di Davide Terruzzi
La Juventus conquista tre punti fondamentali in chiave scudetto. Una Sampdoria mai doma fa soffrire i bianconeri che sanno però vincere queste partite
Ci sono dei momenti della stagione in cui il peso specifico delle partite si fa sentire. Per la Juventus quella con la Sampdoria era una gara assolutamente da vincere. L’importanza della sfida era stata evidenziata da Allegri e dagli stessi giocatori nei giorni precedenti, consapevoli che avrebbero incontrato una squadra in salute, che gioca un buon calcio a ritmi elevati. Quella di Marassi ha risposto alle attese ed è stato una sfida delicata, sofferta, ma vinta. Ed è questa la grande differenza con le inseguitrici: la Juventus questi incontri li supera indenne, quasi sempre vincendo. Nel primo tempo la squadra bianconera ha superato il pressing alto della Sampdoria in tre modi: i passaggi in diagonale per il centrocampista libero sfruttando le qualità di palleggio dei terzini; i movimenti di Higuain (e di Dybala fino a quando è stato in campo) a offrire linea di passaggio in verticale; i cambi di campo da parte dei difensori. La Samp col suo rombo interno molto fluido rappresentava un ostacolo tattico non banale: le linee di passaggio interne si moltiplicano e per contrastare il palleggio ci vuole una squadra corta e compatta sia orizzontalmente che verticalmente. Quando la Juve è riuscita ad avere questo atteggiamento, molto spesso nel primo tempo, ha recuperato pallone per effettuare transizioni sul breve.
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Nella ripresa, i bianconeri sono stati meno reattivi. Alcuni errori non forzati, un generale senso di stanchezza fisica e mentale – comune a diverse formazioni che hanno vissuto un ciclo pesante tra febbraio e marzo -, l’assenza di un giocatore unico per caratteristiche come Dybala si sono affiancati a una Sampdoria molto intensa nel pressing grazie a un atteggiamento propositivo in entrambe le fasi. La Juventus ha evidenziato ancora una volta alcuni limiti posizionali col pallone che hanno provocato transizioni sul lungo che sono state controllate a fatica (e grazie a un Muriel non particolarmente ispirato): marcature e coperture preventive rappresentano dei difetti su cui lavorare tatticamente, così come a un posizionamento col pallone già orientato alla fase successiva della transizione. Coprire meglio il campo col pallone è condizione necessaria ma non sufficiente per evitare il contropiede. Il secondo tempo, specialmente negli ultimi quindici minuti, ha confermato, se mai ce ne fosse stato bisogno, la solidità della difesa bianconera quando si ritrova nella propria area.
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Cosa lascia Sampdoria-Juventus? Eliminando il contesto, e quindi la stanchezza; l’unicità di Dybala nel raccordare i reparti, la qualità tecnica e tattica bianconera nell’uscire dal pressing, i contropiedi concessi. E tre punti. Che sono sempre fondamentali.