di Luca Rossi
Con un punteggio tennistico la Juventus, in dieci uomini, ottiene in maniera tortuosa una vittoria di grande importanza che le consente di recuperare due punti sul Napoli e sull’Inter
[mks_dropcap style=”square” size=”52″ bg_color=”#F2F2F2″ txt_color=”#000000″]L[/mks_dropcap]a nona giornata di Serie A vede la Juventus giocare alla Dacia Arena, casa dell’altra squadra bianconera della Serie A, l’Udinese di Luigi Del Neri. La compagine di Massimiliano Allegri ha il dovere di ritrovare i tre punti dopo il pareggio conseguito con l’Atalanta e la sconfitta casalinga con la Lazio anche per recuperare alcuni punti su Napoli e Inter. La squadra di casa dal canto suo non sta vivendo un periodo particolarmente brillante avendo ottenuto nelle ultime cinque giornate 4 sconfitte e una sola vittoria e anche la situazione di classifica non è particolarmente rassicurante.
Del Neri si affida a un classico 4-4-2. La porta è affidata all’esperto Bizzari che da qualche partita ha scalzato Scuffet nelle gerarchie. In difesa da destra a sinistra sono schierati Ali Adnan, il capitano Danilo, Nuytnick e Samir; la linea dei centrocampisti è composta da De Paul, Hallfreðsson, Fofana e Jankto; in attacco Perica fornisce sostengo a Maxi López. Allegri anche in questa giornata di serie A, come in Champions League, decide di schierare una formazione in cui non figura alcun nuovo acquisto puntando maggiormente quindi sulla continuità e sulla sicurezza. Rispetto alla partita di mercoledì le uniche modifiche risiedono in Lichtsteiner (non schierabile in Europa) come terzino destro e Rugani al posto dell’infortunato Benatia. Il modulo scelto è il canonico 4-2-3-1.
I primi minuti della partita non offrono nulla di particolarmente rilevante dal punto di vista tecnico sia per una Juve che deve trovare ancora le misure e che commette alcuni errori tecnici evitabili sia per un’Udinese che cerca di giocare in maniera aggressiva esercitando un pressing funzionale a intercettare e disturbare l’impostazione bassa della Juve. La prima fase del pressing friulano è indirizzata a far muovere il pallone sugli esterni per chiudere su un lato la manovra bianconera. Questa tattica si concretizza in primis occludendo le linee di passaggio verso Pjanić oppure formando con le due punte e uno a turno tra i due centrocampisti centrali (più Fofana che Hallfreðsson) una sorta di imbuto su Pjanić per impedirgli di girarsi e costringerlo a scaricare sui centrali difensivi o su Buffon.
La seconda fase consiste nel sovraccaricare di uomini il lato palla in maniera da impedire alla Juve di uscire verso il centro. Questa tattica ha ovviamente dei vantaggi (se esercitata in maniera armonica e organizzata) e degli svantaggi. Tra i primi sicuramente rientra ciò che accade all’ottavo minuto di gioco in cui Rugani offre un pallone molto pericoloso a Khedira che viene bruciato dal ben più dinamico Fofana. Transizione negativa altamente rivedibile con Chiellini non impeccabile nell’1 vs 1 e Perica che batte Buffon e porta in vantaggio la squadra di casa. In quest’azione si evidenziano le lacune, tra loro interrelate che hanno caratterizzato l’inizio stagione bianconero: le difficoltà nell’impostazione del gioco dal basso in alcune partite, la frenesia nel cercare la giocata verticale e la gestione delle transizioni negative. In fase di possesso la Juventus fa fatica a servire Dybala tra le linee in virtù della densità nel centro del campo che viene creata dall’Udinese in difesa posizionale e affida, come spesso accade, a Alex Sandro il compito di portare avanti il pallone nell’ 1 vs 1 o nell’1 vs 2 essendo Mandžukić sempre vicino a Higuaìn in area di rigore.
La partita si raddrizza subito grazie all’errore, abbastanza clamoroso a essere sinceri, di Samir che riequilibra il match. Pochi minuti dopo il gol del pareggio si rende manifesto uno degli svantaggi dell’atteggiamento tattico dell’Udinese, o meglio di come esso è stato esercitato in questa partita. Il pressing friulano porta a sovraccaricare eccessivamente il lato palla di uomini concedendo degli spazi eccessivamente enormi dall’altro lato del campo e consentendo quindi di sfruttare l’ampiezza ogniqualvolta quel pressing viene eluso. È ciò che effettivamente accade in occasione del gol del vantaggio bianconero in cui i giocatori di Massimiliano Allegri abilmente giocano palla a terra sull’esterno e riescono a fornire a Dybala lo spazio per allargare il gioco dalla parte opposta dove Cuadrado è libero di optare per la scelta migliore.
Tre gol nei primi venti minuti non si vedono in ogni partita ma ad alimentare il già ben nutrito quantitativo di episodi ci pensa Mandžukić al 25esimo minuto circa. Dopo un’ottima azione bianconera il croato manca il gol per un fallo subito in area di rigore che lo porta a una doppia ammonizione e quindi espulsione per proteste eccessive. Con l’uomo in meno ovviamente cambia il piano tattico della partita. Allegri decide di non effettuare sostituzioni e di giocare con una sorta di 4-3-2 con Cuadrado che va ad affiancare Pjanić e Khedira. Il compito di Cuadrado e Khedira è quello di aggredire il terzino ogniqualvolta riceve il pallone con le due punte Dybala e Higuaìn che si limitano a esercitare azione di disturbo.
