18a Serie A: Atalanta Juventus 2-28 min di lettura

Per il “Boxing Day”, valevole per la 18a giornata di Serie A, la Juventus scende in campo a Bergamo contro l’Atalanta che, dopo un inizio balbettante di campionato, ha ritrovato gioco e punti riportandosi a ridosso della zona Europa League. E’ dal 2016 che la Juve in campionato non esce con i tre punti dallo stadio “Atleti Azzurri d’Italia” quando prima Barzagli da angolo e poi Lemina con un doppio passo e un esterno spettacolari stesero i nerazzurri.  Massimiliano Allegri deve fare i conti con le assenze di Cancelo, Cuadrado, Bernardeschi oltre al lungodegente Barzagli e opta per una 11 mai schierato dal primo minuto: Szczęsny tra i pali; De Sciglio, Bonucci, Chiellini e Alex Sandro per la cerniera difensiva; centrocampo a tre inedito con Khedira, Emre Can e Bentancur; tridente, privo di Ronaldo che si accomoda in panchina, composto da Dybala, Mandžukić e Douglas Costa. Anche Gasperini è costretto a schierare una formazione raffazzonata, sopratutto in difesa per via delle squalifiche rimediate da Palomino e Toloi a cui si aggiunge l’infortunato De Roon. L’11 bergamasco quindi recita: Berisha; Masiello, Djimsiti, Mancini; Hateboer, Freuler, Pašalić, Castagne; Gomez dietro Iličič e Zapata.

La Juventus inizia nel migliore dei modi il match segnando nei primi cinque minuti come già in verità accaduto più volte in questa stagione. Alex Sandro effettua un cross dalla sinistra e Djimsiti,tratto in inganno dalla traiettoria del pallone, con un intervento notevolmente scoordinato devia il pallone nella propria porta.

Khedira semina il panico solo con la sua presenza

Da questa azione in realtà è possibile osservare alcuni aspetti dello schieramento juventino e rispondere ad alcune domande emerse alla lettura della formazione. Innanzitutto Khedira si posiziona come mezz’ala sinistra in luogo dell’indisponibile Matuidi, Emre Can gioca davanti alla difesa mentre Bentancur funge da mezz’ala destra. Escludendo 5 minuti del primo tempo la struttura del centrocampo non muterà fino al momento delle sostituzioni. Come di consueto Mandžukić sul cross aggredisce il secondo palo mentre Dybala opera da “tuttocampista” dettando tempi della manovra. Una novità interessante è dettata dall’interpretazione del ruolo che fornisce Khedira rispetto a Matuidi. Se il francese, più dinamico rispetto al tedesco, si associava molto con il terzino e l’esterno alto spesso in “underlapping”, il tedesco invece tende ad attaccare in maniera più immediata l’area di rigore per finalizzare proprio su un eventuale cross. Sostanzialmente in fase di possesso Dybala e Khedira vanno a invertire la loro posizione con l’argentino che si abbassa per impostare e il tedesco che va a riempire lo spazio lasciato vuoto. Nella circostanza del gol c’è proprio Khedira nei pressi del difensore che ha commesso l’errore.

Dybala mezz’ala e Khedira punta
Come testimoniano le posizioni medie in fase di possesso Mandzukic opera perlopiù sul centrodestra, Dybala molto basso. Lo spazio vuoto in fase di conclusione dell’azione lo occupa Khedira.

Altro aspetto da analizzare è il pressing bianconero che ha indotto Masiello all’errore: Costa sul portatore, Mandžukić sul centrale difensivo mentre Dybala oscilla tra il terzo centrale e il centrocampista.

Il dominio di palla e campo dura però soltanto per altri 5 minuti in cui la Juventus va vicinissima al raddoppio con Bentancur che colpisce la traversa. Già dal decimo iniziano a emergere enormi problemi in impostazione che impediscono ai bianconeri di risalire il campo. L’Atalanta esercita come di consueto un pressing a uomo molto alto con delle marcature aggressive al limite del fallo (e a volte oltre). In particolare Emre Can viene sempre tenuto in mezzo a un triangolo composto dalle due punte e da Gomez ritrovandosi costretto a giocare quasi sempre di prima.

