Se non bastassero gli stimoli sportivi per cercare di raggiungere l’imprevedibile Final Eight di Lisbona che si disputerà tra 12 e 23 agosto, potrebbero arrivare in soccorso motivazioni extra derivanti dai ricchi premi dell’UEFA.
Premi Champions rivisti al ribasso?
“Potrebbero”, perché la Federazione del Vecchio Continente, a precisa domanda di AterAlbus, ci ha fatto sapere che per via degli impatti del Covid-19 i premi della Champions 2019-20 saranno probabilmente rivisti al ribasso.
Non è semplice prevedere in che misura verranno tagliati i premi. La Champions di quest’anno andrà in archivio con 6 partite giocate in meno, senza contare che 6 ottavi di ritorno su 8 sono stati e saranno giocati senza pubblico (Valencia-Atalanta e PSG-Dortmund a marzo, Barcellona-Napoli, Bayern-Chelsea, City-Real e appunto Juve-Lione ora).
Porte chiuse che, con tutta probabilità, interesseranno anche la fase finale a eliminazione diretta in Portogallo. L’emergenza Covid-19 ha certamente generato perdite di ricavi commerciali, aumentato le spese organizzative, prodotto possibili contraccolpi sul mercato dei diritti televisivi: le voci che l’UEFA dovrà considerare sono numerose e complesse e una revisione al ribasso dei progetti iniziali era più che prevedibile.
Come è organizzato il budget dei premi?
I premi economici sono stabiliti dall’UEFA con piani triennali che vengono organizzati sulla base di quanto l’UEFA si aspetta di incassare con le massime competizioni continentali nelle stagioni a seguire.
La Champions 2019-20 (secondo anno del triennio 2018-2021) avrebbe dovuto destinare un totale di 2,04 miliardi di euro alle squadre partecipanti. Il 25% spetterebbe alle quote di iscrizione, il 30% ai risultati sul campo, un altro 30% alla classifica storica e un 15% al market pool. Il che significa 488 milioni totali per l’iscrizione, 585 per risultati sul campo, 585 per la classifica storica e 292 per il market pool.
Bisognerà capire se queste proporzioni verranno mantenute alla luce di un budget complessivo minore, oppure se alcuni premi rimarranno fissi finendo per pesare di più a livello percentuale al calare della cifra totale.
In ogni caso, è probabile che dovremmo rileggere al ribasso tutte le cifre calcolate fin qui.
Il valore dei quarti
Ora come ora però decisioni ufficiali non ci sono. Per cui, sempre su precisa indicazione dell’UEFA, le cifre a cui rifarsi sono sempre le stesse, rese pubbliche e confermate più di dodici mesi.
Al momento per la Juve approdare ai quarti frutterebbe subito 10,5 milioni, che è il premio per la disputa dei quarti di finale. Un bottino che si aggiungerebbe a quello di circa 90 milioni incassato fin qui, pur con un asterisco in attesa che l’UEFA completi la revisione dei premi alla luce della quantificazione dei danni da Covid-19.
Il market pool
Inoltre, c’è la questione market-pool variabile, sezione del budget destinata ai mercati dei diritti televisivi e suddivisa su base nazionale, ovvero considerando i risultati di tutte le squadre appartenenti alla medesima federazione. All’Italia, per questa voce, spetterebbero circa 25 milioni che andranno divisi sulla base del numero totale di partite disputate dalle italiane.
Dopo i gironi, la situazione era la seguente: Juve, Atalanta e Napoli avevano la certezza di giocare due partite in più dell’Inter eliminata, per cui le quote di suddivisione dei 25 milioni si dividevano in parti uguali tra le tre agli ottavi e una più piccola andava ai milanesi. Lo spettro dell’eliminazione per la Juve diventa più pesante con l’Atalanta già ai quarti (anche se disputerà una gara e non due) e peggiorerebbe, anche se di poco, con una contestuale impresa del Napoli contro il Barcellona.
Nello scenario peggiore in ambito economico, ovvero Juve fuori e Atalanta e Napoli avanti, la Juve ci rimetterà circa 500 mila euro, cifra che aumenterebbe in caso di ulteriori step guadagnati dalle nostre connazionali.
Per cui, a oggi, passare col Lione vale 11 milioni di euro. Ma non c’è solo questo da considerare.
Vincere conta per la classifica storica
Al netto dell’incertezza sulle cifre di quest’anno, andare il più avanti possibile ha un peso economico anche su altri fronti. Arrivare a Lisbona significherebbe incamerare punti importanti per la classifica storica, una voce che all’UEFA sta particolarmente a cuore e che da due stagioni vede allocato il 30% di tutto il budget previsto (585 milioni su 2,04 miliardi) per i premi, stessa quota destinata ai risultati sul campo.
Questa classifica, nel piano 2018-2021, ha superato come importanza il market pool, molto più fruttuoso invece nel triennio precedente. Il motivo della scelta dell’UEFA è da ricercarsi nella volontà di favorire la presenza in Champions delle società più prestigiose, evitando edizioni della massima competizione europea priva delle big. Assenza che comporterebbe perdite economiche derivanti dall’esclusione di importanti bacini di utenza e di tifo, che hanno un enorme valore commerciale.
La classifica storica è quindi una voce molto rilevante da tenere sempre in considerazione, soprattutto per squadre come la Juventus, che sono le dirette destinatarie dei benefici dell’essere squadre blasonate.
Quest’anno la Juve era sesta, l’anno precedente settima. Centrare come minimo la top-8 anche quest’anno è un obiettivo da tenere nel mirino per dare continuità in questo ambito e continuare ad assicurarsi ricchi premi automatici in caso di qualificazione anche negli anni a venire.
La Juve non manca la top-8 dallo sfortunatissimo ottavo di Monaco di Baviera del 2016. Nel 2017 fu finale, poi i due quarti con Real Madrid e Ajax. Dare continuità è essenziale, sia a livello economico per le prossime stagioni sia per una questione di prestigio e di valore del marchio.