Le uniche modalità d’offesa della squadra ospite sono le azioni dei singoli con le quali riesce a guadagnarsi dei calci piazzati. La Juventus è troppo bassa ma l’Udinese non è particolarmente brava a trovare gli spazi per offendere avendo una manovra troppo piatta. Riesce a creare solo due significative occasioni una identica all’altra: l’azione si sviluppa sul lato destro del campo per poi cercare il cross sul secondo palo dove Jankto in entrambe le occasioni riceve indisturbato e non segna solo per via di un attento Buffon. L’inferiorità numerica come detto porta Cuadrado a rimanere più stretto sulla linea dei centrocampisti, così facendo quando l’azione si sviluppa sul lato sinistro sia lui sia Lichtsteiner rimangono troppo stretti e nessuno dei due prende Jankto che è bravo ad allargarsi al momento opportuno e a prendere le spalle i bianconeri di Torino. Con la disposizione a 4 in fase di non possesso (nel classico 4-4-1-1) Cuadrado sa di dover arretrare se necessario sulla linea dei difensori per seguire l’uomo più esterno. In questa linea a tre rimane a metà finendo per non marcare nessuno.
Dal 40esimo minuti in verità Allegri apporta una piccolo modifica alla disposizione dei suoi giocatori ossia chiede a Dybala di stare largo abbassandosi sulla linea dei centrocampisti. Si forma quindi in fase di non possesso un 4-4-1. Per evitare di abbassarsi in questa maniera forse sarebbe stato più opportuno sostituire già Dybala con un giocatore più abile in contropiede come Douglas Costa.
Il secondo tempo inizia con gli stessi ventidue che hanno concluso il primo tempo. Anche l’atteggiamento tattico rimane immutato e la Juventus persevera col suo 4-4-1 e con un baricentro molto basso.
Nelle immagini soprastanti è possibile in primis osservare quanto sia basso il baricentro bianconero in fase di non possesso con tutti i giocatori dietro la linea di metà campo (l’unico è Mandžukić la cui posizione media ovviamente è relativa al tratto di partita in parità numerica) sia la differente posizione di Dybala che si abbassa sulla linea dei centrocampisti come quarto di sinistra.
Passati due minuti l’Udinese trova il pareggio su calcio piazzato con Danilo per via di una retroguardia bianconera distratta, in particolare Rugani che però cinque minuti dopo è bravo a trovare la stoccata vincente per riportare i suoi in vantaggio. È soprattutto in questa fase di gioco successiva al gol di Rugani in cui l’Udinese si manifesta in tutta la sua pochezza risultando innocua offensivamente e concedendo addirittura dei contropiede molto pericolosi. Anche le scelte dei singoli nelle uscite in pressing o gli interventi fallosi fanno il gioco della Juve che d’altra parte è abile coi i singoli a guadagnare spazio e falli, e quindi anche tempo prezioso in un secondo tempo di sofferenza.
Al 58esimo minuto sempre su un calcio piazzato concesso dai friulani arriva il quarto gol a firma di Khedira. Questo quarto gol di fatto va a chiudere il match perché l’Udinese nonostante il prevalente possesso palla non riesce a creare alcuna occasione e perde pian piano fiducia nella possibilità di fare risultato. I due gol su calcio piazzato hanno di fatto stroncato l’entusiasmo friulano derivante dal gol del pareggio. Al 67esimo minuto Allegri effettua la sua prima sostituzione inserendo Costa al posto di Dybala dimostratosi molto generoso in un ruolo di non sua appartenenza (6 uno contro uno vinti ma soprattutto 4 importanti falli subiti e abnegazione tattica da apprezzare). I restanti venti minuti vedono un Udinese in possesso palla sterile e una Juve che cerca di portare avanti il pallone a fiammate. Sotto questo aspetto è sontuosa la prestazione di Higuaìn che ha aiutato egregiamente la manovra e ha lottato su ogni pallone. Al 78esimo minuto vi è un ulteriore accorgimento tattico adoperato da Allegri con l’ingresso di Barzagli al posto di Cuadrado. Si forma una difesa a tre composta da Barzagli Rugani e Chiellini. Sandro e Lichtsteiner fanno compagnia sulla linea di centrocampo a Khedira e Pjanić mentre Douglas Costa e Higuaìn formano il duo avanzato. Per gli amanti dei numeri possiamo parlare di un 3-4-2. Da sottolineare nel finale di partita Khedira che si porta a casa il pallone realizzando una personale tripletta e Pjanić per il sesto gol.
Una Juventus non brillantissima e fortemente condizionata dall’uomo in meno esce come può da una partita divenuta in itinere molto pericolosa soprattutto dopo il gol del pareggio di Danilo. La prestazione, anche nei venti minuti di parità numerica, non è esaltante e conferma il trend della Juve di Allegri nel mese di Ottobre. Ci sono alcuni aspetti da limare e da migliorare e sono i difetti che si sono palesati in questo arco di stagione. D’altro canto quando la squadra accende la luce si dimostra sempre una categoria superiore all’avversario. Per questi motivi in questo periodo ottenere i tre punti, rimanere attaccati al treno delle prime due in classifica è essenziale ed è quello che bisogna osservare principalmente e di cui essere contenti in questo momento. In inferiorità numerica la Juventus ha tirato fuori gli artigli e ha offerto una prestazione generosa al netto di un Allegri, a opinione dello scrivente, lento nell’effettuare le sostituzioni. L’Udinese ha dimostrato di essere ben poca cosa e di far parte di quel cerchio di squadre che rimangono in serie A non tanto per meriti propri quanto per il livello davvero basso che accomuna le squadre di coda.