di Kareem Bianchi
[mks_dropcap style=”square” size=”52″ bg_color=”#F2F2F2″ txt_color=”#000000″]U[/mks_dropcap]n fuoriclasse è un giocatore superiore alla media, dotato di qualità eccezionali, che può cambiare le partite a suo piacere; Dybala fa parte di questa categoria. Il suo ingresso, unito al cambio di modulo dal 4-3-3 (non del tutto convincente, anche a causa degli uomini schierati) al 4-2-3-1 ha svoltato la gara.
La Juventus affronta il Chievo di Rolando Maran, una squadra sempre dura da sfidare poiché è formata da giocatori fisici e atletici che mediante il pressing e il predominio fisico possono mettere in difficoltà. Massimiliano Allegri ha dunque scelto un undici con molte seconde linee e giocatori all’esordio dal primo minuto, che potessero però offrire una fisicità tale da non soffrire contro la squadra clivense.
Allegri schiera un 4-3-3 caratterizzato da un ampio turnover che vede l’esordio in una gara ufficiale di Wojciech Szczesny alle spalle della difesa a 4 composta da Lichtsteiner, Rugani, Benatia, Asamoah e due linee di 3 uomini. A centrocampo giocano Sturaro e Matuidi in posizione di mezz’ala destra e sinistra, con Pjanic in cabina di regia e l’attacco è costituito dagli esterni Douglas Costa e Mandzukic e la punta Higuain.
Il Chievo entra in campo con il 4-3-1-1-1 costituito (partendo da destra) dall’esperto Sorrentino in porta, Cacciatore, Dainelli, Gamberini e Gobbi in difesa, Castro, Radovanovic e Hetemaj a centrocampo e Birsa alle spalle del duo d’attacco formato Pucciarelli e Roberto Inglese, neoacquisto del Napoli lasciato in prestito a Verona.
La Juventus inizia la partita in modo aggressivo, orientando il pressing sull’uomo, creando densità in zona palla e difendendo posizionalmente in un 4-5-1, con Sturaro che spesso si alza sulla linea degli attaccanti formando il consueto 4-4-2. Durante la gara la squadra di Allegri ha concesso perlopiù tiri da fuori (10 su 15) e l’unica grande occasione del Chievo è stata un colpo di testa di Pellissier all’interno dell’area di porta che ha sfiorato il secondo palo. Rispetto alla partita contro il Genoa la Juventus è riuscita a gestire bene le transizioni negative, stroncandole sul nascere grazie al pressing della linea di centrocampo e gli anticipi dei centrali.
Il pressing nel 4-4-2 in fase di non possesso. Da notare Matuidi che si alza sulla linea di Higuain.
In fase di possesso della Juventus il Chievo ha coperto molto bene gli spazi centrali, forzando la manovra avversaria sugli esterni e inducendo al cambio di gioco sul lato debole; un’altra soluzione per evadere il pressing del Chievo è stato il lancio lungo verso Mandzukic (eseguito già molteplici volte la scorsa stagione) e Higuain, spesso isolato alle spalle del centrocampo clivense.
In fase di non possesso la squadra di Maran, disposta in un 4-3-3, ha effettuato anch’esso un pressing orientato sull’uomo con le mezz’ali che si allargano sui terzini e Pucciarelli e Inglese che pressano i centrali di difesa coprendo le linee di passaggio verso il centro mentre Birsa e Radovanovic escono aggressivi rispettivamente su Pjanic e Matuidi. Come menzionato in precedenza, questo ha indotto la Juventus ad uscire per vie esterne e a sovraccaricare la zona palla per cambiare gioco sul lato debole. Per rendere più fluida la manovra offensiva bianconera, Douglas Costa o Sturaro avrebbero potuto accentrarsi per occupare la zona di campo orfana di Radovanovic, alzatosi in pressing su Matuidi, e delle mezz’ali in uscita sui terzini, lasciando un vuoto a centrocampo; tattica però non adottata dalla Juventus.
Il 4-3-3 del Chievo in fase di non possesso con Birsa che marca Pjanic a uomo.
Grazie ad i suoi 1,87m di altezza, Roberto Inglese agisce da riferimento centrale per i lanci lunghi (4 duelli aerei su 6 vinti) e per i cross, ed in fase di possesso il Chievo viene schierato con un 4-3-1-2 nel quale i giocatori vanno alla ricerca costante dell’attaccante pugliese mediante lanci lunghi, per allungare le maglie della difesa bianconera .
Con l’ingresso di Paulo Dybala al 54esimo la Juventus passa al 4-2-3-1, allargando Sturaro sulla fascia destra. La nuova disposizione ha permesso alla Juventus di risalire il campo con maggior qualità e facilità grazie ai movimenti incontro di Dybala; inoltre l’argentino, al contrario di Douglas Costa, ha occupato la zona lasciata libera da Radovanovic e dalla mezz’ala. Sulle rispettive fasce, Matuidi e Sturaro pressano il terzino e la mezz’ala cercando di recuperare la palla alta. Questa partita non ha offerto spunti tattici particolari, tranne forse lo stazionamento sulla trequarti avversaria consequenziale al ritorno al 4-2-3-1 che ha permesso ai giocatori della Juventus di accorciare meglio e recuperare il pallone in zone avanzate del campo.
Le note positive della gara sono sicuramente Dybala, che sembra un giocatore diverso da quando gli è stata assegnata la numero 10, Bentancur, che come a Genoa ha disputato 10 ottimi minuti, Pjanic che migliora di partita in partita e gli esordi dei nuovi acquisti. L’unica nota negativa è il 4-3-3, che però non può essere bocciato, dato che molto probabilmente la causa dello scarso successo è da attribuire agli interpreti.
La Juventus ha avuto un buon inizio di campionato e al contrario delle passate stagioni, già a settembre pare avere delle idee di gioco, da migliorare sicuramente, ma la squadra di Allegri sembra essere a buon punto. Il vero test sarà martedì, contro il Barcellona.