L’assenza di Cancelo e Pjanić rendono la squadra priva di due uomini molto associativi che possono consentire di rompere il pressing avversario. Khedira, chiaramente fuori forma alla prima partita giocata dopo più di due mesi, fa molta fatica a entrare nel vivo del gioco e la manovra sulla sinistra ne risente affidandosi soltanto ad avanzate palla al piede di Sandro o Douglas Costa. Quest’ultimo, probabilmente in una forma psico-fisica non ottimale, è stato molto confusionario ma non è stato messo nelle condizioni di fare ciò che sa fare meglio: l’isolamento in 1vs1. Il potenziale di Douglas Costa in questa situazione di gioco ancora non è stato sfruttato a dovere in quest’anno e mezzo. Solo Dybala quando riesce a trovare lo spazio e il tempo giusti consente lo sviluppo dell’azione che però termina generalmente con dei cross non troppo pericolosi. Un ultimo aspetto da evidenziare è l’interpretazione di Mandžukić del ruolo poiché il croato tende a venire incontro piuttosto che attaccare la profondità senza un conseguente abbassamento della linea difensiva avversaria che magari avrebbe potuto aumentare le distanze tra i reparti. La partita scorre via molto bloccata, piena di falli e lanci lunghi e in questo contesto la Juventus abbassa notevolmente il suo baricentro consegnando il campo all’Atalanta. Al minuto 23 la squadra bergamasca trova il pareggio con una verticalizzazione per Zapata il quale vince l’1vs1 con Bonucci di pura potenza e segna. Va segnalata la cerniera difensiva bianconera che è tutto fuorché ben allineata oltre che il pessimo intervento del numero 19 bianconero. 

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Due cose da osservare: la facilità con cui la Juventus perde palla; la linea difensiva bianconera non ben posizionata

Il primo tempo prosegue senza grosse modifiche né cambiamenti e le due squadre tornano negli spogliatoi sul 1-1. La sensazione però è che l’Atalanta fisicamente e tatticamente sia messa meglio in campo e possa far capitolare la squadra bianconera alla lunga. I primi dieci minuti della seconda frazione sembrano confermare questa sensazione poiché al minuto 50 viene espulso Bentancur per doppia ammonizione e al 55° l’Atalanta su calcio d’angolo trova il raddoppio.

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Allegri quindi inserisce Pjanić per Douglas Costa con l’intenzione di dare maggior ordine alla manovra bianconera. Lo schieramento ora è un 4-3-2 con il bosniaco davanti alla difesa, Emre Can mezz’ala sinistra e Khedira mezz’ala destra. In verità questa sostituzione è prodromica al cambio seguente: Cristiano Ronaldo per Khedira. Da questo momento in poi è 4-2-3 con Ronaldo punta centrale. L’ingresso di CR7 permette di avere subito un’arma assente fino a quel momento: un uomo molto mobile che attacca la profondità. Pjanić non è stato puntuale e preciso in un paio di circostanze nel servirlo altrimenti l’ex Real Madrid si sarebbe trovato a tu per tu con Berisha. Gli spazi diventano maggiori per entrambe le squadre e in questo contesto la Juventus riesce a gestire il meglio il possesso. In particolare il centrocampo a due Emre Can – Pjanić sembra dare buoni segnali con un paio di strappi del tedesco che hanno consentito di portare su il pallone. L’Atalanta invece si è resa inevitabilmente resa pericolosa in contropiede. Al minuto 75 da calcio d’angolo (derivato da una progressione e verticalizzazione deviata di Emre Can) arriva il pareggio bianconero a firma Cristiano Ronaldo. Il finale di gara vede le due squadre spingere per ottenere il gol vittoria. Gasperini addirittura inserisce Barrow per Masiello passando a un’insolita difesa a 4, ma il risultato rimane invariato.

La Juventus esce dal difficile campo di Bergamo con un punto che comunque consente di allungare in classifica sul Napoli, sconfitto a San Siro contro l’inter. Il problema quindi non è il risultato, soprattutto se si va a leggere la classifica. Resta l’amaro per una prestazione non convincente in cui, tranne i primi 10 minuti e il finale di gara, la Juventus ha sofferto l’avversario senza trovare soluzioni per non perdere il pallone sulla propria trequarti . Una prestazione del genere su un campo ostico, in questo periodo dell’anno e con alcune assenze significative è più che comprensibile. Anzi va premiata e elogiata la maturità e la voglia di vincere di questa squadra. Inoltre, oramai arrivati al giro di boa, si può dire che gli obiettivi principali a questo punto della stagione sono stati ottenuti: passaggio del turno in Champions al primo posto e primato in classifica con ben 9 punti sulla seconda. Non si può che essere pienamente soddisfatti. Ciò che desta preoccupazione sono gli equivoci tattici di cui questa squadra per come è stata messa in campo ha sofferto nell’ultimo mese e mezzo: Dybala troppo lontano dalla porta, Ronaldo con poche occasioni pulite e costretto spesso a un lavoro fisico in verticale eccessivo, Douglas Costa non bene inserito, l’interruzione della strada intrapresa nei primi due mesi in cui invece i bianconeri avevano fatto molto bene nel controllo di campo e pallone. La stagione è lunga, ha diversi momenti e finora i risultati non fanno altro che dare ragione; questi problemi troveranno risposta nel 2019.