di Kareem Bianchi
La Juventus esce vincitrice dal derby stracittadino, domando un toro mai veramente pericoloso e continuando la sua striscia di vittorie.
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Il derby di Torino è lo scontro tra la passione e la ragione, tra i colori e il bianconero, tra il popolo e i padroni, un derby unico nel suo genere. Queste le parole di Siniša Mihajlović alla vigilia della gara Juventus-Torino, con l’intento di caricare l’intero ambiente granata. Una sfida che offre sempre spettacolo e tensione, e per la prima volta dalla stagione 1993/1994 è una partita di alta classifica, tra due squadre posizionate nelle prime sei posizioni della graduatoria. L’attesa è dunque di una gara entusiasmante con un solo obiettivo per entrambe le squadre: vincere, per continuare la striscia positiva di risultati e stabilire i colori della città di Torino.
La Juventus si presenta con un’undici quasi del tutto rivoluzionato che vede effettuare sette cambi da parte di Allegri rispetto alla partita contro la Fiorentina: Buffon tra i pali, Lichtsteiner, Benatia, Chiellini e Alex Sandro formano la linea difensiva mentre la coppia di centrocampo vede riconfermato Matuidi – elogiato varie volte da Allegri e che sembra aver consolidato un posto da titolare, attenuando i dubbi sulla sua adattabilità ad un centrocampo a 2 – a fianco a Pjanić; in attacco fa scalpore l’esclusione di Higuain, non ancora in forma, sostituito da Mandžukić supportato da Costa, Dybala e Cuadrado.
Mihajlović recita lo stesso spartito che in questo inizio di campionato ha regalato al toro diverse soddisfazioni, tra cui lo stato di grazia di Adem Ljaijć, giocatore ritrovato che nel 4-2-3-1 ha saputo partecipare ed imporsi nelle varie fasi di gioco con assoluta libertà partendo alle spalle di Belotti.
In porta gioca Sirigu, autore di una gara notevole alle spalle della difesa a 4 formata da De Silvestri, N’Koulou, il giovane Lyanco e Ansaldi; il doble pivote è formato da Baselli e l’ex bianconero Tomás Rincón mentre rispettivamente alla destra e alla sinistra di Ljajić giocano Iago Falque e Niang; il capitano Belotti conduce l’attacco.
Il pressing della Juventus
L’inizio della gara sembra delineare la direzione dei 90 minuti, con la Juventus che effettua pressing alto con l’intento di recuperare il pallone immediatamente in fase di transizione negativa.
Il gol dell’1-0 nasce da una situazione di pressing individuale da parte di Matuidi e Pjanić sulla ricezione bassa di Baselli e su Rincón
Durante la costruzione del Torino la Juventus si dispone nel suo abituale e ormai quasi scontato 4-4-2, con l’intento di chiudere le linee di passaggio verso il centro e schermare le ricezioni di Ljajić alle spalle del centrocampo bianconero. Le fasi di pressione alta sono invece iniziate da uno tra Pjanić e Matuidi, che spezzano la linea di centrocampo facendo avanzare i compagni.
Il pressing di Pjanić permette alla squadra di avanzare e porta ad un errore abbastanza banale di Lyanco e al recupero del possesso da parte di Dybala
La disposizione fluida della Juventus
In fase di possesso la Juventus si dispone in un 2-4-3-1, caratterizzato dai centrocampisti che prendono posizioni abbastanza distanti tra loro per allargare le maglie del centrocampo del Torino – disposto in un 4-4-2 molto stretto in zona palla – e servire Mandžukić, che agisce da riferimento centrale; sul lato sinistro Alex Sandro garantisce ampiezza mentre Douglas Costa è costantemente posizionato nell’half-space per incrementare il numero di soluzioni interne. Sul lato opposto invece Cuadrado e Lichtsteiner si scambiano le posizioni in modo tale da non dare riferimenti alla catena sinistra avversaria.
Matuidi porta Rincón fuori posizione e apre la linea di passaggio per Mandžukić che agisce da sponda. In seguito la combinazione interno-esterno da parte di Cuadrado e Lichtsteiner, una soluzione ripetuta più volte durante la gara
Inoltre Dybala si allarga spesso sull’esterno per “svuotare” le vie centrali dai giocatori del toro e permettere inserimenti centrali di Cuadrado e dei centrocampisti. La disposizione della Juventus è dunque molto fluida e ricca di scambi di posizione con l’intento di trovare la superiorità posizionale.
La fasi di gioco del Torino
Nella prima costruzione il Torino effettua la Salida Lavolpiana con Baselli che si abbassa tra N’Koulou e Lyanco per creare superiorità numerica contro Mandžukić e Dybala.
La salida lavolpiana del Torino. Baselli si abbassa tra i centrali e i terzini si alzano mentre Ljiajic si posizione alle spalle della linea degli attaccanti, marcato a uomo da Matuidi
Gli uomini di Mihajlović utilizzano principalmente la fascia sinistra per avanzare, con Ljajic che si allarga sul lato palla per poter rientrare sul suo piede preferito e andare al tiro o alla rifinitura; inoltre le sovrapposizioni di Ansaldi a supporto di Niang creano una situazione di 3v2 contro Lichtsteiner e Cuadrado. Per rimediare all’inferiorità numerica sulla fascia Allegri decide quindi di allargare ulteriormente Pjanić sulla destra.
In fase di non possesso il Torino non ha effettuato un pressing alto, limitandosi al disturbo della manovra juventina con il pressing individuale di Belotti e primeggiando il recupero della palla sulle fasce, dove il Torino creava situazioni di superiorità numerica.
L’espulsione di Baselli e il 4-3-2 del Torino
L’espulsione di Baselli al 23’ indirizza una gara controllata fino a quel momento con notevole facilità dalla Juventus verso un completo dominio bianconero.
Mihajlović decide di sostituire Iago Falque per Acquah che va a formare un 4-3-2 a fianco a Rincon e Ljajić, quest’ultimo arretrato sulla linea dei centrocampisti. La disposizione del Torino non permette però di coprire l’ampiezza con efficacia, regalando spazio a Douglas Costa e Cuadrado quindi per sfruttare a pieno la superiorità numerica sulle fasce la Juventus ha spesso cambiato gioco sul lato debole approfittando della compattezza del Torino sul lato forte.
Inolte l’inferiorità numerica in fase di costruzione del Torino non permette alla squadra granata di uscire palla a terra, dovendo ricorrere al lancio lungo da parte di Sirigu (9 lanci lunghi su 26 riusciti).
Conclusione
La Juventus vince il Derby della Mole controllando gran parte della gara e mostrando spunti tattici interessanti, già visti l’anno scorso all’andata degli ottavi di Champions League contro il Porto. I nuovi acquisti si stanno integrando sempre di più, imparando i meccanismi e affinando l’intesa con i compagni. L’espulsione di Baselli ha sicuramente facilitato la gestione della palla da parte della squadra di Allegri, quindi fare giudizi definitivi non sarebbe del tutto indicativo; però ciò che può essere detto con certezza è che la qualità tecnica della Juventus è degna di nota e in queste prime uscite di Serie A ha mostrato come la qualità degli interpreti sia determinante.
Mihajlović ha preparato la gara motivando i suoi giocatori e adottando un approccio aggressivo, ma la superiorità tecnica, individuale e tattica della squadra di Allegri ha deciso la partita.