di Luca Rossi
La Juventus, nonostante un primo tempo faticoso, vince una partita dominata che era necessariamente da portare a casa dimostrandosi squadra più forte dell’avversaria e dotata della maturità giusta per questi match.
[mks_dropcap style=”square” size=”52″ bg_color=”#F2F2F2″ txt_color=”#000000″]”D[/mks_dropcap]obbiamo assolutamente iniziare il girone con una vittoria”. Queste sono state le parole di Allegri nella conferenza stampa pre-partita, sintomatiche della necessità di uscire dall’Allianz Stadium coi tre punti dopo la sconfitta alla prima giornata con il Barcellona. Il tecnico livornese usa non a caso il verbo “iniziare”, consapevole dell’importanza di questa partita. Archiviata la pratica Torino con una spettacolare e convincente prestazione, l’avversario atteso all’Allianz Stadium è l’Olympiakos, squadra greca affrontata per l’ultima volta proprio in un girone di Champions League nella stagione 2014/2015. In quell’occasione il risultato fu un 3-2 per gli uomini di Massimiliano Allegri, e da quella vittoria iniziò il percorso inesorabile di crescita europea che avrebbe poi condotto a Berlino. La Juventus di oggi arriva con ben altra consapevolezza a questo appuntamento ma è comunque conscia della necessità dei tre punti per non complicare il cammino nel girone.
Gli infortuni di De Sciglio e Höwedes portano Allegri a schierare Sturato terzino destro, come visto in uno spezzone di partita a Barcellona e con la Fiorentina. Insieme al numero 27 bianconero, Barzagli, Chiellini e A.Sandro compongono la cerniera difensiva. Bentancur scende in campo dal primo minuto al posto di Pjanić, per via di un problema del bosniaco emerso nel corso del riscaldamento. Lo affianca il confermatissimo Matuidi. Higuaín si siede in panchina , e quindi Cuadrado, Dybala, Costa e Mandžukić in versione prima punta completano lo schieramento che risulta essere il classico 4-2-3-1. L’Olympiakos di Takis Lemonis, appena subentrato sulla panchina al posto dell’esonerato besnik Hasi, opta per uno schieramento maggiormente vicino al 4-3-3 che al 4-2-3-1, modulo utilizzato nelle ultime uscite dai greci. In porta Proto sostituisce il titolare Kapino; in difesa da destra a sinistra sono schierati Figueiras, Engels, Nikolau e Koutris; il centrocampo è formato da Romao, Zdjelar,Odjidja-Ofoe; in attacco figurano Pardo, Emenike e Sebà. Ecco a seguire la passmap in cui è possibile individuare le posizioni dei giocatori.
L’andamento della gara, e in particolare l’atteggiamento della squadra greca, si rivela chiaro fin dai primi minuti di gioco. È la Juventus a (dover) fare la partita (76% è il dato di possesso palla a favore dei bianconeri a fine match) mentre l’Olympiakos decide di abbandonare qualsiasi velleità offensiva e di puntare solo a difendersi rinunciando ad attuare un minimo di pressing sui difensori bianconeri e prediligendo un atteggiamento d’attesa con l’utilizzo continuo del blocco basso e l’abbassamento dei due attaccanti laterali sulla linea dei centrocampisti. La squadra ospite in fase di non possesso sostanzialmente forma un 4-5-1 con un centrocampo molto stretto con il quale tenta di formare densità a centrocampo occludendo le linee dei passaggi verso gli attaccanti, concedendo solo soluzioni verso l’esterno e dimostrandosi molto aggressiva soltanto nella circostanza in cui un giocatore bianconero entra in possesso del pallone sulla trequarti. Non a caso la Juventus si procura tre punizioni da posizione molto pericolosa poi non sfruttate da Dybala e D.Costa.
L’Olympiakos così facendo lascia grande libertà di manovra ai difensori centrali bianconeri che infatti spesso hanno la possibilità di avanzare, alzare la testa e cercare la giocata più opportuna.
La Juventus dal canto suo per una buona mezz’ora non riesce a trovare il pertugio giusto. Parecchie sono le imprecisioni in fase di impostazione e la circolazione lenta del pallone permette effettivamente all’Olympiakos di far rendere il piano gara progettato. In particolare l’assenza di Pjanić priva il centrocampo bianconero di verticalità, di rapidità non solo nell’esecuzione quanto anche nell’ideazione della giocata e di fantasia. Matuidi sa attaccare gli spazi e alzare i ritmi del pressing mentre Bentancur è eccezionale nell’interdizione e molto bravo, al netto di qualche imprecisione, nella gestione del pallone ma nessuno dei due ha le qualità per farsi carico dell’impostazione del gioco soprattutto a difesa continuamente schierata e stretta come quella greca. La manovra bianconera per tali motivi risulta essere nelle prime fasi di gioco molto piatta e fondamentalmente sterile e si affida solo a qualche lancio lungo effettuato da Barzagli o Chiellini e ai cross provenienti dalla sinistra.
Come già accaduto in passate uscite i due esterni alti (più Cuadrado che Costa) cercano talvolta di venire dentro al campo quasi nel ruolo di mezz’ala per fornire un appoggio in più e un supporto per l’impostazione della manovra in modo anche da lasciare campo libero al terzino di avanzare. Ovviamente a ogni spostamento esterno-interno di Cuadrado corrisponde un movimento di Dybala interno-esterno uguale e contrario.
