilissimo con i movimenti ad elastico davanti e dietro la difesa ospite. 

Centrale opposto (Chiellini) più basso, esterno lato palla (Cuadrado) più alto.

Peraltro, è stato interessante notare come Pirlo abbia schierato i due centrocampisti a piede invertito (Rabiot a destra e McKennie a sinistra): probabilmente per cercare più rapidamente la giocata verso gli esterni, visto che posturalmente “guardavano” verso la linea laterale. 

Rifinitura 

La Juventus ha creato tantissime occasioni da gol, mandando spesso un proprio giocatore al tiro da posizione ghiotta. Una delle note più liete è stata in effetti la facilità con cui Ramsey, Ronaldo, e Kulusevski hanno ricevuto palla tra centrocampo e difesa avversari, una circostanza propedeutica acché la squadra potesse creare pericoli. I giocatori esterni, invece, hanno rivestito il ruolo di valvole di sfogo per la manovra ogni qualvolta il 442 di Ranieri chiudeva il centro; una volta in possesso, anziché cercare il fondo o la superiorità numerica in fascia, ritornavano al centro approfittando della dilatazione delle linee provocata proprio dalla loro ricezione. 

Cuadrado e Kulusevski si sono scambiati l’ampiezza a destra, mente Ramsey e Ronaldo hanno tenuto impegnato il mezzo spazio a sinistra: un sincronismo invidiabile, tenuto conto del poco tempo per affinarlo. Le cose migliori si sono viste quando Kulusevski e Ramsey sono riusciti a combinare chiamando fuori un difensore e trovando la giocata verticale per il compagno o per Ronaldo.

La Juventus attacca con un 3-2-5 molto dinamico, dove il trequartista lato palla (più Ronaldo) si stacca per venire incontro, offrire sfogo e tirar fuori un difensore. In questo modo la Samp è sempre in inferiorità numerica sull’ultima linea.

Una grossa mano a creare le condizioni necessarie l’hanno data anche i numerosi cambi di campo tentati. Con l’obiettivo dichiarato di far collassare gli avversari lato palla, la Juventus ha spesso cercato l’esterno opposto (soprattutto a sinistra, Frabotta prima e De Sciglio poi) per costringere la Samp a rincorrere il pallone: una strategia che quando messa in opera con i tempi giusti ha dato notevoli vantaggi territorial, permettendo alla squadra di guadagnare metri in maniera rapida. 

Pressing 

La novità quest’anno è che se Ronaldo è stato, al solito, poco coinvolto nel sistema di pressione, la pressione ha funzionato abbastanza bene dietro di lui. Sia i due trequartisti che gli interni di centrocampo si sono prodigati in pressing sistematico, orientando la propria pressione spiccatamente sull’uomo. I trigger erano spesso le ricezioni spalle alla porta dei due interni di centrocampo, ma anche il passaggio dal terzino all’interno del campo. McKennie e Ramsey, i migliori della squadra, hanno recuperato ben 9 palloni a testa. 

McKennie recupera palla: tre giocatori della Juventus possono creare una transizione pericolosa, conducendo fronte alla porta. La Juve gioca un 3vs3 in campo aperto, e la difesa ospite è costretta a scappare verso la porta. Ramsey troverà il passaggio in diagonale per Ronaldo, che tirerà sulla traversa.

Le riaggressioni del centrocampo hanno avuto un ruolo chiave nell’economia dell’incontro, permettendo alla Juve di sfruttare un numero elevatissimo di mini transizioni, con Ronaldo e Kulusevski a beneficiare di ricezioni fronte porta con campo davanti. In questo senso, il pressing è stato il miglior regista della squadra nel primo tempo. 

Coprire il pallone 

La Juve è stata bravissima a tenere sempre la palla coperta, anche nei momenti in cui il pressing è rimasto solo velleità (che poi era uno dei difetti più marcati delle ultime due stagioni). Sempre posizionati con ottimi angoli, tutti i centrocampisti hanno concesso pochissime zone di luce ai difensori avversari e orientato i loro passaggi grazie alla postura tanto che Ranieri nel secondo tempo ha dovuto passare al rombo per migliorare negli smarcamenti. Lo stesso Ronaldo, pur riducendo al minimo le azioni difensive nell’ultimo terzo di campo, è stato bravo a tenere occupate le linee di passaggio. 

Una menzione speciale va fatta a Ramsey, che nel contesto di una partita sontuosa ha anche ottemperato alle funzioni di esterno sinistro nel 4-4-2 senza palla, senza per questo macchiare la sua partita.

Se è vero che nel calo complessivo del secondo tempo questo aspetto è venuto a mancare in quasi tutti i giocatori, è anche vero che finché non ci si è abbassati si era riusciti a limitare le ricezioni centrali di Thorsby e di Jankto, concedendo solo lo sfogo esterno alla manovra di Ranieri. 

Ritmo 

Soprattutto nel primo tempo, la Juventus ha tenuto un ottimo ritmo di circolazione palla, ed ha anche costretto la Samp a fare altrettanto. Ha dettato i tempi di gioco, portandoli su un registro a sé più congeniale. I giocatori erano a proprio agio col più classico mantra “controllo-passaggio-movimento”, che però riuscivano ad eseguire velocemente, mettendo in difficoltà sia le uscite avversarie che la copertura degli spazi. Il ritmo elevato, poi, è stato impresso soprattutto grazie all’uscita palla pulita e rapida di cui sopra. 

Nel secondo tempo, invece, la squadra è calata notevolmente, accettando passivamente alcune fasi di non possesso prolungate. I difensori, in particolare, sono sembrati indietreggiare troppo, rimanendo sulle gambe. Insomma, non ci sono solo rose e fiori nella prima giornata di Serie A 20/21, e forse la condizione atletica ha inciso più di quanto sia lecito indovinare. Ma la squadra che ha in mente Pirlo sta prendendo forma in maniera rapida e riconoscibile, assecondando le idee dell’allenatore e dello staff tecnico. La Juventus 20/21, ne siamo certi, assomiglia più a quella del primo tempo che a quella più rinunciataria della ripresa anche se, giustamente, ci vorrà tempo per trovare continuità sui novanta minuti.

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