5 indicazioni da Atletico Madrid – Juventus

Dopo le partite contro Tottenham e Inter e la sgaloppata alla Continassa contro il Novara la Juventus torna in campo con l’Atletico Madrid in un match valido per la International Champions Cup 2019. Ormai la squadra è al lavoro da un mesetto, al netto di arrivi posticipati, e l’inizio del campionato dista due settimane: è lecito pertanto aspettarsi dei miglioramenti nel recepimento dei meccanismi di squadra su cui Sarri ha lavorato in queste settimane di ritiro.

Il modulo di riferimento è il consueto 4-3-3 dal quale Sarri pare non volersi discostare. Fatta la doverosa premessa che si tratta sempre e comunque di calcio estivo il cui valore è ampiamente relativo, ecco 5 preziose indicazioni che questa partita ci ha fornito e che (spoiler) possono renderci abbastanza ottimisti.

1- Uscita a destra: nel primo tempo soprattutto, con le squadre non lunghe, la Juventus ha più volte tentato di uscire sul suo lato destro, evidentemente individuato come lato forte. In particolare è stato fondamentale Douglas Costa che, ricevendo sia largo sia nel mezzo spazio, è spesso venuto dentro il campo per aprire a sinistra. Da questo punto di vista sarà importante la scelta della mezz’ala che dovrà essere dotato di una discreta mobilità nonché di dimestichezza nel palleggio (Bentancur?) per duettare con terzino, esterno alto e Pjanić.

2- Baricentro, spaziature e pressing: si tratta di un aspetto che ha fornito qualche rassicurazione in più rispetto ai match con Inter e Tottenham. La Juventus ha tenuto un baricentro abbastanza alto, soprattutto nel primo tempo in cui la partita è stata più ordinata e, come è logico che sia, a un baricentro alto sono legate delle spaziature e delle distanze gestite in maniera ottimale o, quantomeno, più che sufficiente. Poche volte si sono visti troppi metri tra difesa e centrocampo e ciò ha consentito alla Juve di mantenere una struttura ordinata e di concedere meno occasioni alla squadra avversaria. Per quanto concerne il pressing, seppur non portato con continuità e precisione per gli interi novanta minuti (bisognerà aspettare e migliorare) la compagine bianconera si è più volte alzata al momento opportuno con l’esterno che chiude la linea di passaggio al portiere verso il terzino, la punta su un centrale difensivo e gli altri accoppiamenti formatisi in base alle posizioni.

3- Circolazione del pallone: seppur senza lasciare un’impronta indelebile e memorabile si sono iniziati a intravedere dei segnali di circolazione del pallone di stampo sarriano: maggiore velocità con passaggi di prima o a un tocco, scelte un po’ meno conservative volte a rendere meno prevedibile l’azione, alcuni passaggi verticali corto-corto tra i centrali e Pjanić o con Rabiot. Di certo sono stati commessi tanti errori in rifinitura o nell’ultimo passaggio che hanno vanificato un possesso ben eseguito ma la gestione del possesso della Juventus in questa partita fa ben sperare ed è un discreto miglioramento rispetto alle precedenti uscite. Ai punti questa partita l’avrebbe meritata la Juve.

4- Alcuni blackout: se da un lato, sotto l’aspetto del pressing e della tenuta delle corrette distanze tra i reparti, si è assistito a dei passi in avanti, dall’altro si vede ancora che la Juventus deve ancora interiorizzare a fondo i nuovi principi di Sarri per poter applicare tutto con continuità nell’arco dei novanta minuti. Si sono verificati ancora alcuni momenti di confusione, figli di un passaggio da un modo di giocare all’altro, che in un sistema come quello di Sarri possono essere letali. Emblematici sono stati i due gol avversari: nel secondo vi è una totale assenza di pressione su Lemar che ha potuto pensare e lanciare con molti secondi a disposizione. Inoltre la difesa non è stata pronta nell’alzare la linea. Al lancio, poi, è seguito un errore, in primis, di De Sciglio che, unico in grado di vedere l’azione, non ha fatto la diagonale in chiusura. Complice, ma in misura inferiore, De Ligt che legge con leggero ritardo la giocata.

Anche sul primo gol l’azione si è sviluppata con una palla ricevuta alle spalle della mezz’ala, problema difensivo da risolvere di queste partite, mentre la Juventus stava correndo all’indietro. Va specificato che in entrambi i casi ci sono state due straordinarie giocate di João Félix (a proposito, bravino)

5- I singoli: sugli scudi sicuramente Douglas Costa, autentico mattatore sul lato destro. Giocatore dal quale, ad opinione dello scrivente, può passare molto della stagione della Juventus e il suo talento, se messo in condizione di poter rendere al meglio, può essere letale soprattutto in campo europeo. Prestazione decisamente negativa invece per Higuaìn che è apparso avulso dal gioco, in ritardo su molte letture, mai deciso nel pressing e, quantomento all’apparenza, con minor voglia di fare rispetto alle precedenti uscite. La sensazione, ma forse è qualcosa in più, è che ad altissimo livello il suo contributo sia destinato ad essere non sufficiente.

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