In fase di non possesso la Juve fatica molto poco, complice l’atteggiamento altamente rinunciatario dell’avversario. Sono sufficienti la dinamicità e la corsa di Mandžukić unite alle qualità di Matuidi come primo portatore di pressing per mettere in difficoltà l’impostazione dell’azione da parte i greci costringendo a sterili lanci lunghi.
In ogni caso nelle poche situazioni in cui l’Olympiakos riesce a consolidare il possesso la Juventus si schiera con l’ormai noto 4-4-1-1 grazie all’abbassamento di Costa e Cuadrado sulla linea del doble pivote. Le uniche occasioni pericolose che i greci si riescono a procurare derivano da errori in impostazione bianconeri o da contropiedi in cui gli attaccanti riescono a sfruttare lo sbilanciamento della squadra bianconera per via della posizione alta dei difensori che sono avanzati col pallone. Aldilà di queste occasioni pericolose e sulle quali bisogna lavorare (la gestione delle transizioni negative è un aspetto problematico già evidenziato in altri match) comunque la Juventus ha rischiato poco o nulla. Passata la mezz’ora la squadra bianconera si posiziona in fase di possesso con un 3-4-3 più che un 4-2-3-1 con Sturaro che rimane bloccato sulla linea di Barzagli e Chiellini (che si apre molto di più a sinistra) mentre Sandro rimane sempre alto sulla linea dei centrocampisti con Cuadrado sull’esterno destro. Così facendo la Juventus velocizza la circolazione del pallone evitando passaggi di troppo e riesce a scardinare la difesa greca non centralmente (più o meno impenetrabile per via della densità dei giocatori) ma sulle fascia, in particolare quella sinistra. La disposizione greca infatti non difende in maniera adeguata l’ampiezza e consente di creare pericoli in maniera più o meno agevole. Nell’ultimo quarto d’ora infatti la Juve si procura delle occasioni importanti per segnare e anche alcuni calci d’angolo quasi consecutivi.
Nel videosottostante emergono i problemi in impostazioni bianconeri e le soluzioni trovate.
Il secondo tempo inizia con gli stessi ventidue che hanno concluso il primo tempo e segue la falsariga del primo. Una Juve in totale dominio che cerca attraverso le fasce di creare pericoli. La sinistra ha funzionato molto meglio in fase propositiva rispetto alla corsia di destra dove Sturaro ha avuto perlopiù compiti da terzino bloccato più che da uomo di spinta, lasciando quindi Cuadrado prima e D.Costa poi l’1vs1 col terzino corrispondente. Allo scoccare dell’ora di gioco Allegri manda in campo Higuaìn per un Cuadrado generoso ma impreciso. Il suo ingresso comporta lo spostamento di Costa a destra e di Mandžukić a sinistra con l’argentino che va a occupare il ruolo di prima punta. Da questo momento è meno netta la difesa a tre in impostazione ma il canovaccio tattico con Sandro molto alto e Sturaro bloccato rimane comunque. La Juventus aumenta sempre più la pressione su un Olympiakos che appare anche stanco. Il gol è nell’aria e infatti dieci minuti dopo la Juventus affonda sulla sinistra grazie a un grande suggerimento del croato per Alex Sandro che ha il tempo di calibrare il cross e Higuain dopo aver visto ribattuto il primo tiro porta in vantaggio i padroni di casa.
Dopo il gol la Juventus ha ovviamente meno fretta di ricercare l’occasione da gol ed è più propensa a gestire il pallone. D’altro canto l’Olympiakos si trova costretto a fare qualcosa per poter raddrizzare la partita dopo una partita giocata all’insegna della totale passività. Ma lo fa comunque con poca convinzione. Cerca di abbozzare un timido pressing con l’avanzamento dei suoi uomini offensivi ma è una situazione da cui la Juventus riesce comunque a uscire agevolmente. Il tecnico della squadra greca intanto effettua due sostituzioni al 72esimo e 77esimo minuto. Fardou per Pardo e Fortounis per Zdjelar. La situazione non cambia e anzi l’Olympiakos cercando di adottare il pressing non fa altro che sfilacciarsi concedendo spazio ai giocatori bianconeri. Da uno ampio spazio concesso a Higuain, bravo anche a liberarsi del suo marcatore, nasce l’occasione del secondo goal che poi porta la firma di Mandžukić. Negli ultimi 10 minuti rimane il tempo per l’ingresso di Benatia per Sturaro, di Bernardeschi per Costa e di Marin per Emenike, per qualche urla di Allegri sulla gestione del pallone e per la gioia dei tifosi bianconeri.
La Juventus porta a casa con pazienza e convinzione una partita preziosa per il cammino nei gironi di Champions. L’Olympiakos sostanzialmente è arrivato a Torino per difendersi rinunciando a scoprirsi con il pressing nella speranza di poter colpire in transizione con qualche palla recuperata sulla trequarti su errori bianconeri. Il piano difensivo greco ha retto abbastanza bene, anche con un po’ di fortuna e complice una Juve imprecisa, fino a quasi metà del secondo tempo quando la Juventus, grazie alle qualità tecniche e mentali dei suoi giocatori, è riuscita a sbloccare il match con anche il ritorno al gol di Higuaìn. I maggiori spazi a disposizione hanno portato al raddoppio piuttosto agevolmente. La squadra più forte sul campo ha vinto. Ora sotto con l’Atalanta.